Toscana, il ciclismo è la nuova frontiera

di Francesca Monzone

La Toscana con la sua natura, la sua storia e le sue strade sarà in questa stagione la regina in­discussa del ciclismo italiano. Siena e la sua Provincia offriranno lo scenario perfetto del ciclismo eroico, quello dove la battaglia non manca mai, così come il su­dore dei corridori e la passione del pub­blico che, accalorato, urla il nome del proprio campione.
La Toscana e Siena, insieme, hanno scelto Montalcino come fulcro ciclistico: qui lo spettacolo sarà assicurato da un percorso disegnato in una delle cam­pagne più belle del Paese. Una ter­ra speciale questa, che per certi aspetti potremmo dire benedetta, che dalle sue colline invita i corridori a sfidarsi su strade che, dal Medio Evo ad oggi, di storie ne hanno raccontate tante. La Toscana sarà una protagonista straordinaria, pronta ad indossare il suo vestito migliore, quello delle occasioni importanti, perché ad aspettarla ci saranno la Strade Bianche, poi la Tirreno-Adriatico e Montalcino solenne, città di arrivo di una delle tappe più attese del Giro d’Italia 2021.
Il festival del ciclismo toscano inizierà il 6 marzo con la Strade Bianche che, un po’ come il Palio dell’Assunta, ogni anno richiama attenzioni da tutto il mon­­do, anche se quest’anno lo spettacolo verrà visto da casa. Il suo paesaggio color della creta e i suoi sterrati bianchi sono capaci di raccontare una storia romantica e avvincente, fatta di sguardi, polvere e fatica. Sarà Piazza del Campo, come sempre, a donare lo scettro al vincitore dopo 184 chilometri di passione e 11 settori di sterrato pari a 63 chilometri, cioè il 34% del totale, con salite che sfioreranno il 18% di pendenza.
Su queste strade i corridori si trasformeranno in gladiatori e la lotta sarà dura: solo il più forte, dopo aver aggredito il muro finale di Santa Caterina, potrà sognare il traguardo. Gli scommettitori sono già pronti e i nomi più quotati sono quelli di Van Aert, Van der Poel e Alaphilippe, senza dimenticare il nostro Davide Formolo, secondo lo scorso anno.
I luoghi celebri legati a questa corsa, e che rimbombano nella mente dei corridori, sono La Piana, il settore di sterrato che porta a Boncovento, Mon­tal­cino, poi Torrenieri, con il quinto e se­sto settore di sterrato quasi attaccati. Dopo Monteroni D’Arbia c’è il settimo settore, quello di San Martino in Gra­nia, con i suoi 9,5 chilometri di polvere da percorrere.
A Ponte del Garbo la corsa ha già fatto una selezione importante, ma è a Mon­te Sante Marie che l’inferno si materializza, perché questo è il tratto più difficile della corsa. A far paura ci sarà an­che Colle Pinzuto, con la sua salita sec­ca che arriva al 18% e ci saranno infine le Tol­fe con l’ultimo settore di sterrato seguito dalla cavalcata verso Siena.
Archiviata la Strade Bianche, si arriverà a Camaiore il 10 marzo, con la Tirreno-Adriatico, la corsa dei Due Mari, che dopo la partenza tradizionale in Ver­si­lia porterà il plotone ancora una volta nella provincia senese. La seconda tappa si correrà l’undici marzo e arriverà a Chiusdino, dopo 226 chilometri di gara, con il via proprio da Camaiore. Ci sarà un arrivo in leggera salita, per un finale imprevedibile, dove a vincere potrebbe essere un uomo da classiche. Le strade intorno a Siena torneranno protagoniste anche nella terza frazione che prenderà il via da Monticiano per portare la corsa fino a Gualdo Tadino. Si passerà per Mon­teroni d’Arbia e Asciano, che ci riportano a Strade Bianche.
Sarà poi la volta del Giro d’Italia e una nuova poesia sarà scritta sulle strade della Toscana. Montalcino, terra di nobili vitigni, ospiterà l’arrivo della tap­pa numero 11 con partenza da Pe­rugia il prossimo 19 maggio con 163 km di gara. Una scelta importante, quella fatta dal sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli, presidente anche della Provincia di Siena, che ha deciso di ospitare la corsa rosa in un periodo così difficile.
Un progetto, quello di Montalcino, che vuole essere una testimonianza per l’intero Paese, perché chi punta sul grande ciclismo sa di scommettere su un prodotto vincente.
«Questo per noi è un anno molto particolare, con Strade Bianche, la Tirreno-Adriatico e il Giro d’Italia - spiega Fran­ceschelli -. Dopo undici anni sia­mo contenti di ospitare nuovamente il Gi­ro d’Italia nella nostra terra. L’ul­tima volta era stato nel 2010, quando vinse Cadel Evans, e a Siena la corsa rosa manca addirittura dal 1986».
A Montalcino le idee sono molto chiare e la decisione di puntare sul Giro e sul ciclismo nasce dal fatto che questo è uno sport dalle tante sfaccettature, come ad esempio quella del turismo sportivo, legato ad un territorio che ha dato i natali a tanti corridori importanti.
«Benessere, turismo e sport, sono gli ingredienti giusti verso un ciclismo sostenibile - sostiene Franceschelli -. La provincia di Siena ha approvato 4500 km nel territorio dedicati al ciclismo. Si tratta di percorsi di varia natura, molti già esistenti e altri ancora da fare, che coinvolgeranno 35 Comuni».
Sulle strade di Montalcino, oltre a Stra­de Bianche, passa anche l’Eroica, un vanto per questo Comune, che richiama appassionati da ogni parte del mon­do. Quanto al Giro d’Italia, arrivando il 19 maggio dalla Cassia la corsa percorrerà un anello di 70 chilometri nel territorio comunale di Mon­talcino: una tappa questa, contrassegnata da quattro stelle di difficoltà, considerata la più interessante del tracciato prima di arrivare sulle montagne finali. Di quei 70 chilometri, ben 35 saranno di strade bianche con un dislivello di circa 1600 metri.
Franceschelli e la sua amministrazione hanno voluto investire nel ciclismo attraverso importanti interventi infrastrutturali: «La nostra zona è sempre stata frequentata da un turismo d’oltre oceano e con il Giro d’Italia, considerando la situazione sanitaria mondiale, vogliamo aprire di più le porte al turismo europeo e nostrano. È difficile po­ter pensare che a breve riavremo il flusso di turismo degli statunitensi e dei canadesi e quindi cerchiamo di far vi­vere il nostro territorio attraverso l’ar­rivo di un pubblico diverso, diciamo più vicino».
Franceschelli considera la corsa rosa una vetrina da sfruttare, una finestra aperta sul suo territorio alla quale si affaccerà gente di tutto il mondo.
«Per noi questa corsa sarà un investimento per la prossima stagione turistica, un investimento a lungo termine. Sppiamo che i riscontri non saranno immediati, ma vogliamo mettere al centro di un evento sportivo importante un territorio importante, quello di Mon­­talcino con la Val D’Orcia. Ab­bia­mo posti molto belli e penso che la gente, vedendo i nostri luoghi attraverso la corsa, sarà invogliata a venire da noi».
La gara avrà un percorso molto tecnico, incastonato in un paesaggio incantato, dove natura, storia e tradizione si fondono mirabilmente. Arrivati a San Qui­rico d’Orcia, infatti, la corsa si ac­cen­derà con un continuo di saliscendi, fino al traguardo posto in salita. A Tor­renieri ci sarà il primo settore di strade bianche, con curve e una discesa finale dove bisognerà saper guidare bene la bici, con un doppia curva in cui l’attenzione deve essere alta. Si passerà quindi per Boncovento, con lo strappo di Bib­biano, per affrontare una parte del­la corsa che farà grande selezione, con salite e strade bianche. Dai 200 metri di altitudine a Bibbiano la strada si im­pennerà a Castiglion del Bosco, fa­cendo male a tanti corridori e si arriverà così a Passo del Lume Spento, a quota 600 metri d’altitudine. Le strade bianche in questo tratto saranno 13,5 km, da qui lo sguardo si perderà tra le colline guardando verso Montalcino. Si scenderà verso Castelnuovo dell’Abate, costeggiando i vigneti del Brunello in direzione di Sant’Antimo, la splendida abbazia fondata da Carlo Magno. In questa zona si andrà veloci, perché la strada sarà tutta in discesa ma prima di arrivare a Sant’Angelo in Colle si af­fronterà ancora una strada in salita, se­guita dalla  discesa che porterà la corsa in località Argiano.
Ad attendere i corridori ci sarà un nuo­vo tratto di sterrato, l’ultimo, il più breve con i suoi cinque chilometri ma sempre in salita per andare fino a Ta­ver­nelle.
«Lo scorso anno, dopo le riaperture, abbiamo avuto un turismo molto più europeo con tanti francesi, ma anche belgi e olandesi - continua il sindaco di Montalcino -. Pensiamo di poter puntare sul turismo sportivo con il nostro percorso. Possiamo offrire itinerari molto belli su strade che verranno completamente rifatte, perché l’amministrazione si sta occupando di tutti i tratti di strada attraversati dalla corsa rosa. Ab­biamo splendidi percorsi da affrontare con la mountain bike e possiamo offrire molto anche a chi vuole conoscere questi territori con le e-bike».
La tradizione ciclistica di Montalcino ha un suo passato importante, con personaggi come il produttore di Brunello Giuseppe Bianchini, che in questa zo­na del senese portò negli anni Ottanta la passione della bici e del calcio, di­ventando presidente del Montalcino calcio e avviando la zona verso la promozione del ciclismo. In questi territori si svolgono tante corse, partendo già dalle categorie giovanili, con juniores e under 23 che hanno “assaporato” le difficoltà di salite e strade bianche.
«Vogliamo che il nostro territorio ven­ga identificato sia con il Brunello, che è il nostro biglietto da visita nel mondo, che con il ciclismo. Abbiamo tantissime strutture ricettive che sono organizzate con noleggio di bici e gui­de, che offrono la possibilità di utilizzare bici da strada, gravel e mountain bike, proponendo anche percorsi per le persone più avanti negli anni, su strade più semplici ma dalla bellezza indiscutibile».
Montalcino vuole vivere il ciclismo a 360° con tante iniziative legate sì alla corsa rosa, ma che accompagneranno gli appassionati fino ad ottobre, quando si correrà la Granfondo del Bru­nel­lo, una delle corse più amate nel centro Italia, con percorsi affascinanti tra i vigneti del Brunello e la boscaglia della Val d’Orcia. Tante iniziative che ac­com­pagneranno la corsa grazie all’associazione Orso on Bike, diretta da Mau­ro Pieri, una realtà ciclistica sul territorio che lavora tutto l’anno. Si partirà l’11 maggio con le Lady Bike che, dopo una escursione ciclistica di 35 km, simbolicamente, accenderanno l’abbazia di Sant’Antimo di rosa. Le Lady Bike so­no un gruppo di donne che hanno scelto la bici non solo per sport, ma come mezzo per raccogliere fondi destinati a diverse campagne benefiche che ogni anno decidono di sostenere.
Il 15 maggio, invece, sarà possibile partecipare ad un’uscita in gravel percorrendo gli ultimi km della tappa del Giro d’Italia mentre il pomeriggio, con una seconda uscita più breve, sarà data la possibilità di pedalare anche ai meno esperti. Ogni evento sarà organizzato nel massimo rispetto delle norme Co­vid-19, con gruppetti sotto le 5 persone, che partiranno in modo scaglionato.
Per finire le Lady Bike di Montalcino, guidate da Lucia Bianchini, percorreranno gli ultimi 30 km di gara la mattina del 19 maggio prima dell’arrivo del­la corsa.
«Vogliamo essere un comune e una provincia che scelgono il ciclismo - spiega Franceschelli -: c’è anche un progetto legato alle bici elettriche date in modo gratuito per affrontare un percorso museale locale. Questa è la dimostrazione di come, attraverso la bici, sia possibile unire il turismo culturale a quello sportivo. Noi partiamo dal Bru­nello ma arriviamo fino al ciclismo, che come idea è perfetta per il nostro territorio».
Montalcino e il suo sindaco guardano lontano e tra i loro progetti per incentivare un territorio unico potrebbe esserci il ciclocross.
«Per noi il ciclismo è tutto, lo guardiamo a 360° perché sappiamo di poter offrire possibilità a tutte le specialità di questo sport. Abbiamo Strade Bianche e l’Eroica e adesso il Giro d’Italia per la bici da strada, la Granfondo del Bru­nello per la mountain bike e anche delle iniziative importanti legate al ci­clismo femminile. C’è anche il ciclocross che ci interessa, perché va ad ab­bracciare la realtà di Paesi i cui appassionati potrebbero venire da noi. Dob­bia­mo anche tener presente che adesso i corridori di ciclismo su strada, quelli forti e che vincono corse come Strade Bianche o altre classiche prestigiose, vengono proprio dal ciclocross. Sa­reb­be bello poter organizzare una corsa im­portante di ciclocross a livello in­ternazionale, come una prova di Cop­pa del Mondo, che abbia come sfondo i nostri vigneti e le nostre colline. Ci stiamo lavorando e pensiamo di poter portare avanti con successo anche questo progetto».

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