LOMBARDIA. Cannone nuovo tecnico della pista

REGIONI | 09/01/2017 | 07:32
Marco Cannone, 42 anni, ex corridore professionista di Rozzano, è il nuovo responsabile tecnico lombardo dell’attività su pista. L’ex velocista alfiere di Lampre, Amore e Vita, CCC-Polsat dovrà essere maestro-coordinatore in particolare per ragazzi e ragazze esordienti, allievi e juniores.

“Amo strada e pista allo stesso modo – assicura – e da corridore mi hanno regalato emozioni diverse. Logicamente l’emozione più forte su strada l’ho provata vincendo in Francia una tappa del Tour du Limousin. E’ stato bellissimo anche partecipare alla Parigi – Roubaix in maglia Lampre da scudiero di Franco Ballerini, uno dei favoriti. Su pista ho vinto diverse gare tuttavia il momento magico l’ho vissuto arrivando terzo: andai sul podio preceduto da Marco Villa e dall’Australiano Scott Mc Grory al Trofeo Città di Milano, al Velodromo Vigorelli, nel 2001. Villa e Mc Grory erano star alle Sei Giorni”.

Cannone deve occuparsi dei giovani, tuttavia non trascura suggerimenti ai professionisti: “Vorrei rivedere in pista corridori come Pelucchi e Nizzolo. Nelle categorie giovanili l’hanno praticata, soprattutto Pelucchi. Gli farebbe bene anche adesso. Recentemente a Montichiari ho rivisto in pista Jakub Mareczko, che nelle corse professionistiche pianeggianti su strada ha dimostrato di essere un fulmine.  Mi ha fatto piacere vederlo determinato anche in pista”.

Marco da neodirigente federale ha idee chiare: “Innanzitutto voglio far capire ai dirigenti delle società giovanili che la pista è basilare per acquisire padronanza del mezzo meccanico. Successivamente posso parlare a corridori e dirigenti di programmi, ritiri collegiali, trasferte agonistiche all’estero”.

Attualmente in Lombardia funzionano i velodromi di Montichiari, Busto Garolfo e Dalmine; ci sarebbe anche il Vigorelli. “In realtà - precisa Cannone - al Vigorelli la pista è a posto ma alle tribune servono ancora restauri per renderlo idoneo a ospitare gare, per cui nei miei progetti momentaneamente non lo considero. L’impostazione del mio lavoro è facilitata dalla bravura dei tecnici di Montichiari, Dalmine e Busto Garolfo, fucine di campioncini. E se verranno ristrutturate le piste di Crema e Varese il mio lavoro potrà accelerare fortemente”.

Tra fine Anni 70 e inizio ’80 in Lombardia c’era il giovane Gianni Bugno che stravinceva su strada e su pista. Attualmente in Lombardia c’è chi è in grado di sostenere doppia attività?
“Diventare come Bugno è difficile. Dando incentivi all’attività in chiave tecnica e non solo economica possiamo riavere buoni corridori”.

Marco ha molta considerazione del settore giovanile femminile: “Attualmente tra le donne esistono due tipi di squadre: quelle attrezzate in modo superprofessionale e quelle che hanno strutture degne degli amatori. La pista può aiutare società meno dotate a colmare il gap”.

da Il Giorno del 7 gennaio a firma di Alessandro Brambilla
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