I VOTI DI STAGI. DUMOULIN LEONE, QUINTANA CONIGLIO

I VOTI DEL DIRETTORE | 10/07/2016 | 19:41
di Pier Augusto Stagi

Tom DUMOULIN. 10. Coglie l’attimo e se ne va. Vince la sua prima tappa al Tour, ma un giorno non molto lontano su queste strade non tornerà solo per fare le prove generali, bensì per la classifica. Oggi sente di potersi togliere una bella soddisfazione, e lo fa in una tappa che conta. Nel finale, dove occorre fondo, resistenza e potenza, corre in pratica una crono. Anche questa è una prova generale, nella quale non vede Parigi, ma Rio.

Alberto RUI COSTA. 8. Dei battuti è il più bravo. Sempre nel vivo della corsa, attento a non perdere ruote ed energie preziose, ma alla fine le energie sono quelle che sono.

Rafal MAJKA. 7. Forza da vendere, dovrebbe anche imparare a dosarla un pochino meglio. Per quello che oggi ha messo sulla strada, raccoglie pure poco.

Thibaut PINOT. 7. Non ha una grande condizione, l’abbiamo visto e lui non ne ha mai fatto mistero, ma si sta inventando un Tour nel quale può ritagliarsi uno spaziettino più che dignitoso. Oggi strappa per tre punti la maglia a “pois” a Majka.

Diego ROSA. 6,5. Il ragazzo cresce, in tutti i sensi. Cresce di condizione e di convinzione. Nel finale, sul più bello, si fa brutto. Ma è sulla strada giusta.

Mikel NIEVE. 8. Insieme a Sergio Henao è l’arma in più di Chris Froome. Il britannico da solo fa già paura, con questi due è terribile.

Thomas DE GENDT. 7. Lotta, lotta da giorni, come un pugile che ne prende un sacco e una sporta, ma ne dà. Eccome se ne dà.

Adam YATES. 8. La maglia bianca, fino a questo momento non va in bianco. Sempre lì, sempre con i migliori. Sorpresa? No, molto di più.

Chris FROOME. 8. Si muove da padrone. È il padrone, assoluto. Gli basta allargare i gomiti, partire con le sue accelerazioni, oppure guardare dritto negli occhi gli avversari, per metterli a tacere.

Nairo QUINTANA. 4. È il colombiano più moscio della storia del ciclismo. Certo, non si stacca, non si stanca mai di stare attaccato a Froome, ma da uno come lui ci si attenderebbe qualcosa di più. Uno scatto per dire 'ci sono anch’io'. Invece sembra dire: io qui dietro sto da dio.

Richie PORTE. 8. È tra i pochi che nel finale ci provano. Sono più attacchi dimostrativi che altro, ma almeno dimostra di non essere lì per caso.

Daniel MARTIN. 8. Dopo tanta sfortuna, finalmente si trova nelle zone alte della classifica a lottare per un risultato di prestigio e lo fa con assoluta personalità.

Wilko KELDERMAN. 4. Anche il 25enne olandese sembra essersi fermato. Negli anni scorsi aveva dato segnali importanti, ma ora che deve far vedere qualcosa di più e di più importante, fatica ad andare avanti. E rimbalza.

Joaquin RODRIGUEZ. 5,5. Arriva a casa, ma arriva in ritardo. E non è bello se gli ospiti sono lì ad aspettarti.

Tejey VAN GARDEREN. 5. È un corridore di livello: medio.

Roman KREUZIGER. 5. Ha il via libera dalla squadra e fa quello che può per salvare la baracca: non è moltissimo.

Fabio ARU. 5,5. Ricordiamoci che è al primo Tour de France e non è come dirlo. La strada è ancora lunga e Fabio ha tutto per poter fare meglio, per risalire posizioni. Oggi vive una giornata non brillantissima, ma non prende certamente la bambola.

Vincenzo NIBALI. 6.5. Fa quello che molti pensavano non potesse fare o non fosse più in grado di fare: resta con i migliori e aiuta fino alla fine Fabio a non precipitare negli abissi. Passano i giorni e il siciliano può solo migliorare.

Pierre ROLLAND. 4. È una delle tante speranze del ciclismo francese. Ormai questo è. Ed è poca cosa.

Peter SAGAN. 8. Un guerriero, di quelli che non lasciano nulla al caso e soprattutto non mollano la presa fin quando hanno energie. Se c’è da scherzare lui scherza, se c’è da menare fendenti non si tira indietro. Il campione del mondo va all’attacco nel tappone pirenaico e fa incetta di punti. Indomito.

Alberto CONTADOR. 5. E dire che all’inizio di questa tappa ci aveva anche provato a stare con il gruppetto di testa. Ma nonostante lo spagnolo abbia due zebedei grandi così e una classe purissima, si deve arrendere. Problema per tutti quelli che pensano di preparare al Tour le Olimpiadi: lui le preparerà a casa, e sappiamo quanto sia bravo a prepararsi.

Warren BARGUIL. 4. Non è proprio il suo Tour, quest’anno non va. Non va proprio. Aumentano le aspettative e spesso calano le forze. È il peso del Tour, bellezza.

Julian ALAPHILIPPE. 4. Ha talento da vendere, su questo non c’è alcun dubbio. Ma per diventare in corridore da Grandi Giri c’è da mangiare parecchia pappa. Poi i francesi, un po’ tutti, hanno un grandissimo problema. A loro basta qualche buona prestazione per convincersi di essere già gli eredi di Hinault. A questi ragazzi – nessuno escluso – manca un po’ di tenuta, non certo l’autostima.

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COMMENTI
10 luglio 2016 20:39 foxmulder
Lo dicevo prima che partisse il Tour che Quintana non mi piace, ma questo non perde occasione per darmi ragione... Difficile trovare parole migliori di quelle del Direttore per descriverlo: il colombiano più moscio della storia del ciclismo (dai tempi di un Giro vinto con una furbata in discesa). Magari poi ci smentirá tutti, ma intanto penso che, qualsiasi cosa faccia, difficilmente mi fará mai innamorare. Considerando poi che passa undici mesi l'anno in Colombia ad allenarsi, il quadro è desolante.

Come volevasi dimostrare
10 luglio 2016 23:32 pickett
Ieri l'unico a non accorgersi delle evidenti difficoltà di Aru a seguire i migliori era stato Stagi.Il sardo va ad aggiungersi al lungo elenco dei corridori che hanno fatto faville al Giro e alla Vuelta,e sono poi stati brutalmente ridimensionati dal Tour.Ennesima riprova che Giro e Vuelta sono una cosa,il Tour c'est autre chose.

Quintana
11 luglio 2016 02:38 lupin3
É vero il suo modo di correre é a dir poco sparagnino e sicuramente antispettacolare. Pero quest anno avra ragione ... sul finale dará un minuto e mezzo a froome su una salita finale e vincera il tour. Certo non passera alla storia...

Coniglio
11 luglio 2016 09:47 Piccio
Per uno direttore che non sa nemmeno cosa sia faticare in bici è facile dare del Coniglio a Quintana che, da essere umano, poteva anche trovarsi in riserva.
Mi chiedo se quello che a fatto ieri Quintana lo avesse fatto Aru con quali titoloni e voti sarebbe stato compensato.
Ma questo è il giornalismo italiano, non esiste imparzialità.

11 luglio 2016 10:12 Tarango
Quintana ha un piano ben preciso. Non attacca perché sa che non farebbe il distacco che vuole fare, spremersi per guadagnare 5" non gli interessa. Guardate la classifica: dal primo al decimo c'è un minuto netto. Non mi sembra molto, anche tenendo conto delle crono che verranno. Ricordiamoci che Quintana l'anno scorso arrivò ad 1'12", persi nella tappa olandese. Darà una botta sul Ventoux, e poi il colpo finale sulle Alpi. Questo il piano.

Contador
11 luglio 2016 10:31 andy48
L'unico voto che proprio non capisco e' il 5 a Contador. Che ha fatto per meritarsi l'insufficienza? E' caduto, si e' fatto male, ha tentato di tutto per rimanere in gruppo, non c'e' riuscito e ha dovuto abbandonare. Che c'entra il 5?

Non capisco i voti di quintana, Contador e barguil
11 luglio 2016 10:57 Djdkospsosjzjlxpddk
Secondo me Quintana quest\'anno batte Froome e comunque il 4 non ha senso dato che é l\'unico che non perde un cm dal britannico. Non hanno senso neanche il 5 a Contador e il 4 a barguil visto che è arrivato insieme ad Aru che ha preso 5.5 e come se non bastasse si era già staccatosulle altre due salite ma, lottando come un leone, è riuscito a rientrare due volte e a concludere non poi così lontano dai migliori.

11 luglio 2016 11:10 foxmulder
Pienamente d'acordo con tutte le analisi precedenti riguardanti la tattica di Quintana. Anche il Giro che ha vinto, oltre che con la menzionata furbata in discesa, lo ha vinto con la crono del Grappa. Sicuramente il disegno generale ci sta. Unzue non è uno sprovveduto e Valverde ha corso con il freno a mano tirato per anni vincendo moltisssimo. Tuttavia rimango sulla posizione, vedo condivisa da qualcuno, che Quintana incollato alla ruota di Froome non sia lo spettacolo più bello da vedere. Quando spiego a mio figlio lo svolgimento di tappe come quella di ieri lui capisce la tecnicalità della cosa, ma non riesce ad adeguarsi. Neanch'io.

a foxmulder
11 luglio 2016 11:25 Tarango

Siamo d'accordo, anch'io vorrei che fossero tutti Chiappucci. La colpa però non è di Quintana, ma del ciclismo post-Amstrong e delle squadre come la Sky che lo hanno 'ammazzato' dal punto di vista spettacolare. Per questo continuo a sostenere che il Giro è più bello, perché è (anche per conformazione delle strade e delle salite) meno prevedibile, più aperto. Chiedere proprio alla Sky.


Aru
11 luglio 2016 14:32 runner
Ma scusate: tranne una persona che lo ha citato (peraltro non in modo positivo), vedo che si discute solo sui corridori stranieri (Contador, Quintana, Froome, Braguil...
Ok, va bene. Ma diamo un po' più di credito e speranza per il nostro Fabio Aru. Come si fa a sputare già sentenze nei suoi confronti, dopo solo poche tappe e solo un minutino perso dalla maglia gialla! Ricordiamoci che è alla sua prima partecipazione al Tour e che la corsa è ancora lunga. Ci sono ancora un sacco di tappe alpine davanti. Anzi, direi che finora ha offerto una prova più che dignitosa. Sono certo che il sardo verrà fuori alla distanza.
Però, basta criticare subito: diamo anche tempo!

x runner
11 luglio 2016 14:51 foxmulder
Ieri avevo scritto altrove questo commento a proposito di Aru/Astana. Nessuna critica, ma l'osservazione, dal mio punto di vista, di una serie di stati di fatto:


Vedo un'Astana un po' "scalcagnata". In bilico tra gli alti e bassi di Nibali (oggi molto bravo) e la consapevolezza di Aru (che lo affligge sin dall'inizio della corsa) di non essere all'altezza dei migliori. Anche l'ottimo Rosa di oggi mi ha dato l'impressione che, correndo in maniera più accorta, avrebbe potuto raccogliere di più. La squadra del Giro mi sembrava più lucida e meglio attrezzata.
Scrivendo, poi, mi accorgo che commenti analoghi si potrebbero fare anche sulla Tinkoff che, però, ha perso il capitano dopo giorni e giorni di difficoltá. La questione non è di poco conto.

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