Una calda giornata di fine primavera, una festa dello sport, un grande appuntamento di ciclismo internazionale: così è iniziata la 45^Coppa della Pace e così avremmo voluto descriverla annunciandone i vincitori. Una giornata di sogni di vittoria che si sono invece improvvisamente infranti contro quel muro inesorabile che è la vita.
186 gli atleti al via della gara, schierati da 28 squadre tra le migliori del panorama ciclistico dilettanti. Tutti gli atleti sono consapevoli di quanto è tecnico il tracciato di 170 chilometri, nonostante ciò, dopo lo sventolio della bandiera a scacchi, l’andatura è subito alta: nella prima ora di gara la velocità media del gruppo che viaggia pressoché compatto è di 48.100 km/h. Tutti aspirano alla vittoria, che potrebbe segnare anche la possibilità del passaggio fra i professionisti, e ogni iniziativa suscita così la pronta reazione del gruppo. La salita verso il GPM di San Paolo, da ripetere 8 volte, comincia poi a sortire i suoi effetti frazionando il plotone, anche se i distacchi rimangono sempre esigui. Così là in testa alla corsa si avvicendano in diversi. Mancano poco più di 50 chilometri alla fine della gara e come le tessere del domino allineate cominciano a cadere una sull’altra, si innesca una sequenza inesorabile di istanti, di disgraziati eventi che culmineranno nel terribile incidente che ha visto come protagonista Keagan Girdlestone il diciannovenne arrivato dal Sud Africa con la Dimension Data for Quebeka.
Poi il silenzio di un popolo, quello del ciclismo riunitosi per la Coppa della Pace, che attonito si mette all’ascolto di radio corsa. I soccorsi tempestivi, la neutralizzazione della corsa, l’ambulanza che corre a sirene spiegate verso l’ospedale di Rimini. L’incontro tra la direzione di gara, gli organizzatori, i fratelli Anelli, la giuria presieduta dal danese Jakob Knudsen, i direttori sportivi, i compagni di squadra attoniti, gli atleti tutti : oggi domenica 5 giugno 2016, dalle ore 17 non ci sarà più gara, non ci sarà traguardo, perché quel ragazzo di 19 anni che arriva dal lontano Sud Africa e che aveva annunciato agli amici la sua partenza per l’Italia, sta correndo la sua gara per la vita.
La carovana compatta torna in silenzio verso Sant’Ermete, qui il pubblico che la sta aspettando, applaude gli atleti della Dimension Data e tutti quei ragazzi che rientrano verso gli spogliatoi segnati dal dramma, ma il pensiero di tutti è rivolto a Keagan che in ospedale viene operato. Le sue condizioni sono gravissime, i medici non si pronunciano, ma lui non molla. La famiglia così lontana lo raggiungerà presto.
“Adesso – commentano gli organizzatori della gara (che ricordiamo essere Il Pedale Riminese e la polisportiva Sant’Ermete, con il sostegno della ditta F.lli Anelli) e la direzione di gara – non c’è spazio per il cinismo, per le discussioni sterili, ora il silenzio deve essere rotto solo dal pensiero, dal tifo sincero per un ragazzo che in quel letto sta correndo la gara più difficile e fondamentale. Anche ora che arrivano notizie incoraggianti dal reparto rianimazione dell’ospedale di Rimini, è il tempo delle preghiere che la famiglia ci ha chieste per continuare a sperare di vedere presto sul volto di Keagan quel sorriso che ci ha regalato prima della partenza della gara.
Vogliamo
quindi ringraziare quanti con il loro lavoro o semplicemente con la compostezza
hanno permesso di affrontare i momenti difficili di domenica scorsa.
Ringraziamo i soccorritori, i medici e i paramedici, le forze dell’ordine, gli
abitanti della zona teatro dell’incidente e tutti quanti hanno dovuto
pazientare affinché si potessero svolgere al meglio le operazioni di soccorso.
Ringraziamo le squadre e gli atleti per la solidarietà espressa nei confronti
del loro sfortunato compagno, così come il team di Progetti Scorta che insieme
a una somma raccolta per contribuire alle necessità della famiglia e di Keagan ci
fa avere questo messaggio: Sono momenti
di profonda angoscia in cui molti di noi vorrebbero fare qualsiasi cosa pur di
essere utili a mitigare il dolore ed i disagi di una simile condizione […].
Il nostro abbraccio più forte e sincero va a Keagan e a tutta la famiglia Girdlestone, con la ferma speranza che tutto possa volgere presto al meglio.
#KeepFightingKeagan
comunicato stampa