Cosa pensa del rilancio di questa struttura?
«Come amante della pista e come comitato siamo felici e orgogliosi che tra i soldi stanziati per CityLife sia stato pensato a un budget per far ripartire il Vigorelli. La realizzazione di un palazzo coperto sarebbe stato il top ma ci accontentiamo della ristrutturazione della pista e della sua copertura. Siamo entusiasti e grati al Comune di Milano e felici che i lavori siano partiti. Il ciclismo italiano e lombardo esige una pista coperta e più moderna in città, nei mesi scorsi numerosi architetti hanno proposto idee innovative nei vari concorsi ma evidentemente non è stato possibile concretizzarle. Detto ciò, ora bisogna dedicare molta attenzione a come verrà gestito il Vigorelli. Rimetterlo a norma e in funzione è solo il primo passo, per il succeso di un impianto la gestione è fondamentale. Mi viene in mente il paragone con un corridore che passa professionista. In quel momento non raggiunge un traguardo ma inizia un percorso delicato. Ora inizia il bello, dobbiamo tutti lavorare sodo e con serietà».
Come verrà gestito?
«Mi auguro si propongano personaggi competenti, dal canto nostro noi offriamo il massimo supporto a chi verrà incaricato di questo compito dal comune. A mio avviso sarà importante sfruttare al meglio tutti gli spazi, il ciclismo deve restare l'attività primaria del Vigorelli, ma ci sono tante altre attività che possono e devono creare movimento per tener vivo l'impianto tutto l'anno. Mi prendo l'impegno di sedermi al tavolo con le altre federazioni regionali per collaborare e condividere le nostre idee. Auspico un coinvolgimento delle nostre competenze per valutare la gestione, non possiamo permetterci l'ennesimo flop come quello del '96 quando mio papà con il dottor Squinzi ed altri si erano dati da fare per riportarlo alla luce ma dopo poche manifestazioni non si è riusciti a valorizzarlo come merita».
Che tipo di corse potranno essere organizzate?
«Il Vigorelli è una pista agonistica difficile, non per tutti. Sui giornali continuo a leggere la bestialità di riportare la Sei Giorni che non c'è mai stata in questo velodromo, se non nella versione estiva ma è un'altra cosa rispetto a quello che si svolgeva a febbraio a Milano. È una pista molto tecnica, per salirci serve avere una certa confidenza con la bicicletta, potranno usarla gli agonisti puri, non i bambini o gli amatori. Essendo una pista lunga (400 mt) e con le curve ripide obiettivamente non è il massimo per far imparare i giovani, ma troveremo il modo per sfruttare la parte bassa per i piccoli mentre nella parte alta gireranno i grandi dando l'esempio e stimolando chi si avvicina per la prima volta alla pista. Dovrà diventare un punto di riferimento per il nostro movimento, un centro di eccellenza del ciclismo, con uno studio medico - fisioterapico, un'officina meccanica dotata delle ultime tecnologie, insomma un polo di competenze delle due ruote. A logica dovrà ospitare il museo del ciclismo, il Ghisallo è stupendo ma scomodo da raggiungere per gli appassionati. Il Vigorelli è storicamente il tempio del ciclismo in Europa, è la sede naturale per ospitare il museo della bicicletta».
Giulia De Maio
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