Addio Marconcini: il ciclismo ha un Angelo in più

| 10/11/2006 | 00:00
Da ieri il ciclismo ha un angelo protettore in più. È spirato Angelo Marconcini, una vita nel mondo delle due ruote, prima come atleta e poi come direttore sportivo. Ad Angelo, qualche tempo fa era stato diagnosticato un tumore incurabile e - dopo aver corso fin tra i dilettanti, essere ritornato nell'ambiente lavorando nella categoria Udace fino a 53 anni ed aver seguito i giovanissimi del Barlottini di Lugagnano - gli era passata la voglia di continuare il suo lavoro e di stare tra la gente. "Un brutto periodo - raccontava Marconcini in una recente intervista - in cui mi ero fermato e non avevo più la forza di reagire, non facevo più niente". Ma proprio in quel momento la sua passione lo aveva fatto uscire dalla crisi; grazie alla moglie e agli amici di sempre, in testa a tutti il dottor Pressi, Remo Cordioli e Battista Cailotto, era tornato in gruppo come direttore sportivo nella FDB Ecodem. Così mentre allenava e stava con i ragazzi della sua squadra, ad Angelo era tornato il sorriso, la carica di entusiasmo che riceveva ogni giorno tra gli allenamenti e le gare lo aiutavano ad andare avanti, per cercare di vincere a tutti i costi la battaglia più importante, quella contro quel male oscuro. Una testimonianza importante la sua, per mandare il messaggio più bello ai suoi ragazzi, un messaggio di ciclismo si, ma anche di vita, perchè mai ci si deve arrendere. "Tutti - ci teneva a dire Angelo - mi dicevano che, dopo l'intervento, avrei avuto bisogno dello psicologo. Macchè psicologo... la bici sistema tutto, fa in modo che attraverso la fatica i problemi non ci siano, dà forza di reazione e carattere". L'ultimo saluto a questo Angelo del ciclismo sarà dato sabato 11 novembre, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Dossobuono. Andrea Fin (corridore Under 23 Zalf Désirée Fior)
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