ITALIA. Il segreto? È l'alimentazione

MONDIALI | 26/09/2015 | 08:27
Frutta secca, cibi con basso carico glicemico, materie prime rigorosamente “made in Italy” ed un integratore innovativo a base di flavonoli che potrebbe fare la differenza. Queste le linee-guida della dieta mondiale confezionata dal faentino Iader Fabbri, il consulente tecnico nutrizionale della Nazionale Italiana di Ciclismo che, nel prossimo weekend, a Richmond, darà l'assalto alla maglia iridata. Prima della partenza per gli States, gli abbiamo rivolto qualche domanda per capire cosa mangeranno i nostri corridori durante la rassegna in Virginia.
 
Dottor Fabbri, lei è alla sua seconda esperienza mondiale con la nazionale italiana di ciclismo. Rispetto ad un anno fa, sul piano della cultura dell'alimentazione, che cosa è cambiato in seno alla Federazione Italiana?
"Direi tanto e, per fortuna, in meglio. Certo, c'è ancora molto da fare perché si può sempre migliorare, ma sicuramente stiamo andando verso la direzione giusta. Rispetto ad un anno fa, l'ambiente della Federazione azzurra, ma direi di tutto il ciclismo italiano, è diventato molto più sensibile e ricettivo nei confronti dell'alimentazione applicata allo sport. L'intero movimento, anche sulla scorta delle esperienze positive introdotte in particolare dai team anglosassoni, ha ormai compreso l'importanza dell'aspetto nutrizionale per il miglioramento della performance. E, in questo senso, va dato atto al commissario tecnico Davide Cassani e all'equipe medica della Federazione di essere stati, ancora una volta, precursori".

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COMMENTI
sostenere
26 settembre 2015 18:07 canepari
che la frutta secca e i flavonoli facciano la differenza e ti facciano vincere il mondiale mi sembra esagerato. Il fatto è che molti ragazzi arrivano preparati nella categoria dei "puri" per merito delle società e dei tecnici che li fanno crescere insegnando ciclismo.

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26 settembre 2015 20:21 Pasciosa
Quante persone ancora riusciranno ad arricchire la propria immagine utilizzando nuove qualsivoglia techine che in realtà sono da mooooolto tempo utilizzate da atleti che ne usufruiscono grazie al lavoro in sordina di medici veramente e pacatamente innovativi?
Prima di Fabbri tantissimi altri, troppi. Pensiamo al grande Doc Arcelli. Nazionale italiana precorritrice? Ahahahah

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