TOH CHI SI RIVEDE! MICHAEL RASMUSSEN FA IL GIORNALISTA

TOUR DE FRANCE | 18/07/2015 | 16:56
A volte ritornano, passando dalla porta principale. Michael Rasmussen, allontanato in malo modo al Tour del 2007, quando era lanciato verso un successo ormai assicurato, è qui alla Grande Boucle. Il 41 enne ex corridore danese, tornato a vivere nel suo Paese, è qui in veste di giornalista e come tale è accreditato. Lavora per un quotidiano di Copenaghen, «Ekstra Bladet», per il quale cura una rubrica giornaliera, oltre a realizzare reportage anche video per il sito. «Mi piace molto questo nuovo ruolo – dice l’ex campione del mondo di cross country del’99 -, è un modo per stare in un ambiente che io amo e che mi piace frequentare ancora».

Rasmussen, nato a Holbaek il 1° giugno del 1974, ha iniziato la sua carriera ciclistica come biker (specialità cross country), disciplina di cui si laurea campione del mondo nel 1999. Passa professionista nella stagione 2001 con il team CSC di Bjarne Riis, aggiudicandosi la prima tappa della Jadranska Magistrala. L’anno dopo, vincerà la quarta tappa della Vuelta Burgos. Nel 2003 lascia la Csc per passare alla Rabobank, formazione con la quale vince la 7° tappa della Vuelta di Spagna (a Cauterets), la 6° tappa del Delfinato a Grenoble nel 2004. Nel 2005, vince la 9° tappa del Tour de France con un fuga sulle Alpi. Corre una cronometro disastrosa, cadendo più volte a causa di traiettorie disegnate male. Perde quindi 4 posizioni e chiude settimo in classifica generale, vincendo però la maglia a pois.

Al Tour del 2006 vince la sedicesima tappa Bourg d'Osains-La Toussuire grazie ad una eroica fuga durata 176 km. Sempre alla "Grande Boucle" di quell’anno conquista la maglia di miglior scalatore. L’anno seguente, nel 2007, vince l’8° tappa, staccando i compagni di fuga e conquistando la sua prima maglia gialla. Sulla salita di Plateau de Beille risponde da par suo agli attacchi di Contador, lasciandogli la vittoria di tappa. Nella sedicesima tappa, ultima frazione, il danese attacca lo spagnolo sull’ultima salita del Colle d’Aubisque, staccandolo di quasi 40” e consolidando il proprio primato in classifica generale con 3’10” su Contador e 5’10” sull’australiano Cadel Evans. La sera stessa, però, fu obbligato dal proprio team, la Rabobank, ad abbandonare la corsa per aver mentito sul luogo di allenamento (diceva di trovarsi in Messico, ma il commentatore Rai Davide Cassani rivelò, in quella diretta, che il danese l’aveva visto allenarsi come un matto, fino a ora tarda, sulle strade del Trentino. Quello che doveva essere l’esempio più chiaro di volontà e tenacia del corridore danese, si rivelò per Rasmussen un boomerang clamoroso.  

In seguito l'organizzazione del Tour il 25 luglio lo costrinse all'esclusione dalla competizione, a seguito della "non negatività" alla Dynepo, considetrata Epo di seconda generazione, ad un controllo effettuato durante la corsa. In seguito fu squalificato per due anni dalla stessa UCI.

Nel 2009 torna a correre, vincendo il prologo della  Vuelta a Chiuhuahua una corsa a tappe messicana; due anni dopo si aggiudica anche una frazione del Tour de Serbie. Il 31 gennaio 2013 annuncia il ritiro dall'attività agonistica. Durante la conferenza stampa ammette di aver fatto uso di numerose sostanze dopanti (EPO, ormone della crescita, testosterone, insulina, cortisone, trasfusioni di sangue) tra il 1998 e il 2010.  

da Mende, Pier Augusto Stagi
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COMMENTI
Solo lavori socialmente utili
18 luglio 2015 18:42 pagnonce
rasmussen solo questi potresti fare. così Potresti risarcire i piazzamenti a chi è arrivato dietro.Qui è questione di coscienza e di onestà visto che hai ammesso uso di tutto.Solo dopo qualcuno ti leggerà.

siamo tutti giornalisti
18 luglio 2015 21:11 sasa
Hai avuto problemi con la giustizia? Puoi sempre fare il giornalista. Ti hanno trovato positivo? Nessun problema, ti facciamo fare il giornalista. E poi dicono che questo mestiere si sta sputtanando? Ormai possono farlo cani e porci, alla faccia della credibilità. Ma perchè nessuno vuole fare il contadino ola badante?

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