Come stai? «Molto bene, ho lavorato tanto e la condizione è al top. Sono stato in altura fino a sabato sera sull’Etna. Ho scelto questa località per poter stare vicino alla famiglia, per poter trascorrere del tempo soprattutto con i miei bimbi, Gloria di 3 anni e mezzo e Matteo, che tra poco ne compirà 2. Visto che dovrò stare parecchio lontano da casa ho preferito stare in zona».
Hai saltato il Campionato Italiano per motivi di lontananza? «No, assolutamente. Avrei voluto essere al via perché la forma è ottima e sul Superga ho vinto un anno fa la Milano-Torino ma la squadra ha preferito che concentrassi tutte le mie forze sul Tour de France così abbiamo optato per qualche giorno in più in altura. Guardare la sfida tricolore in tv è stata una sofferenza, ma devo rispettare la scelta della squadra per cui la Grande Boucle è l’obiettivo principale dell’anno».
Quale sarà il tuo compito? «Per le mie caratteristiche farò parte del “gruppo salita” che dovrà accompagnare Purito in montagna, soprattutto quando la strada sale dovremo essere al suo fianco. Ho svolto il suo stesso calendario e sono convinto che farà proprio un bel Tour. Se, come tutti, usciamo vivi dai primi dieci giorni tra la tappa del pavé e l’arrivo sul muro di Huy che non sarà per niente come alla Freccia perché il gruppo arriverà nelle fasi finali ben più folto, nell’ultima settimana lui e Quintana saranno gli uomini da battere. Il nostro obiettivo con lui è il podio, poi c’è Alexander Kristoff che punterà alle tappe e alla maglia verde. Schieriamo una squadra di grande esperienza e davvero completa».
Dopo il Tour? «Sicuramente correrò anche la Vuelta a España, quindi tra i due grandi giri non sarò al via di altre corse. Il mio finale di stagione prevederà Il Lombardia e Abu Dhabi. Guardando più in là? Noi mi sono posto un’età limite, finché in bici mi diverto, riesco a raggiungere gli obiettivi che mi prefisso e i sacrifici non mi pesano continuerò a pedalare. Quando sarà ora di cedere il passo ai giovani, accetterò serenamente la sentenza del ciclismo, ma per ora ad appendere la bici al chiodo non ci penso proprio».
Giulia De Maio