LA TAPPA. Appuntamento a Imola. SEGUI IL LIVE

GIRO D'ITALIA | 20/05/2015 | 07:33
Se la tappa di ieri, caratterizzata da un'altimetria praticamente piatta, è riuscita a regalare emozioni, spettacolo e sorprese - altrimenti non possono essere definiti né il successo di Nicola Boem né il ritardo pagato al traguardo da Richie Porte, poi sanzionato dalla Giuria per scorrettezze con due minuti di penalizzazione - dall'undicesima frazione del Giro è lecito attendersi molte scintille.
Del resto la prima metà della corsa rosa è stata dura durissima e corsa ada ltissimo ritmo: da oggi in poi, ogni tappa, può regalalre risultati imprevedibili e impronosticabili. Il terreno per fare la differenza c'è, se poi dovesse arrivare il temuto maltempo, dopo il grande caldo di ieri, le cose sarebbero ancor più complesse.

Tappa tutta romagnola, da Forlì a Imola, breve ma con un profilo altimetrico che rivela e predice che per i corridori impegnati su questo percorso, non sarà assolutamente una giornata di quiete.
Il menu di giornata propone cinque salite, non lunghe o oltremodo impegnative, comunque sempre di salite si tratta. La partenza è nuovamente da Forlì, dove è terminata la tappa precedente, con il ritrovo nella vasta e imponente piazza Saffi. C’è una sorta di “ritorno al passato” in questo coincidere di località d’arrivo e di partenza, evenienza sempre particolarmente gradita da tutti, corridori in testa. Si va verso Castrocaro Terme che, oltre alle proprietà delle acque, ricorda il festival delle “voci nuove” e il Gran Premio a cronometro con i migliori specialisti internazionali che si è disputato dal 1958 al 1979, noto anche come G.P. Tendicollo Universal. Da Dovadola s’inizia a salire verso il passo del Trebbio, salita storica dell’antico Giro di Romagna, GPM di 3^ cat. a quota m. 565. Qui è terminata anche una tappa del Giro d’Italia 1978 vinta dal bravo e forte Giancarlo Bellini. Segue la discesa su Modigliana, cittadina nativa di un fotografo sportivo storico anche del ciclismo come Vito Liverani, classe 1929, ma sempre sulla breccia, all’occorrenza. Si risale verso Monte Casale, non considerato GP ed entrare in provincia di Ravenna. Altro strappo, dopo Brisighella, in salita per La Valletta e immediata discesa verso Zattaglia. Su e giù nel panorama suggestivo dei rilievi romagnoli e questa sorta di “colline russe”, in serie, caratterizzate da pendenze non impossibili ma neppure insensibili, continuano salendo il Monte Albano. Discesa su Casola Valsenio, nel panorama collinare caratterizzato dalle rocce della “Vena del Gesso Romagnolo” che richiamano i calanchi appenninici e rocce del colore del gesso. Il luogo ricorda anche lo storico, scrittore e poeta Alfredo Oriani, nativo di Faenza nel 1852, scomparso a Casola Valsenio nel 1909, dove c’è la casa-museo, fra i primi cantori e fruitori della bicicletta. E, appunto la trilogia “La bicicletta” del 1902, è tuttora considerato un capolavoro assoluto in tema di due ruote.
Da questa località inizia l’inedita, per la corsa rosa, salita del passo del Prugno, conosciuto anche come “strada della lavanda” per l’omonima pianta che la caratterizza, GPM a quota m. 533, 3^ cat., pendenza media abbordabile con una punta al 9%. Il passaggio segna l’entrata nella provincia di Bologna e, dopo Borgo Tossignano e Codrignano, si giunge nel territorio di Imola, entrando e uscendo alla “variante alta”, nello storico Autodromo Enzo e Dino Ferrari, non nuovo a molteplici eventi di rilievo dove il rombo dei motori, auto o moto che siano, zittisce e cede il passo al fruscio delle biciclette. È riproposto integralmente il circuito dei Tre Monti dove, nel 1968, Vittorio Adorni conquistò, con una grande impresa solitaria, il titolo iridato. Tanti altri sono stati comunque gli eventi ciclistici che qui sono andati in scena e, fra questi, i due campionati italiani vinti da Piermattia Gavazzi nel 1988 e da Filippo Pozzato nel 2009, oltre a innumerevoli arrivi di una classica come la Coppa Placci dell’U.S. Imolese con la regia appassionata, ai tempi d’oro, di Nino Ceroni, personaggio notissimo per la sua attività nel ciclismo non solo imolese. Sono tre i giri previsti del circuito, ognuno di km. 15,400, disegnato per questo finale, che comprende l’ascesa ai 252 metri dei Tre Monti, valido quale GPM di 4^ categoria al terzo passaggio. Il nome Tre Monti riassume e raggruppa i colli di Pediano, Frassineto e Bergullo interessati appunto dal circuito originario sulle alture che contornano Imola.
Si prevede un grande spettacolo, fuori e dentro l’autodromo Enzo e Dino Ferrari. La velocità dei protagonisti è sicuramente minore rispetto a quella degli abituali attori in pista – piloti a due o quattro ruote con motore – ma lo spettacolo e la passione dei protagonisti e del popolo del ciclismo non è certamente di meno.

Giuseppe Figini

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