Nei giorni scorsi Roberto Bressan, presidente del Cycling Team Friuli, ha inviato una lettera al Consiglio Federale della FCI per segnalare un «increscioso episodio verificatosi nello scorso mese di ottobre» di cui riportiamo il testo integrale.
Il ciclista dilettante Simone Viero, atleta di interesse nazionale tesserato con l'ASD Cycling Team Friuli di Udine, a far tempo dalla corrente stagione, in data 23 ottobre 2014, riceveva sul proprio cellulare il seguente messaggio "WhatsApp" dal Sig. Claudio Cucinotta, tecnico della Nazionale:
“CIAO SIMONE, COME VA? IL DS DI UNA SQUADRA CONTINENTAL PER CUI FACCIO IL PREPARATORE MI HA CHIESTO IL TUO NUMERO, POTREBBE INTERESSARTI?”
Tale contatto avuto con il nostro tesserato - si legge nella lettera con cui il Cycling Team Friuli invita il presidente Di Rocco a prendere posizione - è manifestamente in contrasto con ogni più elementare profilo di correttezza. Prescindendo, infatti, da ogni considerazione (che riguarderà semmai i rapporti tra il Sig. Claudio Cucinotta e la Federazione) in ordine all'opportunità della condotta del Preparatore il quale, dichiaratamente, opera per conto di una società sportiva ed al contempo riveste l'incarico di tecnico della Nazionale Italiana, rilevo la scorrettezza usata dal Sig. Cucinotta nel contattare un nostro tesserato, prospettandogli un interessamento da parte del DS di una squadra Continental (volto evidentemente al passaggio dell'atleta a tale società) con la precisazione che, relativamente a detta stessa società, egli ricopre il ruolo di Preparatore Tecnico.
Tale specificazione pare avere il non troppo velato intento di prospettare al giovane, dopo il trasferimento presso la nuova squadra, la possibilità di un più agevole accesso alla nazionale, proprio grazie al rapporto che il Sig. Cucinotta ha con la Nazionale stessa.
Se, infatti, il Cucinotta si fosse limitato a chiedere al Viero l'autorizzazione a dare il suo numero al DS della squadra Continental, nulla vi sarebbe stato da obiettare.
Tuttavia, il fatto di aver inteso sottolineare al Viero la circostanza del suo ruolo di Preparatore nella squadra del DS a lui interessato dà al messaggio telefonico un ben diverso significato.
Proprio di ciò lo scrivente si duole con la Federazione, attendendosi dal suo Presidente, quale responsabile diretto della nomina, così come della rimozione dei tecnici federali un doveroso, severo, provvedimento nei confronti del Sig. Claudio Cucinotta alle cui lusinghe il Viero, nonostante la giovane età, ispirato ai più sani principi di correttezza e di onestà nei confronti della società di appartenenza, ha saputo e voluto resistere.
Visto che attorno a questo episodio sta nascendo un vero e proprio caso abbiamo voluto sentire anche l’altra campana perciò abbiamo contattato Claudio Cucinotta, ex professionista e preziosa firma di tuttobicitech.it che ci ha spiegato la sua versione dei fatti. «In quanto accaduto non ci vedo nulla di compromettente, per questo mi sorprende il clamore suscitato da un semplice messaggio. Un mio ex compagno di squadra, responsabile di un Team Continental mi ha chiesto se conoscevo questo ragazzo e se potevo metterlo in contatto con lui. Io gli ho detto che gli avevo fatto un test in nazionale e che ce l’avevo tra gli amici su facebook quindi, per fargli un favore, potevo chiedergli il numero di telefono da passargli, senza alcun impegno. Adesso quasi mi viene da ridere perché tra le righe gli avevo detto che questo atleta non lo ritengo all’altezza di team Continental, ad ogni modo ho scritto al ragazzo chiedendo se voleva mettersi in contatto con questa persona e stop. Lui mi ha risposto di no, che per il 2015 era già accasato ed è finita li. Del ciclomercato non mi interesso e, non essendo commissario tecnico è assolutamente assurda l’ipotesi avanzata da Bressan e dal suo atleta. È stato montato un caso sul nulla: il Consiglio Federale mi ha segnalato questa lettera ma conoscendo la mia professionalità e chi ha avanzato questa pesante accusa non ci ha dato troppo peso. Mi dispiace che nel nostro ambiente ci sia chi debba sempre fare a tutti i costi polemica, infangando l’immagine di una persona senza motivo».
Giulia De Maio