COPPA D'INVERNO. Nova: «Questo ciclismo moderno avrà vita breve»

DILETTANTI | 21/10/2014 | 11:36
Corridori iscritti: 185. Partiti: 124. Classificati: 12. Ritirati: 112. Questi i numeri, imbarazzanti, della 93a edizione della Coppa d’Inverno, classica di fine stagione della categoria dilettanti. La corsa, vinta dal bresciano della Zalf Andrea Garosio, penserete sarà stata caratterizzata da una mega caduta di gruppo, selezionata da un percorso molto ostico o da condizioni climatiche avverse ma non è stato così. Ben 80 corridori prima di metà gara sono stati fermati dalla giuria, a ragione, perché avevano oltre 5’ di distacco dai fuggitivi della prima ora, troppi per garantire la loro sicurezza. 

Una vergogna, soprattutto di questi tempi in cui il calendario delle categorie minori è tutt’altro che logorante visto le continue corse annullate per mancanza di sponsor. Diamo per questo la parola a Adriano Nova, l’organizzatore che è stato mortificato insieme ai suoi collaboratori dai corridori che, forse con superficialità, prendendosela (troppo) con calma non hanno capito il danno causato all’evento e a loro stessi. «Per un paio di giorni ho cercato di tenere la bocca chiusa ma sono un tipo vulcanico e per quanto accaduto, scusate il termine, sono super incazzato. Parlo da organizzatore ma anche da direttore sportivo (della M.I. Impianti-Remer-Guerciotti, ndr) e dico senza paura di essere smentito che c’è qualcosa da rivedere. Quanto accaduto domenica non è un caso isolato ma sta diventando la norma, situazioni analoghe si sono verificate alla Ruota D'oro Terranuova Bracciolini, alla Milano-Rapallo, a Valperga e per poco accadeva a Somma Lombardo. Nei primi chilometri allunga un gruppetto di 15/20 corridori se non meno e il gruppo lascia fare disinteressandosi totalmente all’inseguimento, costringendo la giuria a fermarlo per motivi di sicurezza. Nella sostanza 6’-7’ con il gruppo largo sulla strada che non reagisce sono ingestibili anche con una struttura organizzativa folta e preparata come la nostra, non solo in un paese trafficato ma anche in campagna perché dalle stradine secondarie si infilano pedoni, auto moto…». 


Ed entrando nel dettaglio di quanto accaduto domenica: «Quando la direzione mi ha avvisato che nonostante il gruppo fosse stato invitato ad aumentare il ritmo, nulla si muoveva ho acconsentito a prendere i dovuti provvedimenti in primis per la sicurezza degli atleti, a discapito della manifestazione. I ragazzi in gara hanno dato un'immagine poco professionale e hanno mancato di rispetto al pubblico presente. Nonostante l’arrabbiatura io ho mantenuto i patti stretti con le squadre, nel momento di consegnare ai team manager il rimborso spese previsto volevo proprio vedere le loro facce... Tutti hanno convenuto con me che avevamo fatto una figura poco elegante ma tant’è che sono io a dover spiegare ai miei sponsor e a tutti coloro che lavorano dietro a questa manifestazione perché ha senso continuare a investire per una nuova edizione».


Il rammarico nella voce di Nova è evidente ma non gli impedisce di ampliare il lucido ragionamento: «C’è qualcosa da rivedere più in generale: quando già dal mattino ci si ritrova con squadre che hanno iscritto 10 corridori e si presentano al via con 2 soli partenti. Andrebbero inflitte delle multe per infrazioni di questo tipo, soprattutto ora che i sistemi informatici di cui disponiamo danno la possibilità di avvisare eventuali defezioni anche a ridosso della data della gara. Se hai 5 corridori che sono già partiti per le Seychelles e 3 che non hanno più voglia di correre stattene a casa e non farmi mettere in piedi tutto l’ambaradan che serve per una corsa di un certo livello. In questo senso devono intervenire gli organi federali, nelle prossime settimane avremo modo di parlarne. Detto questo chapeau ai 12 arrivati per la bella performance e complimenti al degno vincitore della gara. Sono deluso per il comportamento di tutti gli altri, soprattutto delle squadre non rappresentate davanti che avrebbero dovevano tenere la fuga a 3’ o giù di li, ma sapete costa fatica… Vedere più persone a terra, mezzi dello staff e della polizia impegnati che corridori in gara mi ha reso davvero triste. Se questo è il ciclismo moderno avrà vita breve. Se noi non facciamo più le corse, questi ragazzi dove vanno a correre?». 

Giulia De Maio

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COMMENTI
Mah
21 ottobre 2014 11:59 Ruggero
Ho assistito al primo passaggio sulla "salita" di Gerno, uno strappo di circa 6/700 metri penso al 6/7% avevano percorso circa 10 KM e salivano relativamente tranquilli, nonostante ciò c'era già una dozzina di corridori staccati.........

questi ragazzi dove vanno a correre?
21 ottobre 2014 12:08 gass53
QUESTI RAGAZZI VANNO....... A LAVORARE..........MOLTO SEMPLICE !!!

Colpa dei dirigenti
21 ottobre 2014 14:43 venetacyclismo
Ragazzi senza mordente e DS senza p...., atleti e dirigenti che non hanno rispetto di chi grazie a loro possono correre, gli organizzatori , cominciamo a tagliare gare , investimenti sulle manifestazioni ( che già son0o pochissimi ) .
FCI e regioni meditate

Riflettere bene su se stessi (e poi magari vergognarsi un pò).
21 ottobre 2014 16:11 Bartoli64
Una mezza lancia (ma solo mezza) la vorrei spezzare in favore di questi ragazzi che, a dire il vero, specialmente se corrono in piccole squadre, devono sostenere un calendario-gare come quello dilettantistico italiano davvero duro per la durezza delle corse, la loro frequenza (per qualcuno anche 3 gare a settimana) la lunghezza della stagione e quella delle trasferte, tutte ragioni per le quali ci sta pure che un ragazzino di 20 anni o poco più arrivi alla Coppa d’Inverno completamente scarico.

Questo però è un discorso che va bene solo in parte, e che comunque non è applicabile per tutti.

Bene ha fatto dunque l’organizzatore a lamentarsi dello scarso impegno di troppi (davvero troppi) corridori.

La Coppa d'Inverno (93^ edizione) una gara che va onorata con il massimo dell’impegno, e se alla fine ci arrivano solo in 12 vuol dire che dell’impegno non c’è neppure l’ombra!
Personalmente mi sarei letteralmente vergognato ad essere fuori dai giochi dopo così pochi km., fino ad essere addirittura fermato dalla Giuria.

Per questo dico a tutti quei ragazzi - almeno a quelli che per una sola gara ancora potevano dare di più - che questo è un atteggiamento di cui vergognarsi e su cui riflettere a fondo se davvero si vuol fare i corridori.

Bartoli64

vita breve...o è già "andato"
21 ottobre 2014 16:22 fischio
purtroppo il ciclismo italiano rispecchia la nostra società. Tutto subito e senza tanta fatica. Meccanici che preparano le bici ai corridori che nel frattempo giocano con i telefonini. tutti col taglio dei capelli alla moda come i "fighetti" calciatori. Il ciclismo ormai è andato. Lo so che non si possono fare paragoni ma "AI MIEI TEMPI SI ANDAVA ALLA GARA IN BICI ANCHE A 50 KM. DA CASA, SI CORREVA E SI RITORNAVA SEMPRE IN BICI.Non c'era mamma e papà col SUV ad accompagnarti e viziarti come succede oggi ai corridori nostrani. Poi arrivano i corridori stranieri, e poco importa da quale continente, a suonarci con batoste umilianti (vedi mondiali spagnoli) Per fortuna abbiamo qualche bel talento da salvaguardare e proiettare nello scenario internazionale. BUON CICLISMO A TUTTI!!!

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