AREA ZERO. La crescita di Fabio Chinello

CONTINENTAL | 09/10/2014 | 08:25
Il progetto di Area Zero D’Amico ha come fulcro la maturazione dei giovani corridori che compongono le fila del team. Per la squadra continental tutta italiana la stagione 2014, gara dopo gara, ha rappresentato un percorso di crescita.

Tra coloro che hanno dimostrato una grande crescita c’è sicuramente Fabio Chinello, padovano di Brugine classe 1989, quest’anno già 4 volte sul podio e sei volte nella Top5 ma soprattutto vicinissimo al successo nelle ultime apparizioni di fine settembre, in gare di alto livello, con il 5° posto alla Coppa Bernocchi, prima prova del Trittico Lombardo, e il 3° posto al Memorial Pantani.

Invece tra coloro che vivono più intensamente le emozioni di Area Zero c’è sicuramente Paolo Santello, il preparatore atletico del team che segue quotidianamente i suoi ragazzi. Preparatore ma non solo, Paolo Santello, classe 1951 veneto di Pianiga (Venezia), è colui che più di ogni altro ha lavorato con impegno, passione e dedizione insieme ai team manager Ivan De Paolis e Andrea Tonti alla realizzazione del progetto Area Zero.

Santello possiamo dire che Area Zero D’Amico sta facendo una bella stagione?
“Direi di si, la stagione per la nostra squadra sta andando abbastanza bene e le ultime gare del calendario italiano che abbiamo disputato ci hanno regalato delle belle soddisfazioni, ma sappiamo che c’è ancora tanto lavoro da fare. Noi restiamo con i piedi, anzi con le ruote, per terra. Siamo una piccola squadra, ma abbiamo le idee chiare e soprattutto con passione, lavoro e impegno ci stiamo affermando come una bella realtà del gruppo.”

Le ultime gare hanno portato alla ribalta soprattutto il nome di Fabio Chinello, cosa ci dice di questo ragazzo?
“Conosco Fabio da molti anni lo seguo e lavoro con lui già da quando correva tra i dilettanti dove troppo spesso veniva considerato solo come un velocista puro, per i classici circuiti piatti e veloci di inizio stagione. Invece io so che Fabio è molto di più. Per questo motivo con lui ho sempre insistito tanto sull’importanza di lavorare sul fondo, per acquisire tenuta anche su distanze e percorsi più impegnativi. E’ un ragazzo che è maturato un po’ tardi ma adesso ha raggiunto un ottimo livello. Quando siamo partiti con il progetto Area Zero l’ho voluto con noi oltre che per le sue doti di corridore anche perché so che è un ragazzo serio e un grande lavoratore. Ha tutte le carte in regola, sia a livello di testa che di gambe, per emergere ma deve continuare a lavorare con impegno e determinazione.”

Quindi per lei che tipo di corridore è Fabio Chinello?
“Secondo me Fabio è più un passista veloce che non uno sprinter puro. Non lo dico solo io ma a parlare sono i risultati che ha ottenuto. Il podio con il terzo posto al Memorial Pantani è un buon risultato ma il vero capolavoro penso che lo abbia compiuto alla Coppa Bernocchi. Quel giorno infatti in salita si sono staccati corridori importanti, in gara c’erano squadre forti sia Pro Team che Professional, c’era la nazionale italiana in prova per il mondiale, e Fabio ha tenuto testa ai migliori arrivando a disputare la volata e provando anche a vincerla.”

Secondo lei cosa ha portato Chinello a ottenere questi risultati?
“Direi che questi risultati non sono un caso, ma il frutto della maturazione che Fabio ha fatto quest’anno, passo dopo passo. A inizio stagione non era molto convinto delle sue possibilità, ma si sa che il salto tra i prof per un giovane non è mai facile. Nella seconda parte di stagione però le cose sono cambiate. Correndo ha acquisito le capacità e gli automatismi necessari per essere li davanti con i migliori. Si è soprattutto auto convinto delle sue reali capacità e così ha preso sicurezza. Inoltre è calato molto di peso, merito anche del lavoro importante cha abbiamo fatto durante l’estate nei vari ritiri in montagna a Bormio, ma penso che sia stata soprattutto l’esperienza alla Vuelta a Colombia ha fare scattare una molla nella sua testa. Testandosi in una gara di due settimane, che per certi aspetti possiamo paragonare a un grande giro, ha capito l’importanza di faticare, di allenarsi tanto e di correre tanto.”

Santello dove può arrivare Fabio Chinello?
“E’ presto per dirlo, siamo solo all’inizio, c’è ancora tanto lavoro da fare, però è sicuramente un corridore che ha i numeri per andare lontano. Adesso senza guardare troppo avanti però, pensiamo subito alle prossime corse che attendono Area Zero in questo finale di stagione che sono il Giro dell’Emilia e il Gp Beghelli. La più adatta alle caratteristiche di Fabio è sicuramente, quella di domenica, il GP Beghelli. Ci auguriamo di vederlo ancora li davanti per fare una buona prova all’altezza dei migliori…e poi chissà, non ci poniamo limiti.”



The Area Zero D’Amico project revolves around the development of the young athletes that make up the ranks of the squad. Race after race, the 2014 season represented a growing curve for the all-Italian continental team.

Fabio Chinello is definitely a rider who has shown significant growth. Born in Brugine, in the province of Padua in 1989, he has already made it to the podium 4 times this year, and he’s been in the Top 5 six times, standing out for his brushes with success during his latest participations in high calibre races at the end of September, with a 5th place at the Coppa Bernocchi, the first test in the Trittico Lombardo series, and a 3rd place at the Memorial Pantani.

Meanwhile, someone who experiences the excitement at Area Zero very intensely is definitely Paolo Santello, the team’s athletic trainer, who works with the guys every day. Paolo Santello is not just their athletic trainer; he was born in Veneto di Pianiga (Venice), in 1951, and he, more than any other, has worked with commitment, passion and dedication to realize the Area Zero project, together with team managers Ivan De Paolis and Andrea Tonti.

Santello, can we say that Area Zero D’Amico is having a good season?

“I would say so; the season is going very well for our team, and the last races on the Italian calendar in which we competed brought us some significant rewards, yet we know that there is still a lot of work to do. We’re keeping our feet on the ground. We’re a small team, but we have very clear cut ideas and overall, through our passion, hard work and commitment, we are asserting ourselves as a positive presence in the group.”

The last races shined a special spotlight on the name Fabio Chinello. What can you tell us about this guy?

“I’ve known Fabio for many years; I have been following him and working with him ever since he raced in the amateurs, where all too often he was considered simply as a sprinter for the classic, flat, fast circuits at the beginning of the season. However, I know that Fabio is so much more. This is why with him I’ve always insisted so much on the importance of working on his base, to acquire traction on harder and longer routes as well. He was a bit of a late bloomer, but now he’s reached a remarkable level. When we first started out with the Area Zero project I wanted him with us not only for his racing skills but also because I know that he is a serious guy and a hard worker. He has everything he needs to make it, both mentally and physically, but he needs to keep working with commitment and determination.”


So for you, what type of rider is Fabio Chinello?

“In my opinion, Fabio is more of a fast pacer than a pure sprinter. And that’s not just me talking; his results speak for him as well. The podium with his third place at the Memorial Pantani is a good result but I think he achieved his masterpiece at the Coppa Bernocchi. That day, in fact, lots of important riders fell off in the climbs, there were strong teams in the race, both Pro Teams and Professionals - there was the Italian National team trying out for the World Championship - and Fabio went head to head with the best, ending up jostling in the final sprint and even trying to win it.”

How do you think Chinello came to obtain these results?

“I would say that these results are no coincidence, but the consequence of how Fabio has matured this year, step by step. In the beginning of the season he wasn’t really sure of his possibilities, but everyone knows that it is never easy for a young rider to make that move to the pros. However, in the second part of the season things changed. As he raced he acquired the capabilities and automatisms he needed to stay out front with the best. Over all he convinced himself of his true abilities and he gained confidence. He lost a lot of weight as well, which was also due to the important work we did over the summer during our different mountain retreats in Bormio, but I think especially it was the experience at the Vuelta a Colombia that made something click in his mind. Putting himself to the test in a two-week race, which in certain aspects can be compared to a major stage race, he realized the importance of putting in the effort, of training a lot and racing a lot.”

Santello, how far can Fabio Chinello go?

“It’s too early to tell, we’re just beginning; there is still a lot of work to do, but he is definitely a rider who has what it takes to go far. However, without looking too far ahead now, we’re thinking about the upcoming races that await Area Zero in this season finale: the Giro dell’Emilia and the GP Beghelli. The race most suited to Fabio’s skills is definitely the one on Sunday, the GP Beghelli. We’re hoping to see him there out front again, riding a good race and keeping up with the best… end then, who knows? We aren’t setting any limits.”

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COMMENTI
Paolo Santello,
9 ottobre 2014 16:53 Fra74
..forse ai più, un nome poco noto, ma chi vive di CICLISMO sa bene che negli anni passati ha sempre dimostrato il proprio valore, ricordiamo che è stato pure il preparatore atletico di un certo ARREDONDO, e credo che tutt'oggi lo segua, lo consigli: io ho avuto modo di conoscerlo personalmente in una occasione, in particolar modo, e sono rimasto colpito in maniera positiva dalla PERSONA, specialmente. Auguro a PAOLO SANTELLO di potersi ritagliare altri importanti spazio a livello professionale, quest'anno ha già vinto una scommessa: con atleti poco conosciuti al grande pubblico, ha lavorato intensamente e li ha portati ad un livello più che buono a livello di preparazione fisica e ciclistica.
Complimenti Paolo.
FRANCESCO CONTI-JESI (AN).

9 ottobre 2014 17:28 cannonball
Di Chinello devo dire che quest'anno ha fatto bene.

Ma guardiamo oltre...

Di questa squadra Continental, tirando le somme, l'unico corridore che è emerso è un ELITE come Chinello (e Pasqualon a inizio anno)
E tutti gli altri giovani dove sono finiti, che risultati hanno ottenuto, che miglioramenti hanno avuto?
Il progetto Continental in Italia a cosa è servito? A far crescere Chinello e Gaffurini e basta?
Non doveva essere un progetto che faceva crescere i giovani under 23?

E rincaro la dose...quanti corridori delle squadre Continental sono stati convocati in nazionale?

Ci siamo già resi conto che la storia delle Continental italiane per i giovani è già mezzo fallito.

Cannonball,
9 ottobre 2014 17:57 Fra74
Ti rispondo,al TUO interessante quesito, precisando che sia Giovanni Carboni (AREA ZERO PRO-TEAM) che LUCA CHIRICO (MG-K'VIS) sono stati convocati In Nazionale, il primo per uno stage a cronometro, l'altro addirittura per disputare il Mondiale di categoria. Poi, ci saranno pure altri esempi, ma forse mi sfuggono.
Detto ciò, non so bene se il progetto CONTINENTAL sia naufragato, mestamente, sicuramente va rivisto, a mio modo di pensare. Credo che sia utile "misurarsi" con corse maggiori e ciclisti stranieri, però, forse, è il caso di formare solo squadre di giovani under 23 o massimo under 24. Poi, chissà, il fallimento non dipende dal progetto, ma come sempre da chi vi ruota attorno, dai "soliti farfuglioni" che promettono aria fritta con tante, troppe parole. In generale, senza entrare nello specifico di qualche progetto. Ma questo vale per qualsiasi squadra ciclistica.
Francesco Conti-Jesi (AN).

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