Non è il solo, c’è anche
Roman Kreuziger che si è trovato a lottare e sta lottando con la burocrazia
dell’antidoping. Il corridore ceco è stato fermato per anomalie nel suo
passaporto biologico (per il periodo che intercorre
fra il 27.11.2007 e il 09.04.2013). Ad agosto il Tas di Losanna ha respinto il
ricorso d'urgenza presentato dal corridore contro la decisione dell'Uci e così, dopo aver saltato il Tour de France e
il Giro di Polonia, il corridore ceco della Tinkoff Saxo è stato costretto a
non correre nemmeno la Vuelta.
Ora la vicenda Ulissi, quella del salbutamolo, un broncodilatatore a effetto immediato, che ha chiesto e chiede approfondimenti e valutazioni molto dettagliate, perché la sostanza rintracciata necessita prudenza. Il corridore livornese tesserato per la Lampre-Merida e in possesso di licenza svizzera, a giorni dovrebbe essere ascoltato dalla Swiss Cycling. Al centro del dibattito “medico-scintifico” le urine del Giro, quelle del 21 maggio a Savona: quei 1920 nanogrammi/millilitro di salbutamolo, quasi il doppio del limite (1000) che fanno discutere e hanno gettato nello sconforto il corridore, che in un primo momento era stato fermato in via precauzionale dal suo team, il quale aderisce ai regolamenti del Movimento per un Ciclismo Credibile.
Fermo dal 22 giugno (Giro di Slovenia), l’Uci traccheggia e non decide, la società, verificato i vincoli regolamentari – sia di Uci che del MPCC - decide di farlo tornare alle competizioni in occasione della Coppa Bernocchi, martedì scorso a Legnano. In serata, puntuale come una tassa per i rifiuti, il deferimento da parte dell’Uci. Anche in questo caso la Lampre-Merida potrebbe decidere di far correre il corridore, perché i regolamenti Uci lo consentirebbero, ma non quelli sottoscritti con il MPCC: nuovamente fermo. La notizia positiva è che finalmente, forse, si andrà diritti ad una soluzione del caso.
Ma torniamo alle urine e agli esami del Giro, effettuati a Barcellona, Roma e
quelli incriminati a Losanna. Quest’ultimo, il laboratorio svizzero è uno dei top
a livello mondiale: vengono riscontrati 1920 nanogrammi nel campione A, 1805 in
quello B. Nei quattro esami antidoping dei giorni precedenti, le urine di Roma
avevano fatto registrare valori tra gli 80 e 140 nanogrammi (sempre con 2 puff
di salbutamolo prima del via, tutti dichiarati dal corridore e medico
societario) e 20 senza i puff. Il corridore toscano è stato testato anche il 22
maggio, e in questa occasione le urine sono state inviate al laboratorio di
Barcellona: anche qui tutto nella norma.
Ci sono anche i test volontari che Ulissi ha effettuato a riposo a Losanna (è fondamentale dire che era a riposo perché la disidratazione in corsa incide parecchio): per 12 ore, Ulissi riceve salbutamolo e secondo l’Uci ha un picco di 140-180 due ore dopo l’assunzione. Bene, il giorno della positività, quel 21 maggio Diego Ulissi restò un’ora e 20’ nella saletta dell’anti- doping, e prima era stato in corsa per diverse ore.
L’Unione Ciclistica Internazionale, nel suo deferimento propone una sanzione
che va dall’ammonizione fino ai due anni. Il corridore, da parte sua, ha una
perizia del tossicologo-farmacologo del San Raffaele, il professor Locatelli, il quale dice senza tanti giri di parole che
il tutto potrebbe essere riconducibile ad un errore di taratura del peso
specifico dell’urina, procedura che annulla gli effetti della disidratazione.
È chiaro che anche gli specialisti dell’Uci hanno qualche dubbio. Altrimenti si sarebbero già espressi e avrebbero preso provvedimenti di altro genere. La materia, la sostanza e le quantità in particolare fanno lievitare anche nella comunità scientifica del massimo organismo del ciclismo mondiale ben più di un dubbio. C’è qualcosa che non torna. Il salbutamolo è sostanza che da sempre mette in allerta i laboratori di mezzo mondo, proprio per la sua complessità. A sostenere la complessità della materia, ma soprattutto della sostanza che ha messo in crisi Ulissi, sono autorevoli studi scientifici, come ha scritto qualche tempo fa Marco Bonarrigo sul suo BLOG. Uno di questi studi è stato pubblicato sul Clinical Journal of Sport Medicine, con il titolo «Impact of Ethnicity, Gender, and Dehydration on the Urinary Excretion of Inhaled Salbutamol With Respect to Doping Control» ed è stato firmato da un qualificato gruppo di ricercatori, facenti parte della University of Kent, della Liverpool John Moores University e del University College di Londra.