INVERSIONE DI FILOSOFIA

TUTTOBICI | 31/08/2014 | 09:34
Il memorabile Tour di Nibali, cos’altro ag­giungere? Ce l’ho io una cosa aggiungere. Bre­ve, brevissima, non voglio aggiungere fiumi di parole ai fiumi già spesi. Però mi sembra doveroso puntualizzare.

Voglio semplicemente mettere nero su bianco uno storico passaggio di consegne, dal Giro al Tour: la corsa più dura del mondo non è più la nostra, è quella francese. Non credo nessuno possa eccepire, è un dato di fatto. Il 2014 segna il clamoroso cambiamento. Il Giro decide di rinnegare il suo (felicissimo) slogan, “La corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo”, proponendo un tracciato facile e pallosissimo nelle prime due settimane, quindi concentrando il difficile in due o tre tap­pe finali. Praticamente è l’imitazione, secondo me puerile e dozzinale, del format Tour, più volte criticato e più volte messo alla ber­lina confrontandolo pro­prio con la tradizione del Giro. «I campioni non vengono se continuiamo a fare percorsi massacranti», spiegano gli organizzatori rosa. E pazienza se anche con il percorso light i campioni continuano a non ve­nire: non fosse per Aru, una briscola pescata all’ultimo momento, sarebbe il Giro più desolante della storia. O quasi.

Contemporaneamente, la svolta del Tour. Mentre il Giro decide di imitare il Tour, il Tour decide di imitare il Giro. Ecco improvvisamente sugli schermi il percorso più arduo e più selettivo de­gli ultimi anni. Mentre noi togliamo le strade bianche nella prima settimana, perché magari i corridori scivolano e si sbucciano il ginocchio, i francesi ci piazzano una Parigi-Roubaix. E casualmente lì Nibali fa bingo. E poi i Vos­gi, e poi le Alpi e poi una terrificante tre-giorni sui Pirenei. Alla faccia dei Tour noiosi, piallati, decisi a cronometro della tradizione e del format collaudato.

Lo dico con molta tristezza: questa inversione di filosofie mi addolora. Ho sempre pensato che il senso nobile, la ragione d’essere, la speranza di sopravvivenza del Gi­ro fosse proprio in quella sua cruda originalità, così ben riassunta nello slogan del marketing, “La corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mon­do”. Ero sicuro tra l’altro che anche i campioni as­senti, in qualche modo, pa­gassero in termini di prestigio e di completezza la loro assenza: chi non vince il Gi­ro, era bello dire, non è un campione vero e totale. Gli manca la prova estrema, la prova della sopravvivenza. La prova per uo­mini veri.

Ridotto così, a una flebile imitazione del vecchio Tour, il Giro perde tutto il suo ap­peal. Diventa anonimo e fiacco. Diventa inutile. So­prattutto se nel frattempo è il Tour a colmare quel vuo­to, diventando in un colpo solo La Corsa, la più di tutto, la più importante, la più famosa, la più ricca e ora anche la più feroce. È con molta mestizia che noi italiani dobbiamo alzare le mani e arrenderci. Addio slogan felice di una bellissima epopea. La corsa più dura del mondo non è più qui. È in Francia. Quanto al Paese più bello del mon­do, non è che la Francia sia poi così male.

Cristiano Gatti, da tuttoBICI di agosto
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COMMENTI
le corse
31 agosto 2014 09:59 fedaia66
le fanno i corridori.A parte la tappa del pave'(un piccolo azzardo un una corsa a tappe), altimetricamente il Giro 2014 resta molto piu' duro del Tour 2014.Mi chiedo su che basi si possa scrivere il contrario..

VERGOGNA
31 agosto 2014 10:22 SantGiac
La vostra linea editoriale impone che dobbiate criticare il Giro a tutti i costi. E' un vostro diritto, ma vi rende ridicoli. Quintana è una mezza sega di corridore (passatemi il termine ma non ne posso più) secondo voi vero, così come Uran? Rolland un'altra mezza calzetta? E Purito? Ma che rispetto avete verso i corridori? Sono senza parole!Non vi leggerò mai più...ma tanto che ve ne frega a voi dei veri appassionati!
Giacomo

ma è così difficile?
31 agosto 2014 10:45 excalibur
ma è così difficile capire che queste sono parole d'amore per il giro d'Italia? che è il pinato d'amore di chi lo vorrebbe ricco di campioni come il tour o la vuelta? non si parla di corridori scarsi, ma di una corsa che rischia di diventare di gran lunga la terza per importanza al mondo e non più la seconda. se non è amore questo...

RIDICOLI
31 agosto 2014 11:55 FrancoPersico
R I D I C O L I

x SantGiac
31 agosto 2014 14:29 siluro1946
E' vero, Quintana non è una mezza sega, è un quarto di sega. Non so per quale motivo lo hanno aiutato, disonestamente, a vincere il Giro, di sicuro al Tour l'avrebbero mandato a casa il giorno stesso delle sue furbate.

x SantGiac
31 agosto 2014 16:41 effepi
completamente d'accordo con siluro 1964 ( ci sono foto e commento del motociclista con la bandiera rossa ,Velo , che viene passato da Quintana )

roba da ridere
31 agosto 2014 21:34 noodles
Ma a Gatti qualcuno glie lo ha detto che quest'anno al Giro c'erano 10 tappe con arrivi in salita (forse un record) ? Se qualcuno lo conosce di persona glie lo riferisca ,grazie. p.s. il Tour è stato ,è ,e sarà sempre una corsa più importante, e il disegno del percorso non influirà mai su questo.

I Giri desolanti
31 agosto 2014 23:33 pickett
Forse Gatti,da ragazzo,non seguiva il ciclismo.Altrimenti ricorderebbe i VERI Giri desolanti:quelli con DUE arrivi in salita(e sai che salite...);quelli con 12 o 13 arrivi in volata del gruppo compatto,con i corridori che andavano a spasso,ridendo e scherzando,finché non arrivava l'elicottero della RAI,a 30 km dall'arrivo;quelli che,come grandi stars straniere,potevano contare su Faustino Ruperez e Knut Knudsen;quelli in cui,per 3 settimane,non accadeva assolutamente un tubo.Ma proprio un tubo.Io me li ricordo bene.Attenzione:per come si stanno mettendo le cose,quei tempi "gloriosi" potrebbero tornare,magari già l'anno prossimo,e un Giro come quello di quest'anno dovremo rimpiangerlo e ricordarlo con nostalgia infinita.

Anche gli sponsor lo testimoniano.
1 settembre 2014 15:01 illip
A malinquore da italiano bisogna ammettere che Gatti ha rarione e incassare il duro colpo senza trovare scuse. Purtroppo il nuovo corso RCS a mio avviso non ne imbrocca una e dimostra incompetenza e poco polso nella gestione "politica" dell'evento tanto che anche gli sponsor li abbandonano esempio ne è che nel 2014 il giro è stata l'unica corsa a tappe senza il supporto di una casa automobilistica ufficiale.

Che rcs si svegli quanto prima e cambi la gestione senza usare il giro solo per sistemare i suoi bilanci nel breve periodo altrimenti benvenga ASO almeno forse ci eviteremo i giri d'ITALIA che:
1. hanno vergogna a parlare italiano;2. che da anni non hanno nemmeno una sede d'arrivo stabile e prestigiosa (con tutto il rispetto per Brescia,Trieste, ecc.); 3.dove i corridori per la pioggia fanno sciopero (al tour sul pavè bagnato nessuno fiara e corre) 4.dove si inventano safety moto che falsano la gara; 5. che sono costretti a cambiare percorso solo perchè un sindaco non gradisce il passaggio; 6. dove si ha paura a fermare il traffico di una città grande o piccola mentre all'estero si bloccano parigi,londra, madrid, barcellona ecc. ecc. 7. e quanto altro si potrebbe aggiungere ma per non essere prolisso mi fermo

Pierluigi

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