UN CLANDESTINO AL GIRO. Ecco il documento

GIUSTIZIA | 04/08/2014 | 12:50
Nuova puntata del "Caso del clandestino al Giro". Irpinianews, che aveva dato per prima la notizia, pubblica oggi il documento che vi proponiamo.

«Eravamo stati i primi a confermare una indiscrezione che circolava nei giorni in cui il Giro d’Italia era in Irlanda del Nord: la possibile presenza di corridori extracomunitari non in regola con visto di ingresso e permesso di soggiorno. Molta incredulità aveva suscitato la nostra anticipazione. Ecco il documento ufficiale:
“I signori Godoy Yonder Eduardo, Ochoa Carlos Josè e Rodriguez Ortiz Jackson Jesus sono in possesso di permesso di soggiorno, i signori Monsalve Pertsinidis Alejandro, Gil Martinez Tomas Aurelio non risultano, attualmente, in possesso di permesso di soggiorno”.
».
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COMMENTI
Dunque,
4 agosto 2014 16:27 Fra74
Jonathan Alejandro Monsalve Pertsinidis, se non erro, è tesserato per l'anno 2014 con la squadra NERI-SOTTOLI del Duo LUCA SCINTO & ANGELO CITRACCA, mentre GIL MARINEZ TOMAS AURELIO è tesserato con la squadra NERI-SOTTOLI nel 2014. Mi sbaglio?!? Mi sfugge qualcosa Sig.ri Bastiano, Paciacca, Bobogri?!?
Grazie per le Vostre delucidazioni.
Francesco Conti-Jesi (AN).

UN CASO CHE NON E' UN CASO
4 agosto 2014 19:46 angelofrancini
Ecco come si crea un caso, su un fatto che non costituisce nulla di illecito.
Non so se sia vero il ritaglio riportato dal quotidiano Irpinia, ma se ciò fosse vuol dire che anche quel funzionario di Questura ha preso un bel granchio!
La normativa che regola il flusso degli atleti extracomunitari è contenuta in due circolari applicative emanate dal Coni: nr. 2024/2006 e la nr. 252/2007.
Il Coni, in data 16.04.2014 ha emanato una circolare riepilogativa nr. 5369 dal titolo:
Sportivi non comunitari – Ingresso e permesso di soggiorno in Italia”
contenente le norme vigenti nella stagione 2014/2015.
Tale circolare è scaricabile al link:
http://www.coni.it/it/sportivi-non-comunitari-ingresso-e-permesso-di-soggiorno-in-italia/circolare-riepilogativa.html

In tale circolare si evidenzia, nella TIPOLOGIA DEL VISTO – LAVORO SUBORDINATO SPORT, che :
la FSN accertati i requisiti della società necessari per l’autorizzazione al tesseramento dello sportivo straniero, …………….

Poiché MONSALVE e GIL corrono con tessera rilasciata dalla Federazione Ciclistica del Venezuela e non con tessera rilasciata dalla Federazione Ciclistica Italiana, appare evidente che non può essere loro richiesto il permesso di soggiorno (richiesto per chi si tessera per una Federazione italiana), ma semmai potrebbe essere loro richiesto il visto di ingresso in Italia.
Ma anche qui, vi è una disposizione, che esenta dal visto i cittadini di alcuni Stati, fra i quali il Venezuela, che vengono in italia per partecipare ad una gara sportiva.
Tale precisazione è indicata sul sito del Ministero degli Affari Esteri italiano, al link:
http://www.esteri.it/MAE/IT/Ministero/Servizi/Stranieri/IngressoSoggiornoInItalia/Visto_ingresso/Paesi_esenti_visto.htm

Concludendo quindi appare evidente che non vi sia alcun caso che riguardi Monsalve o Gil!

Certo se fossero giocatori di calcio, di basket o di pallavolo dovrebbero avere il permesso di soggiorno: in ambito Federciclismo, ove vengono applicate “tout court” le astruse regole dell’UCI, non è necessario poiché come ben sappiamo ognuno è libero di scegliere dove affiliarsi o tesserarsi, alla faccia delle Leggi vigenti in ogni singolo Paese!
Nel calcio se ti chiami Messi, Ronaldo, Tevez o Neymar se vuoi venire a giocare in Italia devi chiedere il trasnfer e tesserarti alla Federazione Italiana Gioco Calcio per la società italiani in cui vieni a giocare!
Nel ciclismo invece l’UCI, con il tacito assenso della FCI, permette ad una squadra di scegliere in quale Stato porre la sede lasciando la scelta anche in base agli interessi di uno dei suoi sponsor!
Poi non meravigliamoci che nel campionato italiano a squadre, la Lega del Ciclismo includa una squadra svizzera, una colombiana ed una sudafricana: basta pagare 5000 euro ed anche se sei affiliato sulla Luna puoi partecipare a tale campionato………….!
E questa non è una colpa che può essere imputata ai singoli tesserati o alle singole società!

Come sempre per Fra74 e il Direttore....
4 agosto 2014 19:48 Bobogri
Ci risiamo! Riborda!
Caro Fra74, vai pure sul sito http://www.esteri.it/visti/home.asp e prima di parlare verifica le condizioni, non ti far prendere dalla foga delle cazzate...........
Ti ho già detto qual'è il tuo problema, però il Direttore di questo sito, censurandomi alcuni miei commenti espliciti (io lo so che sei parecchio duro, quindi ti spiegavo a chiare lettere...), ti ha evitato di capire; ora è Agosto, è caldo, l'ormone ormai in fase calante, e te ci ricaschi!
Ma come te lo devo dire? Devi iniziare! Ti fai dei brutti pensieri sennò e poi stai male, ti ecciti velocemente e poi non concludi...

Vabbè io non so più che fare con te!

Salutami tutti, anche lui...

sempre peggio
4 agosto 2014 20:17 sasa
Il brutto del ciclismo è che riesce a prendere dagli altri sport sempre gli esempi peggiori senza riuscire nemmeno a fare le cose perbene. I passaporti taroccati sono stati una specialità del calcio ma lì quasi nessuno (Inter?) s'è fatto beccare. Speriamo che non venga importato anche il calcioscommesse in cui pullula gente di malaffare per fare un ciclo...scommesse. Li beccherebbero subito!

FRAAAAAAAAAAAAAAAAAA
5 agosto 2014 08:19 paciacca
Fra 74........hai fatto l'ennesima figura del sapientone..rosicone....prendendo da tutti palate di......
Vai in ferie che ne hai bisogno........rilassati un pochino......e se proprio hail'incubo costante della YELLO FLU NERI SOTTOLI....vai da un bello psicologo oppure vai a San Baronto......si sta bene ed al fresco...... rilassati.....non stresatti e ' rosiconi' come te........
Vai vai e rilassati

Fra 74 e anche qualche altro ' acculturatevi'
5 agosto 2014 08:24 paciacca
Paesi i cui cittadini sono esenti da visto per brevi soggiorni

I cittadini dei seguenti Paesi sono invece esenti dall'obbligo di visto d’ingresso per soggiorni di durata massima di 90 giorni, per turismo, missione, affari, invito, gara sportiva e studio:

Albania, Andorra, Antigua e Barbuda, Argentina, Australia, Bahamas, Barbados, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Brunei, Canada, Cile, Corea del Sud, Costa Rica, Croazia, El Salvador, Ex-Repubblica Iugoslava di Macedonia (FYROM), Giappone, Guatemala, Honduras, Hong Kong, Israele, Malesia, Macao, Marianne del Nord, Mauritius, Messico, Monaco, Montenegro, Nicaragua, Nuova Zelanda, Panama, Paraguay, Saint Kitts e Nevis, Serbia, Seychelles, Singapore, Stati Uniti, Taiwan, Uruguay, Venezuela.

Per i cittadini di Taiwan l'esenzione dall'obbligo del visto si applica esclusivamente ai titolari di passaporti comprensivi del numero di carta d'identità.

Per i cittadini di Albania, Bosnia-Erzegovina, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Moldova, Montenegro, Serbia l'esenzione dall'obbligo del visto si applica esclusivamente ai titolari di passaporti biometrici.

I cittadini serbi titolari di passaporto rilasciati dalla Direzione di coordinamento serba (in serbo: Koordinaciona upreva) sono esclusi dal beneficio dell'esenzione dal visto.

I cittadini di SAN MARINO, SANTA SEDE e SVIZZERA sono esenti dall’obbligo di visto in qualunque caso.

Una risposta è d'obbligo:
5 agosto 2014 10:22 Fra74
per i miei vari fans, tipo Paciacca, Bastiano, Bobogri, ma MI AMATE all'ennesima potenza?!? Beh, Vi ringrazio per le mie premure, ma siete un poco "INTERPRETATIVI", nel senso che, se vi rileggete il mio post (così si dice), io non ho affermato che vi sia stata qualche irregolarità o illecito da parte di chicchessià, ho solo chiesto delucidazioni da parte Vostra se eravate a conoscenza dei fatti e delle varie "CIRCOLARI"; a riguardo, ringrazio, come sempre, ANGELO FRANCINI per la sua delucidazione chiara e corretta, ora poi se la Questura ha preso un granchio, sarà compito loro verificare eventuali o meno irregolarità. Tutto qui.

P.S.: Un consiglio ve lo do IO a VOI, non andate troppo sul SAN BARONTO, l'alta pressione potrebbe nuocervi e sopratutto, non credo che troverete le TAVOLE del "SO TUTTO IO" e qualcuno che "VI SPIEGA TUTTO"... ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale e non voluto.

Francesco Conti-Jesi (AN).

INVECE E’ VERAMENTE UN CASO
5 agosto 2014 11:20 sasa
Per angelofrancini, paciacca, Fra74


Non bisogna creare confusione e avventurarsi in interpretazioni personali. Vero è che le leggi sono fatte per essere aggirate, a volte interpretrate a proprio piacimento. Possibilmente devono essere rispettate dopo essere state lette con attenzione anche da chi ritiene di essere grande esperto di carte e regolamenti federali.
Il caso che non si vuole ritenere tale, facendolo diventare tormentato, è invece molto lineare. E pare proprio che ad avere pienamente ragione sia Fra74 (ma perché lo maltrattate tanto?).
Qui non si tratta di circolari interpretative per le quali Fra74 chiedeva lumi. C’è una legge molto precisa, nessun granchio. Ecco cosa dice la legge:

“Le società sportive professionistiche che impiegano sportivi professionisti ed hanno la sede in Italia sono soggette obbligatoriamente alla disciplina della legge 23 marzo 1981, n. 91”.
Nello specifico, l'art. 3 di detta legge stabilisce in particolare che: "la prestazione di lavoro a titolo oneroso dell'atleta costituisce oggetto di un contratto di lavoro subordinato".
Quando si tratta di atleti professionisti extracomunitari, per svolgere attività in Italia - se dipendenti di una squadra affiliata in Italia - devono obbligatoriamente essere provvisti di permesso di soggiorno. In questo caso, i corridori di cui si parla appartengono tutti a squadre affiliate in Italia per le quali lavorano. Tutti, compreso Monsalve e Gil, che devono avere il permesso di soggiorno di cui sono in possesso gli altri connazionali, come si legge nel documento. In caso contrario non possono prestare attività lavorativa.... Sembra chiaro, no?
Nel copia/incolla fatto da paciacca, si legge che “I cittadini extracomunitari sono esenti dall’obbligo del possesso del permesso di soggiorno per periodi di durata massima di 90 giorni”. Vero , ma – attenzione! - NON per svolgere attività lavorativa. Leggete bene: solo per turismo, missioni, affari, studio o gara sportiva (intesa singolarmente con invito specifico, una tantum).
Il tutto fa riferimento alle circolari del Coni e al testo unico sull’immigrazione.
Poi ci sarebbe da dire del conseguente mancato visto di ingresso in Irlanda del Nord (diversa dall'Irlanda...) ma basta così.

vai vai vai
5 agosto 2014 11:26 paciacca
Vaia Vaia Vaia......ammettere che hai preso un granchio....passando per l'ennesima volta da ROSICONE........no ?????

ma secondo te
5 agosto 2014 11:29 paciacca
Ma secondo te......uno passa dalla Frontiera ( non vengono mica con il gommone ,.....) e all'aeroporto non dicono niente????
Le tue insinuazione le trove altamente pretustuose incopententi e .......rosicone. Ma la colpa non è mica tua è nostra che stiamo anche a leggerti, risponderti e quindi fatti ' sentire anche qualcuno'....ciao rosicone

a Sasa
5 agosto 2014 12:19 angelofrancini
Appunto se non avventurarsi sarebbe molto meglio.
Quanto tu affermi parte da una piccola considerazione che hai omesso di leggere nella circolare CONI (che é quella con cui viene stabilito il nr. annuo di permessi di soggiorno che ogni singola Federazione può rilasciare agli sportivi extracomunitari): per TESSERATI alla Federazione Nazizonale (ciclismo od altra) ITALIANA.
Ma se, in base alle ASTRUSE norme dell'UCI io posso essere tesserato per te con la tessera del Venezuela non ho l'obbligo di chiedere il permesso di soggiorno!
Pewrché quella circolare fa riferimento anche al LAVORO SUBORDINATO SPORTIVO, che é appunto quello stabilito dalla Legge '91.
In Italia hanno sede diverse società sportive registrate all'UCI che fanno ciclismo prof e dilettantistico, che non sono affiliate alla FCI: e questo in violazione della Legge Melandri (che giova esiste ed é valida solo in Italia).

chiudiamola così?
5 agosto 2014 18:55 sasa
Per Angelofrancini

Nulla di personale, sia chiaro, ma le tue interpretazioni circa il “caso” dei clandestini mi hanno insinuato qualche dubbio.
Pure essendo abbastanza ferrato in materia, credo di non essere depositario della verità, né avere la presunzione di potere tenere botta a chi con tanta sicumera espone sentenze e offre pure giudizi. Ho voluto perciò avventurarmi per davvero e ho girato, con infinita modestia, il quesito a qualcuno che ne sa certamente più di me e di te, caro Francini, posso assicurartelo.
Mi limito a riportare la risposta che, ti assicuro, è di una persona altamente qualificata in materia.
Mi auguro che possa essere esauriente, in modo da troncare questo dialogo a distanza, senza volere prendere le parti di nessuno. Eccola:

Buongiorno, questo lettore ha della fantasia: si è inventato una procedura per baipassare la richiesta dei permessi di soggiorno per lavoro in Italia interpretando arbitrariamente delle circolari. Ma il datore di lavoro che fa lavorare un extracomunitario (sia anche sportivo professionista sprovvisto del regolare permesso di soggiorno) incorrerà in sanzioni piuttosto pesanti. Lo stato italiano e gli organi di controllo non credo siano in linea con i pur rispettabili pensieri di costui che restano mero argomento di discussione perché la normativa di riferimento è precisa e non ammette interpretazioni fantasiose. Per essere chiari, è quella qui di seguito esposta:
"Gli sportivi extracomunitari che intendano svolgere la loro attività presso società italiane possono entrare nello Stato indipendentemente dal rispetto delle quote annuali di ammissione degli stranieri stabilite con il decreto flussi di cui all'art. 3, comma 4, del D.Lgs. n. 286/1998, previa dichiarazione nominativa di assenso del CONI, su richiesta della società destinataria delle prestazioni sportive (art. 27, comma 1, lett. p, del D.Lgs. n. 286/1998).
Infatti, la società interessata ad avvalersi dell'opera di un atleta straniero deve inviare una proposta di contratto di soggiorno e una richiesta di dichiarazione nominativa di assenso per lavoro subordinato/sport alla Federazione Sportiva Nazionale cui è affiliata dandone comunicazione anche alla Questura competente che dovrà rilasciare il relativo nulla osta (CONI, circolare 19 giugno 2006).
La Federazione Sportiva Nazionale, accertati i requisiti della società necessari per l'autorizzazione al tesseramento dello sportivo straniero, provvederà a trasmettere la proposta di contratto di soggiorno e la richiesta di dichiarazione nominativa di assenso al CONI.
La dichiarazione nominativa sostituisce l'autorizzazione al lavoro e viene emessa dal CONI dopo aver acquisito il nulla osta della Questura e dopo aver accertato la disponibilità delle quote di ingresso riservate a ciascuna Federazione Sportiva Nazionale.
L'ingresso degli atleti stranieri, infatti, pur non essendo vincolato alle quote di cui all'art. 3, comma 4, del T.U., deve pur sempre rientrare nel numero massimo di ingressi di sportivi extracomunitari fissato annualmente con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, su proposta del CONI, sentiti i Ministri dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali (art. 27, comma 5-bis, del T.U.). Il CONI, a sua volta, deve inviare la dichiarazione di assenso allo Sportello unico per l'immigrazione della provincia ove ha sede la società che ha presentato la richiesta. Quest'ultimo provvede a richiedere il codice e a trasmettere la dichiarazione nominativa di assenso alla rappresentanza diplomatica competente. Lo straniero sportivo appena entrato in Italia deve recarsi presso lo Sportello unico per la firma del contratto di soggiorno.
La società sportiva che intenda rinnovare il permesso di soggiorno relativo ad uno straniero regolarmente soggiornante in Italia deve farne richiesta alla Federazione Sportiva Nazionale cui è affiliata, la quale, accertata l'idoneità al tesseramento dello sportivo, provvederà a fare richiesta al CONI del nulla osta. Il CONI, poi, effettuati i controlli di rito ed accertata la disponibilità delle quote di ingresso, invierà il proprio nulla osta al rinnovo del permesso di soggiorno alla Questura competente (CONI, circolare 19 giugno 2006)."

In sintesi, esimio Francini, possiamo chiudere l’argomento?
Con simpatia, Sasà.

chiudiamola così?
5 agosto 2014 19:20 sasa
Per Angelofrancini

Nulla di personale, sia chiaro, ma le tue interpretazioni circa il “caso” dei clandestini mi hanno insinuato qualche dubbio.
Pure essendo abbastanza ferrato in materia, credo di non essere depositario della verità, né avere la presunzione di potere tenere botta a chi con tanta sicumera espone sentenze e offre pure giudizi. Ho voluto perciò avventurarmi per davvero e ho girato, con infinita modestia, il quesito a qualcuno che ne sa certamente più di me e di te, caro Francini, posso assicurartelo.
Mi limito a riportare la risposta che, ti assicuro, è di una persona altamente qualificata in materia.
Mi auguro che possa essere esauriente, in modo da troncare questo dialogo a distanza, senza volere prendere le parti di nessuno. Eccola:

Buongiorno, questo lettore ha della fantasia: si è inventato una procedura per baipassare la richiesta dei permessi di soggiorno per lavoro in Italia interpretando arbitrariamente delle circolari. Ma il datore di lavoro che fa lavorare un extracomunitario (sia anche sportivo professionista sprovvisto del regolare permesso di soggiorno) incorrerà in sanzioni piuttosto pesanti. Lo stato italiano e gli organi di controllo non credo siano in linea con i pur rispettabili pensieri di costui che restano mero argomento di discussione perché la normativa di riferimento è precisa e non ammette interpretazioni fantasiose. Per essere chiari, è quella qui di seguito esposta:
"Gli sportivi extracomunitari che intendano svolgere la loro attività presso società italiane possono entrare nello Stato indipendentemente dal rispetto delle quote annuali di ammissione degli stranieri stabilite con il decreto flussi di cui all'art. 3, comma 4, del D.Lgs. n. 286/1998, previa dichiarazione nominativa di assenso del CONI, su richiesta della società destinataria delle prestazioni sportive (art. 27, comma 1, lett. p, del D.Lgs. n. 286/1998).
Infatti, la società interessata ad avvalersi dell'opera di un atleta straniero deve inviare una proposta di contratto di soggiorno e una richiesta di dichiarazione nominativa di assenso per lavoro subordinato/sport alla Federazione Sportiva Nazionale cui è affiliata dandone comunicazione anche alla Questura competente che dovrà rilasciare il relativo nulla osta (CONI, circolare 19 giugno 2006).
La Federazione Sportiva Nazionale, accertati i requisiti della società necessari per l'autorizzazione al tesseramento dello sportivo straniero, provvederà a trasmettere la proposta di contratto di soggiorno e la richiesta di dichiarazione nominativa di assenso al CONI.
La dichiarazione nominativa sostituisce l'autorizzazione al lavoro e viene emessa dal CONI dopo aver acquisito il nulla osta della Questura e dopo aver accertato la disponibilità delle quote di ingresso riservate a ciascuna Federazione Sportiva Nazionale.
L'ingresso degli atleti stranieri, infatti, pur non essendo vincolato alle quote di cui all'art. 3, comma 4, del T.U., deve pur sempre rientrare nel numero massimo di ingressi di sportivi extracomunitari fissato annualmente con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, su proposta del CONI, sentiti i Ministri dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali (art. 27, comma 5-bis, del T.U.). Il CONI, a sua volta, deve inviare la dichiarazione di assenso allo Sportello unico per l'immigrazione della provincia ove ha sede la società che ha presentato la richiesta. Quest'ultimo provvede a richiedere il codice e a trasmettere la dichiarazione nominativa di assenso alla rappresentanza diplomatica competente. Lo straniero sportivo appena entrato in Italia deve recarsi presso lo Sportello unico per la firma del contratto di soggiorno.
La società sportiva che intenda rinnovare il permesso di soggiorno relativo ad uno straniero regolarmente soggiornante in Italia deve farne richiesta alla Federazione Sportiva Nazionale cui è affiliata, la quale, accertata l'idoneità al tesseramento dello sportivo, provvederà a fare richiesta al CONI del nulla osta. Il CONI, poi, effettuati i controlli di rito ed accertata la disponibilità delle quote di ingresso, invierà il proprio nulla osta al rinnovo del permesso di soggiorno alla Questura competente (CONI, circolare 19 giugno 2006)."

In sintesi, esimio Francini, possiamo chiudere l’argomento?
Con simpatia, Sasà.

5 agosto 2014 21:49 angelofrancini
Tutte le tue citazioni partono da un punto di vista corretto, ma omettono di considerare alcuni particolari non trascurabili.
Ora ho letto velocemente il testo del Decreto 286/1998 e gli articoli citati: mi pare che il tuo stimato consigliere non abbia tenuto conto delle modifiche apportate con il D.Lgs. n. 40 del 4 marzo 2014?

La legislazione fa sempre riferimento alla RICHIESTA DI TESSERAMENTO di un atleta extracomunitario che viene presentata ad una Federazione ITALIANA: nel caso in questione INVECE stiamo parlando di due atleti che non stanno chiedendo di essere tesserati alla Federazione Ciclistica Italiana, essendo già tesserati per quella del Venezuela.
E questo fatto pone grosse differenze, che al tuo attento informatore forse sfuggono!
Forse sfugge che la FCI, sia l’unica federazione italiana e non solo, che applica un dispositivo che consente di porre la sede societaria (ai fini dell’ordinamento statale) in uno qualsiasi degli Stati aderenti all’Unione Europea.
Quindi, se una società italiana ponesse la sede in Portogallo, ritieni che, ai fini dell’ordinamento statale, debba rispondere alle leggi italiane o a quelle portoghesi?
Naturalmente a quelle portoghesi.

E qui sta l’inghippo: in tutti gli altri sport le federazioni internazionali e quelle italiane non lo consentono, sebbene sia previsto dal Decreto Melandri e dallo Statuto CONI (che è approvato dalla Presidenza del Consiglio ei Ministri)!
In tutti le altre federazioni italiane una società deve avere la sede in Italia e l’atleta, sia comunitario che extracomunitario, deve avere la tessera rilasciata dalla competente federazione italiana!
Nel ciclismo non è così, poiché l’ASTRUSA normativa dell’UCI consente alla stessa di registrare le squadre (consentendogli di porre la sede ove meglio credono) e registrare gli atleti appartenenti alle stesse.
Le norme UCI consentono che una società che ha sede legale in un paese comunitario scelga di essere affiliata ad una federazione nazionale di un paese asiatico!

Ora la Legge italiana consente, in linea generale, che siano applicate le norme stabilite dalla Federazione internazionale, purché queste non siano in contrasto con la legislazione nazionale.
In Italia ciò non è rispettato: perché la FCI applica, ripeto, ha accettato le norme dell’UCI anche se queste sono emanate in materie che non competono alla stessa UCI.
Pertanto dovreste porvi un quesito. Chi è che sbaglia: l’atleta e la sua società oppure la FCI, o anche il CONI che invece non fa i controlli che dovrebbe fare sulle Federazioni?
Io credo che l’errore sia sempre di chi, avendo il dovere di imporre e fare rispettare le regole, invece non lo fa!

Io non mi sono inventato proprio nulla: ho solo fatto un’analisi di quello che avviene nell’ambito del ciclismo italiano! Ma se NON SONO tesserato alla Federazione italiana perché dovrei chiedere un permesso di soggiorno per venire a gareggiare in Italia.

Infine un piccolo suggerimento: leggete la circolare del CONI (n. 5369 del 16 aprile 2014, emessa appunto in applicazione delle modifiche apportate al D.Lgs. 268/1998 con il D.Lgs. n. 40 del 4 marzo 2014).

Infine consentimi un rilievo: in questi casi sarebbe bene firmarsi con il proprio nome e cognome, onde evitare che qualcuno pensi che vi siano degli interessi personali in questa discussione!

Comunque io non ti chiedo di chiudere l'argomento: mi pare scorretto ed un pochino sintomo di superbia! Attendiamo la risposta dagli eventi e poi ne riparliamo...

Adesso basta davvero
6 agosto 2014 13:08 sasa
Senti Francini, stai un po’ calmino. Scorretto, superbia, ma che dici? Scendi dal pulpito, per favore, e leggi bene perché ti stai riscaldando troppo e inutilmente. Peccare di superbia non è nel mio modo di fare, tanto è vero che sto ancora qui a replicare su una questione per la quale avrei potuto staccare e andarmene a mare. Ti ho invece domandato con rispetto e simpatia (leggi bene: c’è un punto interrogativo), se potevamo chiudere l'argomento. E mi parli di scorrettezza, di superbia? Ma chi sei per dare giudizi del genere? Evita di pontificare e renditi conto che ‘stà questione interessa poco altri lettori. Siamo rimasti a parlarne solo io e te (gli altri leggono, magari ridono, si fanno un'opinione su di te e me).
So chi sei, conosciutissimo nell’ambiente, ampiamente descritto sui siti, è nel tuo stile di grafomane (non offenderti, è nel senso buono, ovvero di uno che scrive tanto) volere portare avanti argomentazioni e vincere spesso per “stancheggio” perché il tuo interlocutore a volte dice basta, non se ne può più. Io invece posso dimostrarti che non sei dalla parte della ragione assoluta. Non ho bisogno di pubblicizzarmi, intervengo rare volte su questo sito ma quando mi tirano in una polemica vado fino in fondo. Il mio nome? Ma certo, non sono un anonimo ma il sito prevede il nickname (il mio è sasa) però i miei dati sono archiviati da tuttobiciweb che è autorevole proprio perché controlla i frequentatori dei forum. Se vuoi, mando alla tua mail il mio numero di telefono, così proseguiamo in privato.
Mi chiamo Salvatore Esposito, vivo in Toscana, dove il ciclismo è passione ma anche ragionamento tra veri appassionati, sempre disponibili al confronto senza volere fare prevalere idee talvolta dettate da motivi fin troppo personali. Cosa che emerge invece dal tuo modo di fare, velatamente presuntuoso, quale grande e indiscutibile esperto. Ho lavorato per anni in un altro sport dove le polemiche non finiscono mai, sono abituato ad affrontarle. Rispetto alla tua statura di esperto di carte federali perciò sono una miniatura ma mi piace continuare a confrontarmi, come nella storia di Davide e Golia dove non sempre vince il più forte o il più debole ma emerge…la verità anzichè la forza e l’astuzia. Avevo detto di chiuderla perché ti renderai conto che questa cosa è diventata una telenovela che a quanto pare interessa solo a te (e a me che sono ancora una volta costretto a risponderti). Visto che mi stuzzichi, andiamo avanti.
E adesso ti rispondo punto per punto, caro il mio "sentenziatore".

Tua affermazione:
Tutte le tue citazioni partono da un punto di vista corretto, ma omettono di considerare alcuni particolari non trascurabili.
Ora ho letto velocemente il testo del Decreto 286/1998 e gli articoli citati: mi pare che il tuo stimato consigliere non abbia tenuto conto delle modifiche apportate con il D.Lgs. n. 40 del 4 marzo 2014?

Mia risposta:
Gli estratti che seguono, estrapolati dalle fonti normative citate, confermano l'obbligo inderogabile del possesso del permesso di soggiorno per gareggiare come dipendenti da ditte italiane.

Comitato Olimpico Nazionale Italiano
Circolare Riepilogativa
Roma, 16.04.2014
Prot. 5369
“Non è possibile svolgere attività sportiva a titolo continuativo a favore di una Società Sportiva italiana per coloro che sono entrati in Italia con un visto turistico o con un visto per gara sportiva.”

DECRETO LEGISLATIVO 4 marzo 2014, n. 40
Attuazione della direttiva 2011/98/UE relativa a una procedura unica
di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai
cittadini di Paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di
uno Stato membro e a un insieme comune di diritti per i lavoratori di
Paesi terzi che soggiornano regolarmente in uno Stato membro.
b) all'articolo 5, dopo il comma 8 sono inseriti i seguenti:
«8.1. Nel permesso di soggiorno che autorizza l'esercizio di
attivita' lavorativa secondo le norme del presente testo unico e del
regolamento di attuazione e' inserita la dicitura: "perm. unico
lavoro".

Non ho trovato scritto, nella circolare citata e nel decreto in questione, che si può lavorare in Italia assunti da ditta italiana senza il possesso del permesso di soggiorno per lavoro.

Tua affermazione:
Io non mi sono inventato proprio nulla: ho solo fatto un’analisi di quello che avviene nell’ambito del ciclismo italiano! Ma se NON SONO tesserato alla Federazione italiana perché dovrei chiedere un permesso di soggiorno per venire a gareggiare in Italia.

Mia risposta
Per il semplice motivo che lo impone la normativa nazionale e per il principio della gerarchia delle leggi la prevalenza è quella del citato testo unico sull'immigrazione che non lascia spazio ad alcun dubbio in materia del possesso del permesso di soggiorno per lavoro subordinato quale che sia l'attività.

Tutte le disquisizioni su UCI , FEDERAZIONI, altri sport o comportamenti tenuti in altri paesi o nel nostro paese non si sa da chi non hanno nulla a che fare con la questione dell'extracomunitario che vuole lavorare in Italia come dipendente senza permesso di soggiorno per lavoro.

Basta così, adesso me ne vado davvero a mare.
Con ossequio e rispetto
Salvatore Esposito

6 agosto 2014 13:53 angelofrancini
Ribadisco: chi sbaglia?
La società!
Chi é che ha il dovere di non permettere che certe cose accadano?
In ordine: la LCP, la FCI ed il CONI.

Poi tu puoi raccontarmi tutto quello che vuoi, ma chi non rispetta le Leggi sono i tre precitati Enti!

Riporto quanto da te richiamato nel tuo penultimo post:
La società sportiva che intenda rinnovare il permesso di soggiorno relativo ad uno straniero regolarmente soggiornante in Italia deve farne richiesta alla Federazione Sportiva Nazionale cui è affiliata, la quale, accertata l'idoneità al tesseramento dello sportivo, provvederà a fare richiesta al CONI del nulla osta. Il CONI, poi, effettuati i controlli di rito ed accertata la disponibilità delle quote di ingresso, invierà il proprio nulla osta al rinnovo del permesso di soggiorno alla Questura competente (CONI, circolare 19 giugno 2006)

Quindi se devi incazzarti fallo come faccio io che mi incazzo con la FCI che non rispetta le norme e le Leggi: perché ha affiliato queste società?
Non é che si sono fatti i timbri da soli.......
Ciao

Io, da parte mia, Vi ringrazio moltissimo,
6 agosto 2014 18:19 Fra74
dato che avete "perso" e dedicato parte del Vostro tempo a questo quesito-dilemma: mi complimento, seriamente, con VOI, con entrambi, grazie Angelo, grazie Salvatore, avete scritto tantissimo e giustamente, argomentando e non sentenziando, a ciò sarà preposto qualcun'altro: non Vi piccate, non ha senso, quando si scrive, alle volte si "interpretano" alcune frasi, a volte, in maniera sbagliata ed esagerata. Vi invito nuovamente su altri argomenti, Vi leggerò sempre con attenzione e rispetto, confrontandomi con VOI, se possibile.

Un'ultima nota, non so se degna, ma i vari PACIACCA, BASTIANO, BOBOGRI e quelli che,alle volte, scendono dal MONTE SINAI, ops, San Baronto, non sono più intervenuti (permettetemi una battuta scherzosa, oggi non fa nemmeno tanto caldo!!!!)...

A presto.

Francesco conti-Jesi (AN): Io vi leggo con molto piacere, ancora e di nuovo GRAZIE.

grazie per il regalo
6 agosto 2014 19:01 sasa
per angelofrancini e fra74
Caro Francini, non sono affatto arrabbiato, mi sono semplicemente appassionato a questa vicenda che non mi appartiene, semplicemente da… appassionato di ciclismo e della legalità. Saranno altri a emettere sentenze come giustamente sottolinea fra74 (a proposito, i suoi “amici” adesso cosa ne pensano?).
Su una cosa siamo in piena sintonia: ha sbagliato la società alla quale appartengono i corridori e, a seguire, le componenti tutte che dovrebbero controllare certe cose. In questo dedalo di norme, regolamenti, commi, articoli, circolari con interpretazioni di ogni genere, sarà facile uscire indenni dalla vicenda per chi ha eventualmente sbagliato.
Intanto ti ringrazio per avermi dato ragione: è un bel regalo per il mio onomastico (oggi è San Salvatore). Alla prossima.




7 agosto 2014 09:43 angelofrancini
Sasa
Non siamo affatto in sintonia: non ha sbagliato la società!
Ha sbagliato la FCI e la LCP ad applicare alcune norme dell'UCI che sono contro le Leggi dello Stato Italiano, ed il CONI a non intervenire!
Ribasdisco le norme vanno lette anche nelle virgole: nell'ultima (citazione di quella da te scritta) vi é scritto che chiedono il tesseramento!
Ma se nel ciclismo questo non é richiesto, é ovvio che io non sono soggetto a quella norma, ma a quella della Federazione che mi lascia la tessera!
Quindi le leggi in materia di tesseramento degli sportivi non vengono chiamate in causa: quindi evidente errore applicativo della FCI!
I miei amici cosa c'entrano: sanno benissimo che ho ragione!

finale
7 agosto 2014 20:19 sasa
Francini, sei arrivato al punto di litigare con te stesso, oltre a non riuscire a leggere bene: Il riferimento era agli amici di Fra74 (al quale chiedo di confermare se è così), vero Fra74? Un pò di attenzione, Francini, avevo scritto "i suoi amici" riferendomi a Fra74, altrimenti avrei scritto "i tuoi" visto che ci diamo del tu (è ancora possibile?). Credo bene che i tuoi amici sono d'accordo con te, ci mancherebbe, come si fa a darti torto, senza rischiare la sconfitta per stancheggio con i giudizi di uno che è esperto di carte federali, ricorsi e affini.

Litighi con te stesso perchè in un post hai scritto

Mercoledì 6/8/2014 angelofrancini
Ribadisco: chi sbaglia?
La società!
Chi é che ha il dovere di non permettere che certe cose accadano?
In ordine: la LCP, la FCI ed il CONI.

Adesso invece scrivi
Giovedì 7/8/2014 angelofrancini
Sasa
Non siamo affatto in sintonia: non ha sbagliato la società!

Basta così, mi arrendo anche io per manifesto stancheggio, non ti reggo più.
Posso rassegnarti una mia impressione finale? Secondo me sei un tantino presuntuoso e anche permaloso. E' una sensazione. Se sbaglio, come diceva il Papa, mi corrigirete. Per favore non rispondermi, ti prego. Per me il discorso è chiuso. Ci sarà una sentenza, eventualmente, discuterai su quella e certamente non sarai d'accordo con i giudici, ci mancherebbe...

Mare, mare, mare, voglio annegare...

a Sasa
8 agosto 2014 11:56 angelofrancini
Dovresti rileggerti come minimo tre anni di cose che ho scritto: non troveresti mai una sola volta che abbia scritto che è una SOCIETA' che ha sbagliato!
Se leggessi attentamente i vari post capiresti che, forse, è vero che ho commesso un errore: metter l’esclamativo anziché il punto interrogativo dopo il temine “società”.
Ma questo non permette di cambiare il discorso o il concetto che esprimevo <<nessuna colpa può essere imputata alle società>>, ma solo all’organo che permette che questo accada: ho sempre addebitato le colpe agli organi preposti!

Pochi giorni prima di questo ho commentato, su un altro sito, in merito agli errori che la FCI e la LCP compiono nella gestione dell’attività professionistica.
Leggendo il seguente link:
http://www.ciclopassione.com/t431p50-ciclismo-italiano#11744
postavo i seguenti commenti:
http://www.ciclopassione.com/t431p50-ciclismo-italiano#11756

http://www.ciclopassione.com/t431p50-ciclismo-italiano#11763

dai quali potrai scoprire cose che dovrebbero farti riflettere molto di più su quali soggetti debbano ricadere le reali responsabilità!
Che in nessun caso possono essere delle società: se io debbo presentare una domanda a te per ottenere una “data cosa”, a chi compete di verificare se la mia domanda è regolare?
E chi è responsabile per legge se questa “data cosa” viene rilasciata in violazione delle norme dovuta ad una scarsa od omessa verifica?
Sai se fosse un solo caso, quello della squadra di Scinto, si potrebbe ritenere una svista: ma qui è tutto il sistema prof che è illecito!
A cominciare da una Lega del Ciclismo che risulta nata 13 mesi prima di essere concepita!
In questo caso concordo con te: la colpa è delle società! Perché hanno votato questi dirigenti ……..

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