Quando si dice la predestinazione. Vincenzo Nibali sta legittimando la vittoria al Tour de France sulle salite Pirenaiche ma non tutti sanno che nella sua storia sportiva esiste un soprannome - anzi, il suo primo soprannome – che fu forgiato per lui ben prima di quello ormai celeberrimo di “Squalo dello Stretto”.
La storia merita di essere raccontata e risale a quando papà Salvatore, appassionato cicloamatore, regalò a Vincenzo la prima bici: una vecchia Pinarello riverniciata con il colore rosso. Fra Vincenzo, di appena nove anni d'età e la bicicletta fu amore a prima vista e così papà Salvatore iniziò a portarsi appresso il pargoletto durante le passeggiate in bici sulle salite siciliane. I suoi amici ciclisti della domenica, quando videro questo diavoletto piccolo e scuro scattare come una furia non appena la strada iniziava a salire, coniarono per lui un soprannome che spesso Nibali junior rammenta, quello di Pulce dei Pirenei. Ecco perché oggi questo appellativo poco conosciuto appartenente di diritto al ciclista spagnolo Vicente Trueba, grimpeur leggendario ed eroe del ciclismo iberico tra il 1928 e il 1939 (fu anche il primo corridore spagnolo a partecipare al Giro d'Italia nel 1933), è tornato prepotentemente d'attualità e si spera che sia di buon auspicio per l'attuale maglia gialla del Tour de France.
Stefano Fiori
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