Nel ciclismo amatoriale il doping a + 50%

DOPING | 23/06/2014 | 15:07
Nel ciclismo amatoriale il doping non accenna a diminuire, anzi la percentuale di controlli positivi è aumentata in un anno del 50%, passando dal 4,4 al 6,5%. Lo afferma il rapporto della Commissione di Vigilanza del ministero della Salute, secondo cui in media il 3% degli sportivi 'della domenicà assume sostanze, con gli over 40 in testa. Lo scorso anno, si legge nel rapporto, Nas e ispettori del ministero hanno controllato 317 manifestazioni sportive amatoriali per un totale di 1390 atleti testati.

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COMMENTI
23 giugno 2014 16:36 foxmulder
1390 atleti testati sono una cifra ridicola in rapporto ai numeri delle granfondo. Da granfondista dico che, viste anche le cospicue quote di iscrizione richieste, controlli dovrebbero essercene molti ma molti di più. Davanti ma anche nelle retrovie.

scampagnate e no granfondo
23 giugno 2014 16:44 bernacca
la soluzione è semplice: granfondo senza classifiche e partenza alla francese!

Se i controlli ve li pagate voi amatori
23 giugno 2014 17:27 ruotone
I controlli andrebbero decuplicati, basta che a pagarli siano direttamente gli amatori ed i granfondisti.
Per adesso sarebbe meglio che i soldi (pochi) si spendessero solo per le categorie giovanili ed agonistiche.

E' assurdo assistere allo sputtanamento del ciclismo tutto, quando il cancro più grosso è nel settore amatoriale, quello in cui la Fci vorrebbe trasformare tutto il ciclismo. Alla faccia del ciclismo pulito.

Se le cose continuassero così, si dovrebbe pensare ad una scissione in una nuova federazione che preveda lo scorporo delle categorie giovanili, lasciando ai geni della attuale Fci la cura dei nonni che vogliono fare i campioni.

C'è bisogno di aria nuova e dirigenti giovani. Facciamo pulizia e faremo concorrenza agli altri sport giovani per eccellenza.
Adesso è solo uno sfiancamento, uno strazio e totale arbitrio nelle regole.

nessuno si senta offeso,
23 giugno 2014 17:27 canepari
ma chi è così entusiasta e masochista da pagare svariate decine di euro per fare una gran fondo, avrebbe diritto, oltre che al controllo antidoping, anche ad una perizia psichiatrica compresa nel prezzo...

E' inutile,
23 giugno 2014 17:49 Fra74
il "CANCRO" del CICLISMO non terminerà mai, a meno che non si adotti la IMMEDIATA RADIAZIONE da qualsiasi competizione SPORTIVA CICLISTICA, per tutte le categorie e per qualsiasi prodotto o tipo di sostanza assunta: CI VUOLE UNA LINEA DI FERRO, DURA...solo così si può CAMBIARE IL SISTEMA. Per quanto concerne il MONDO AMATORIALE, non ci sono parole per commentare, auspico solo che un DOMANI possa solo leggere di notizie sportive riguardanti il MONDO GIOVANILE AGONISTICO.
Francesco Conti-Jesi (AN).

canepari
23 giugno 2014 19:53 foxmulder
Non puoi sparare minkiate così colossali e sperare che nessuno si senta offeso. Esistono tornei di calcio per veterani, campionati di nuoto Master, tornei di Tennis, di golf ecc. uno dovrebbe smettere di fare sport, cercando anche di competere con altri che condividono la sua passione, perchè hanno passato i trentacinque/trentasette/quaranta? A me pare che uno che lavora (ma tutti in generale) abbia il diritto di usare il suo tempo libero come crede più opportuno restando nei limiti del lecito. E qui viene fuori l'idiozia dei "vecchietti" dopati sui quali non posso che darti ragione.
Però la psichiatria lasciamola stare, per favore.

23 giugno 2014 20:45 Line
ma non era meglio andare a fare tutti questi controlli nelle categorie , dove dovrebbero uscire talenti per il PROFESSIONISMO
MARCO

basta classifiche
23 giugno 2014 21:11 bove
ieri sono stato al sella ronda bike day. FANTASTICO. Questo dovrebbe essere il ciclismo amatoriale. Come diceva quì sopra bernacca, partenza alla francese e stop. Cosa che tra l'altro già succede nelle decine di manifestazioni podistiche ogni domenica. Costo iscrizione dai 2 ai 4 euro, zero classifiche, zero premi e tutti con un sorriso stampato. Meditate gente, meditate.

Quanto non capisci una mazza!
23 giugno 2014 21:19 Bartoli64
Solito commento beota del solito”incompretente totale” al quale ribatto:

1) il doping non va dagli amatori al professionismo, bensì al contrario (ed è da li che è sempre partito lo sputtanamento vero di questo sport);

2) parte dei soldi che gli amatori pagano (e tanti) per i tesseramenti e per le iscrizioni vanno anche ad essere impiegati nelle campagne e nei controlli anti-doping;

3) lo Stato, in questo caso attraverso la Commissione di Vigilanza sul Doping (CVD), ha il DOVERE di presevare la salute della popolazione sportiva, putroppo anche di quella che si dopa, se non altro per non arrivare a spese e/o a conseguenze ulteriori.

Che poi le risorse finanziarie attulamente impiegate dala FCI per gli amatori (es. la “nazionale amatori”) debbano invece essere destinate allle categorie agonistiche giovanili è un punto sacrosanto, me che non sposta di un millimetro l’incompetenza manifesta del blogger dal doppio (se non triplo) nickname.

Bartoli64

P.S. Se l’aria nuova nel ciclismo dovresti essere tu proprio a posto stiamo!

davvero?
23 giugno 2014 22:32 jaguar
Ma che sorpresa? tra gli amatori esiste il doping?ma non può essere vero....il caro presidente della federazione ( tutto in minuscolo) tempo fa ha anche indetto gli stati generali in federazione per incrementare le gare amatoriali....sicuramente questa notizia è un pesce di aprile in ritardo

Alla suocera
24 giugno 2014 01:57 ruotone
Cara suocera pedante, prima di parlare e discettare ad kazzum consulta il bilancio Fci.
Dopo di che verifica la relazione CVD e conta la percentuale di controlli amatoriali rispetto a quelli giovanili pagati con soldi pubblici. La medaglia di incompetenza di fronte alla vecchia befana è un onore. Il sermone sul controllo della salute dei cittadini vallo a fare in Corea del Nord dove dovresti chiedere asilo politico.

Per l'ideologo della minkiam
24 giugno 2014 16:36 Bartoli64
Caro il mio incompetente senza speranze,
se tu non fossi il gretto che (invece) sei, ti riuscirebbe facile capire che le attività di repressione vanno soprattutto indirizzate nei settori connotati da maggior “pericolosità”, ed è così nelle attività di polizia giudiziaria, è così nelle attività di polizia finanziaria ed è così in tutti i settori dove c’è da “scoprire” un illecito (penale o sportivo che sia).

Purtroppo tu leggi, leggi, ma poi non capisci MAI (una mazza) di quello che hai letto. Un esempio? Eccolo: la maggior parte dei controlli anti-doping con esito positivo sono stati riscontarti tra gli atleti più giovani o in quelli più attempati?

In ragione di ciò ci sta che vengano spesi più soldi in categorie o fasce di età dove il fenomeno è più diffuso, mentre in quelle più giovani si mira più a fare prevenzione? Lo vedi? SEI UN INCOMPETENTE TOTALE!!

Senza poi considerare che tutta l’industria ciclistica ed il suo indotto si reggono fondamentalmente sui soldi che spendono gli amatori, e che la larghissima maggioranza dei giovani che si avviano a questo sport hanno un genitore ex corridore, ex amatore se non amatore ancora in attività.

Purtroppo (e parliamo sempre di te) dopo essere stato da giovane un mediocre corridore (uno di quelli che poi non ti chiude un buco nemmeno a pagarlo) e dopo aver sicuramente tentato di “riciclarti” negli amatori (ma anche li arrivavi sicuramente dopo i fuochi), hai provato a diventare un dirigente federale, ma proprio non capisci che culturalmente sei una zappa, tecnicamente stai al livello di una zucca marcia e politicamente sei uno zero.

Così ora i bersagli del tuo malessere esistenziale sono la FCI e gli Amatori. Per carità, realtà assolutamente criticabili ma che in confronto a te sono oro fino.

E il bello è che dai pure della “suocera” agli altri. Di un po’ “montagnino”, ma nella tua valle gli specchi li fate sempre di legno?

Comunque continua pure con i tuoi post sempre fuori luogo (e sempre “ad minkiam”) che ci facciamo grasse risate.

Bartoli64

P.S. Di un po’, com’è che nel periodo di Mondiali di Calcio brasiliani non usi l’altro tuo nick? (ROMARIO per chi ancora non lo sapesse). Non trovi che ti faccia più fashion? Sei proprio un gaggio…

Ama Tori
24 giugno 2014 17:45 ruotone
A me come a tantissimi altri, degli amatori e delle loro problematiche non frega un k... Non mi sfrucugliare le sfere con le solite paranoie e i soliti insulti infantili e un po', ma solo leggermente, maniacali.
Parla al singolare e non al plurale che altrimenti sai di patetico. :)

Che gli amatori si facciano una loro federazione!
A me gli amatori fanno imbarazzo, anche dal punto di vista estetico sono una pessima immagine per il ciclismo. Massimo rispetto invece per i cicloturisti.

Infine non si capisce perché solo ciclismo e atletica mettano questi "atletoni" nelle tabelle della vergogna della CVD (Commistione e Venerazione Doping).
Chissà perché.

Ps. vai ... insulto libero come solito :)))

Un mio insulto? Non ci sperare proprio!
25 giugno 2014 09:14 Bartoli64
Caro incompetente,
se parlo al plurale è forse perché interagisco con uno che usa una pluralità di nickname per dare forza alle sue tesi? (Ruotone e Romanio sono già accertati).

Che dire poi del tuo gusto estetico? Magari sarà proprio di quello che non importa proprio un’emerita seg@ agli altri?

Per tua notizia ti faccio comunque presente che il livello prestazionale tra gli amatori è generalmente alto (anche tra quelli che NON si dopano), per questo non è inusuale vedere nella categoria 40enni o 50enni ancora in splendida forma e con posture curate al millimetro.

C’è poi da dire che non è nemmeno raro incontrare dilettanti e professionisti in allenamento con gli amatori i quali, specialmente nelle regioni o nelle zone dove i professionisti non sono molti, rappresentano spesso una valida compagnia d’allenamento.

Ovviamente tu queste cose non le sai (come le tantissime altre che ignori), perciò ti limiti a dire che gli amatori ti provocano imbarazzo dal punto di vista estetico… miii! E tu chi sarai mai? Il principe sul pisell*?

Mi piacerebbe proprio ammirarti su una bici (ammesso che tu ce la faccia ancora a salirci sopra).

Io credo che l’imbarazzo dovesti invece provarlo tutte le mattine che ti guardi nello specchio (ma quelli li hai di legno), oppure ogni qualvolta spari czate in libertà su questo sito, peraltro godendo di un’immunità che su altri blog non ti sarebbe stata concessa (leggasi uso di un doppio nick).

Insulti dici? La verità è che uno come te non merita neppure un mio insulto, così mi limito a fare apprezzamenti, magari un po’ salaci, sui tuoi post… ossia su un qualcosa che tutti possono leggere (anche se poi capire le idiozie che scrivi è tutt’altra cosa).

Dai su, ora vatti a vedere Balotelli che è meglio…

Bartoli64

Cari Bartoli64 e Ruotone
25 giugno 2014 11:33 ilNik
Posso anche fregarmene del vostro battibecco da scuole elementari, ma visto che scrivete ENTRAMBI cose interessanti, volete limitarvi ad una presentazione delle vostre ragioni che nulla abbiano a che fare con la disistima l'uno dell'altro? Vi ringrazio sentitamente anche a nome, ne sono certo, dei lettori disinteressati a capire chi sia il più intelligente dei due...
A Bartoli64 ricordo che in pochi altri blog sarebbe tollerato il suo "forbito" linguaggio pur condito di trucchi atti ad evitare il blocco automatico del messaggio. I continui attacchi personali non sono degni dei contenuti dei suoi interventi. Grazie

precisazione
25 giugno 2014 11:54 ruotone
Nik sottoscrivo complessivamente il tuo invito, ma mi è impossibile fare un benché minimo commento senza beccarmi il solito attacco "personale".
Questi si è messo in testa prima che io sia un ex dirigente federale trombato, poi che io sia altri dei tanti account con cui in questi anni ha litigato.
Adesso si è messo in testa che tutti questi siano una sola persona. :)
Credo di avere commentato in modo asettico esponendo la mia, sempre discutibile (ci mancherebbe altro), opinione. Ma per il professore è ormai una battaglia personale.
Se il suo obiettivo è quello di estromettermi, non puoi estenderne a me eventuali responsabilità. Per me è bene che lui continui a commentare, magari con toni diversi e senza più citarmi. Sarebbe utile a tutti.

buona la prima...
25 giugno 2014 12:44 ilNik
Ci mancherebbe "ruotone", penso sia sotto gli occhi di tutti da che parte è partito, è continuato e si è reiterato il battibecco.
Purtroppo qui manca un moderatore in carne e ossa che possa almeno bannare per qualche tempo chi attacca gratuitamente altri blogger.
Nuovamente "purtroppo" Bartoli64 ha cose molto interessanti da dire, e molte ne sa, quindi auspico vivamente che si limiti a presentare le sue ragioni senza cercare di distruggere chi non è d'accordo con lui. Non è elegante nè serve ad alcunchè. Serve solo a far storcere la bocca. Lasciamo i bulletti dove devono stare, tra di loro. Qui cerchiamo di essere civili anche se l'anonimato fa gola all'io represso...

Caro ilNik
25 giugno 2014 12:47 Bartoli64
Caro ilNik,
posto il fatto che di te mi ricordo bene allorquando dibattemmo dell’inibizione a vita di Ferrari e dell’utilità del Passaporto Biologico (ed in cui ti facesti un paragone assolutamente fuori luogo tra Papa Benedetto ed il suo famoso maggiordomo infedele), ti passo a rispondere senza alcun problema.

Vedi, tra me e il blogger dal doppio/triplo nickname sarà pure guerra aperta, in ogni caso sappi che NON è stato il sottoscritto a dichiararla e che - sempre il sottoscritto - non ha nemmeno mai offeso nessuno per primo.
Di questo ne posso dare ampia prova, poi tu puoi crederci o meno a me non importa comunque…

Chi sia più intelligente tra i due lo lascio al libero arbitrio di chi ci legge, però magari nella competizione per l’ambito premio potresti inseritrici anche tu (veggasi post che richiamavo sopra).

Quanto al linguaggio poco “forbito” che userei nei miei post (sempre per apostrofare e ribattere chi mi insulta per primo), cosa ti posso dire?
Se passano dalla Redazione con qualche * o con qualche @ è forse perché poi cosi censurabile non è? La risposta puoi dartela da solo…

Sai qual è il problema di tutto ciò? E’ che il benpensante qua sopra ora si atteggia a vittima del sottoscritto, mentre per me conta meno di uno zero, poi, è logico, se va a toccare argomenti di cui non ha nessuna competenza (e peraltro lo fa pure nel suo tipico modo sprezzante e con una boria che non si sa proprio dove possa trovare giustificazione), ci sta pure che gli ribatta nella maniera che merita (e coprendolo di ridicolo).

In ogni caso mi spiace assai se ti sei scandalizzato per qualche parolina che allude agli organi genitali, temo però che dovresti interrogarti sul fatto (cosa che sin qui non hai compiuto) se non sia ben più grave e scorretto utilizzare un doppio nick per dar forza alle proprie tesi (ed anche qui ne posso dare amplissima prova).

In ogni caso - e te lo dico perché proprio non lo sai - nei blog dei maggiori quotidiani nazionali l’asteriscare parole pseudo-volgari è cosa ormai completamente sdoganata, mentre l’utilizzo di un doppio nickname comporta il BANNED DEFINITIVO dal blog stesso. Ma che strano eh!?

Come vedi la meschinità e la scorrettezza morale di certa gente non ha confini e così, una volta vistisi smascherati, non gli resta che fare il martire del cattivissimo “Bartoli64” nei confronti del quale, e solo poco più di un anno fa, era persino arrivato a minacciare apertamente azioni legali per reati che non esistono neppure in Corea del Nord.

Spero che ti sia bastata come spiegazione, ma qualora non lo fosse io sono comunque a posto con la mia coscienza e con la Redazione del blog che mi ospita.

Cordialmente.

Bartoli64

25 giugno 2014 16:04 angelofrancini
La lotta al doping, o meglio alla cultura del doping, nel mondo sportivo dovrebbe essere una cosa seria.
Che cosa è che ci può dimostrare se, questa lotta, viene condotta in modo serio ed istituzionale?
Una premessa per farmi capire.
In campo agonistico internazionale l’UCI si appoggia ad alcuni provider (agenzie antidoping private) per fare i controlli fuori gara. Analizzando questi provider scopriamo situazioni che dimostrano uno stretto legame fra le due braccia della “lotta al doping”: agenzie che prima erano al servizio di squadre professionistiche, alcuni dei soci sono stati squalificati in ambito internazionale ed altri dal loro Comitato olimpico nazionale di cui facevano parte.
Eppure oggi sono la faccia bella dell’antidoping: come se Totò Riina diventasse Ministro degli Interni.
Sappiamo che il doping è fratello dell’antidoping: entrambi hanno lo stesso papà, forse anche la stessa mamma.

Partendo dal commento postato lunedì 23 giugno da Bartoli64, vorrei porre alcune considerazioni legate alla lotta al doping nel mondo amatoriale ed a quanto ruota attorno a quel mondo.

Al punto 2 afferma: “parte dei soldi che gli amatori pagano (e tanti) per i tesseramenti e per le iscrizioni vanno anche ad essere impiegati nelle campagne e nei controlli anti-doping”.
Per chiarezza, alla Federazione finiscono solo i soldi relativi al tesseramento, il resto finisce nelle tasche degli organizzatori (come Lei sa): per essere chiaro ritengo assolutamente un fatto illecito che un organizzatore (UNO SOLO) si sostituisca alla competenza propria della sola Federazione!

Al punto 3 afferma: “lo Stato, in questo caso attraverso la Comm. di Vigilanza sul Doping (CVD), ha il DOVERE di preservare la salute della popolazione sportiva, purtroppo anche di quella che si dopa, se non altro per non arrivare a spese e/o a conseguenze ulteriori”.
La Legge 14.12.2000 n. 376 “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping” (in applicazione della Convenzione contro il doping di Strasburgo del 16.11.1989 cui l’Italia ha aderito con la ratifica fatta tramite la Legge 29.11.1995 n. 522) fa riferimento alle norme del CIO e delle Organizzazioni sportive Internazionali, quindi principalmente dello sport agonistico: in tale Legge è prevista la Commissione di Vigilanza sul doping e ciò che deve fare.
Nella logica della “popolazione sportiva” dovremmo forse far rientrare anche quelle forme di sport che si fa in mille altre forme nelle palestre o nei parchi pubblici?
L’aspetto economico dell’antidoping, per l’incidenza che ha sul bilancio federale, sarebbe da analizzare: avendo creato le tabelle (ancora in uso) delle tasse federali conosco come erano e come sono costruite: a quell’epoca era esposto l’importo della tassa doping giornaliera a carico dell’organizzatore, oggi non più solo perché quell’importo è stato inserito nella tassa tecnica. Quindi l’antidoping a livello agonistico è pagato dagli organizzatori (e nelle gare internazionali anche in una certa percentuale trattenuta sui premi dei corridori): nel mondo amatoriale i cicloamatori non pagano un cent per l’antidoping!
Quindi lo Stato ha il dovere di preservare la salute della popolazione sportiva AGONISTICA: il resto penso sia un problema che poco dovrebbe riguardare il mondo sportivo, partendo dalla considerazione che questo Stato ha liberalizzato l’uso delle droghe leggere!

Ora cercherò di rispondere a quanto esposto al punto 1 del Suo post.
Sappiamo che, nelle gare di ciclismo amatoriale, oltre ai tesserati Master della FCI partecipano anche quelli aderenti agli Enti: ACSI (Udace), AICS, ASC, ASI, CSA In, CSI, ENDAS, LIBERTAS, MSP, OPES, UISP e l’US ACLI.
Il numero dei “positivi” (non mi piace la parola dopati) è alto rispetto al numero dei controlli svolti in quel settore: vero. Non capisco però perché il conto, nell’opinione pubblica lo paghi il Ciclismo, non il ciclismo!
Ora dal rapporto della CVD si evidenzia quanto segue:
a)le gare controllate nel ciclismo, sul totale generale di 317, sono state 69 pari al 23,9 % del totale generale così suddivise:
-FCI nr. 57
-ALTRI nr. 12 (ACSI n. 6, UISP n. 3, CNS-LIBERTAS n. 1, CSAIN n. 1, CSEN n. 1)
b)gli atleti controllati nel ciclismo, sul totale generale di 1390, sono stati 323 e purtroppo non vi è il dato che permetta di stabilire l’appartenenza federativa.
I 323 controlli fatti nel ciclismo hanno fornito 21 casi di positività, così suddivisi:
-FCI nr. 8
-ALTRI nr. 13 (UISP n. =5, ACSI n. =6, CSAIN n. 2)
Mi chiedo se il Consiglio Federale abbia analizzato questo aspetto e cosa comporti all’immagine del ciclismo agonistico la cui gestione è, per Legge, il suo esclusivo e principale scopo!
Mi aspetto, ed arriverà, una risposta che sarà molto simile a quella da Lei data al punto 3): il mondo sportivo amatoriale va salvaguardato e la lotta al doping non deve conoscere confini.
Mi permetta una considerazione sulla tutela della salute che compete allo Stato. I dati indicati nella relazione della C.V.D. parlano di un totale di 317 gare e 1390 atleti controllati: credo che essendo tali numeri riferiti a tutto lo sport italiano si potrebbe anche fare a meno di farle, essendo solo uno spreco inutile di risorse, e considerando che molto stranamente alcune importanti (!?!) Federazioni hanno subito 0 controlli.
Inoltre questa battaglia, sventagliata dai vertici federali, quali utili porta al movimento ciclistico federale?
Nessuno poiché finisce solo con aumentare il numero dei “positivi” nel ciclismo che, nella percezione dell’opinione pubblica, si traduce immediatamente: “ciclismo sport dei dopati”.
Ed allora poniamoci la domanda: a chi giova questa battaglia moralizzatrice nella considerazione che, ad una Federazione olimpica quale è la FCI, porta soli svantaggi a danno del movimento agonistico?
La risposta è molto semplice: porta vantaggi a coloro i quali hanno grandi interessi nel mondo ciclistico cicloamatoriale e delle gran fondo, e quindi hanno la necessità di far apparire che il “prodotto amatoriale” ha un’immagine pulita.
Questa linea di pensiero si è concretizzata, da un’idea di una società l’asd Petit Velò affiliata al CSI e dal suo Presidente, componente della C.V.D., che ha portato il CONI e la FCI alla creazione del consorzio Five Stars League.
Tale consorzio ha poi obbligato coloro che volevano correre le importanti gare, organizzate dalle società FCI consorziate, a presentare un protocollo medico (una sorta di suivi medical) che è contrastante con il Regolamento sanitario federale: questi master dovevano inviare i loro documenti sanitari ad un server privato (diverso da quello che fa capo alla Comm. Medica federale prevista dalla FCI). Stranamente questo server privato faceva capo al Presidente della Commissione Medica Nazionale FCI nonché componente della Comm. Vigilanza sul doping!
E tutti ci ricordiamo il caso che lo scorso agosto sconvolse il mondo dei Medici in ambito FCI: un buco nel sistema federale permetteva l’accesso a tutti! Qua invece vi é una voragine, ma nessuno se ne accorge!
Caro amico blogger, spassionatamente, ritieni sia opportuna la posizione di uno stesso soggetto che:
dal 2005 al 2011 era tesserato come amatore al CSI,
dal 2005 al 2013 era Procuratore federale della FCI
fino al 2011 era Presidente di Petit Velò,
dal 2007 é componente della Commissione Vigilanza sul Doping del Ministero della Salute,
dal 2011 Presidente del consorzio Five Stars League,
dal 2011 componente della Commissione Antidoping della Consulta Nazionale del Ciclismo,
dal 2011 è l’ideatore e l’organizzatore della Granfondo di Roma,
dal 2012 è tesserato come Master in FCI,
dal 2013 presidente della Struttura Amatoriale Nazionale della FCI,
dal 2013 componente della Comm. Eventi di Massa dell’UCI,
E, in alcune di tali funzioni, con lui sono presenti anche:
dal 2007 nella Comm. Vigilanza sul Doping del Ministero figura anche il Presidente della Comm. Medica FCI,
dal 2011 nella Comm. Antidoping della Consulta figura anche il Vicesegretario nonché referente antidoping federale della FCI,
dal 2013 nella Comm. Eventi di Massa dell’UCI è presidente Renato Di Rocco.
E queste posizioni, al di la delle evidenti incompatibilità federali, non fanno sorgere dubbi sull’opportunità di simili situazioni: faccio il master, ricevo i dati dei master o amatori che corrono con me, decido chi debba essere controllato, organizzo la cora, e alla fine giudico fra gli altri anche i positivi!
E quindi, tornando alla domanda posta, a chi giova tutto ciò?: si dice che “tre indizi, fanno una prova”….
Credo che i dubbi a questo punto siano pochi, come dimostra anche la massiccia presenza e supporto dato dalla FCI alle manifestazioni amatoriali negli ultimi tempi.
Il mondo amatoriale va certamente tutelato, monitorato ed aiutato a liberarsi dai “furbetti della mortazza”, ma nello stesso tempo deve liberarsi da quei personaggi che giocano sulla pelle degli amatori e su quella, a me molto più cara, del Ciclismo (quello con la “C” maiuscola): questo Ciclismo ha già pagato e sta pagando troppo per aver consentito, nel passato, di essere usato dai “furboni” per salvare il CONI ed alcune altre federazioni!
Una piccola notizia di cronaca: nell’ultimo Consiglio federale il Presidente Di Rocco ha ipotizzato uno studio finalizzato al tesseramento degli juniores come “cicloamatori”.

mi vedo costretto,
25 giugno 2014 19:59 canepari
alla luce di tutti gli interventi letti fino ad ora, a ripetere e a confermare quanto dissi giorni fa': chi è così entusiasta e masochista da pagare svariate decine di euro per fare una gran fondo (arricchendo i furbetti organizzatori), avrebbe diritto, oltre che al controllo antidoping, anche ad una perizia psichiatrica compresa nel prezzo.....

Offshore e Marina Militare
26 giugno 2014 13:13 ruotone
Ad un certo punto avevo pensato di avere letto male i dati del bilancio Fci e di avere interpretato erroneamente certe, tante, troppe, strane coincidenze del ciclismo italiano. Mi inchino a Francini che ha avuto la pazienza di collezionare ed argomentare ciò che dovrebbe essere alla conoscenza di tutti, aldilà di slogan e proclami che sono però anche la consuetudine indotta dalla vigente politica degli annunci.

Bene, il quadro è chiaro per chi lo vuole leggere, aspettiamo che la Guardia di Finanza intervenga anche qua a fare luce e non solo nei bilanci delle piccole società di base, che già boccheggiano.
Adesso capisco anche a cosa serve l'ostentazione della solidarietà, delle charities dal sorriso peloso.

Risposta (preliminare) al Sig. Francini
26 giugno 2014 14:06 Bartoli64
Egregio Sig. Francini,
la Sua chiamata in causa del sottoscritto (quando più volte aveva dichiarato di non voler più interloquire con me), mi sorprende un pò...

In ogni caso riconosco che la Sua dissertazione è molto ricca, puntuale e circostanziata, davvero troppo per poterLe rispondere di getto.

Vorrei quindi avere un pochino di tempo per ribattere sui punti in cui non mi trovo d’accordo con Lei, peraltro nella considerazione che le Sue ripetute prese di posizione (contrarie) nei confronti di alcuni esponenti dell’anti-doping (es. il Prof. Donati), mi inducono ad essere “prudentemente guardingo” nei confronti di una persona sicuramente colta è preparata su questi temi, ma altrettanto “prevenuta” verso l’unica arma che abbiamo oggi a disposizione per combattere il fenomeno.

Cordialmente.

Bartoli64

@Bartoli64
26 giugno 2014 14:50 angelofrancini
Le fornisco due chiarificazioni, che le permetteranno di rispondermi più compiutamente.
Io sono contro quegli esponenti, sia del doping come dell’antidoping, che fanno un uso per interessi personali di queste battaglie.
Quindi le mie ripetute prese di posizione nei confronti di qualche esponente dell’antidoping peraltro non sono mai contestate dai diretti interessati, mi pare …… ed erano, con riferimento al caso da Lei citato, alla vera paternità di quel famoso dossier iniziale che tanto lustro ha dato ad uno solo dei suoi due autori!
Questo contestavo, non una seria “lotta” al doping: solo per non passare per uno che é favorevole al doping.
A tal proposito la invito a leggere una risposta indirizzata a Fra74 che ho postato stamani:
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=69775&tp=n

Per la direzione di tuttobici
26 giugno 2014 23:15 Berto65
Una domanda. Questo blog non dovrebbe essere democratico,dove ogni uno esprime la sua opinione? Qualunque essa sia,senza offendere nessuno,ovviamente. Invece ho notato che il blogger "bartoli64" offende tutti coloro che non la pensano come lui. Questa cosa si ripete da anni e anni. Non sarebbe il caso di non pubblicare i commenti offensivi?

Precisazione per Berto65
27 giugno 2014 13:13 Bartoli64
Caro Berto65,
capisco che una ns. vecchia discussione (che peraltro non conteneva alcunché di offensivo) sulla qualità delle telecronache offerte dalla RAI tu non l’abbia ancora digerita (caspita ma sei così “vendicativo”?), ma la cosa su cui dovresti riflettere è su quanto ho già scritto sopra, ossia sul fatto che le mie presunte “offese” non sono MAI a senso unico, e che MAI sono provenute da me per primo.

Che tu poi lo creda o meno (come già ho detto ad altri) a me non frega assolutamente nulla, mentre la Redazione di questo blog - che tu e quelli come te lo vogliano o meno - continua ad ospitare i miei interventi.

Senza offesa eeehh!

Bartoli64

L'antidoping nei cicloamatori?!?
27 giugno 2014 23:47 Monti1970
Mi chiedo a cosa serve spendere soldi per fare i controlli antidoping nei cicloamatori... Se non sbaglio,penso, che nelle categorie amatoriali i controlli antidoping vengano effettuati solo nel ciclismo. Ve lo immaginate se facessero i controlli nelle partite di calcio amatoriali quanti ne troverebbero positivi,domandiamoci : perché vengano controllati solo nel ciclismo?

Risposta (definitiva) al Sig. Francini
30 giugno 2014 10:22 Bartoli64
Egregio Sig. Francini,
come promesso, sono ad inviare a Lei ed agli altri eventuali interessati una risposta in ordine al Suo lunghissimo post, che mi ha sì impegnato nella lettura ma che di certo non mi ha spaventato:

1) intanto la legge 376/2000 definisce il doping come REATO e NON fa solo riferimento alle norme Wada, ergo: I REATI SONO TALI PER TUTTI AGONISTI DI VERTICE COME COMUNI AMATORI (tant’è che non si contano più gli amatori che hanno dovuto sottostare ad un procedimento penale);

2) non so quale report abbia consultato Lei, e’ vero che ne esistono due versioni (una “ridotta” e una più completa) ma a me risulta che la tabella 5 del “Reporting System 2013” (pag, 12) scaricabile dal sito del Ministero della Salute riferisca questi dati: 182 atleti controllati, 11 positivi (6%) per il ciclismo (compresi FCI, Acsi, UDACE, CNS LIBERTAS, CSAIN e UISP); 68 controlli e 3 positivi (4,4%) per l’handball; 56 (1 positivo) per sport invernali ecc. Dunque i dati per l’appartenenza federativa ci sono, almeno per le Federazioni più importanti;

3)cosa molto importante, le battaglie sono per la salute dei cittadini e degli atleti e per l’etica dei valori che dovrebbero essere propri dello sport si fanno per tutelare proprio quei valori. Pensare “a chi giova” è già fuorviante (ma Lei è sempre piuttosto bravo nel fuorviare);

4) per il resto, se vogliamo dimostrare che la lotta al doping gestita all’interno del mondo dello sport e - purtroppo - anche quella modestissima dello Stato è pressoché fallimentare (lo è quella del CONI in generale, figuriamoci quella delle Federazioni e degli Enti con le misere risorse messe in campo…) si sfonda una porta aperta.
Il paradosso è che ci si preoccupa dell’agonismo maggiore, mentre il vero “mercato” del doping è fra giovani e amatori (come dimostrano i sequestri). Di tratta dunque di sistema che va ripensato e ridisegnato completamente;

5) infine, anche se le cifre ci dicono qualcosa da un punto di vista semplicemente informativo più che da dal un lato strettamente scientifico, i dati offerti sono talmente piccoli (a causa dei modesti finanziamenti stanziati dallo Stato per la legge 376/2000 nonché del CONI e delle Federazioni per le medesime iniziative anti-doping) che non credo si possano trarre conclusioni scientificamente fondate, questo almeno ci dicono gli statistici, tutto ciò mentre esistono studi sociologici molto seri che parlano di una “popolazione sportiva” di agonisti e non (si parla di almeno 500mila persone) che farebbe uso di sostanze dopanti per migliorare le proprie prestazioni atletiche o semplicemente per esaltare il proprio aspetto fisico.

Quanto al noto legale che ha le “mani in pasta” un po’ dappertutto cosa vuole che Le dica? A me sembra che molte delle “cariche” e dei tesserini da Lei così puntigliosamente elencati siano assolutamente compatibili tra loro.

Tra l’altro non mi sembra neppure che il personaggio in questione sia così interessato a voler presentare il ciclismo amatoriale come una sorta di movimento “pulito” (cosa davvero ardua per chiunque); piuttosto mi sembra che abbia voluto far una seria pulizia dopo che per troppi anni la categoria era divenuta un vero e proprio ricettacolo di dopati pizzicati tra Dilettanti e Professionisti che poi venivano a “mantenersi la gamba” ed a prendersi sostanziosi rimborsi nelle corse amatoriali (e non facciamo finta di essercelo scordato)!

Vede Sig. Francini, anni fa (su Rai 3 “Report”), mandarono in onda un servizio-inchiesta sulle varie missioni umanitarie finanziate dall’ONU, e da quel servizio emerse uno spaccato un po’ inquietante fatto di aiuti che non arrivavano completamente a destinazione, di funzionari che non facevano il loro dovere nonostante i loro lautissimi stipendi e persino di vario personale che alimentava i mercati locali della prostituzione.

Insomma, quel reportage giornalistico evidenziò come l’ONU non fosse affatto una macchina filantropica perfetta, bensì un’organizzazione con le sue belle pecche ed i suoi bei problemi, così come lo sono tutte le organizzazioni ideate e gestite dagli uomini.

La conduttrice della trasmissione, l’ottima Milena Gabanelli, concluse dicendo che quelli erano i gravi problemi dell’ONU, ma che l’ONU era ancora l’unica organizzazione che il mondo ha per intervenire con un minimo di efficacia nei teatri di guerra e/o di carestie più difficili del Globo (messaggio-chiave: prendere o lasciare).

Tutto è perfettibile caro Sig. Francini, ma per migliorare un qualcosa bisogna almeno farne una prima ed io, a fronte del completo “immobilismo” di gestioni federali come quella di Ceruti, preferisco di gran lunga qualcuno come l’Avv. Santilli che almeno ci prova a cambiare le cose.

E’ vero che a pensar male si fa peccato ma che quasi mai si sbaglia, però certa “dietrologia” mi sembra assolutamente stucchevole e soprattutto improduttiva. A me nel lavoro hanno sempre insegnato che a lavorare si sbaglia, e che solo chi non fa nulla non sbaglia mai…

Quanto allo studio federale che vedrebbe assimilare gli juniores tra gli amatori mi sembra una scemenza talmente evidente da non meritare nemmeno uno straccio di commento.
Cordialmente.

Bartoli64

P.S. Continuo a ribadire che ogni “esasperazione” passata o presente esista nel ciclismo (quella del doping compresa) provenga in primis dal Ciclismo con la C maiuscola (per usare la sua stessa definizione), per poi riversarsi nelle categorie minori (vgs. quelle dilettantistiche) sino ad arrivare agli amatori che - per i loro grandi numeri - fungono poi da “cassa di risonanza” che suona molto male.

Anni fa un medico sportivo che stimo molto per la sua serietà e correttezza redarguì pesantemente un amatore che lo stressava con le sue continue richieste di “prodotti” che lo mandassero più forte, ma quello gli rispose che se tra la categoria circolavano tanti di quei “prodotti” la colpa era principalmente dei suoi colleghi medici (alcuni dei quali operavano proprio come medici sociali del Suo caro “Ciclismo”).

Come dar completamente torto ad un così sia pur losco figuro? Gli amatori - sia pur nella più completa imbecillità di moltissimi di loro - sono molto spesso il terminale di quella catena così ricca di “anelli deboli” (come Lei paternamente ama pensare i corridori delle categorie più importanti) ed ecco perché la lotta al doping è una guerra senza quartiere che NON deve conoscere soste né distinzioni di sorta.

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