IL GIRO BABY PREMIA ARU E I BARDIANI, QUINTANA DEVE DARE DI PIU'

I VOTI DEL DIRETTORE | 01/06/2014 | 19:51
di Pier Augusto Stagi           -

Cala il sipario su un Giro che sarà ricordato per un solo vero scatto di montagna: quello di Fabio Aru a Plan di Montecampione. Uno scatto, dal gruppetto maglia rosa, con Uran che cerca per ben due volte di tenere il ritmo di «quel ciccio là», e Quintana che guarda e si accontenta di perdere il meno possibile. Non penso di fare del fazioso nazionalismo. In uno dei pochi momenti di sfida ad armi pari, il nostro ragazzo regala al grande popolo del ciclismo l’azione più bella. In ogni caso onore al merito al corridore colombiano, ma non si dica che ci ha divertito. Che ha fatto vedere cose eccezionali. Il Quintana del Tour è stato altra cosa e, soprattutto, pedalava con frequenze diverse. È stato un Giro dei giovani, dei ragazzi. In mancanza del Giro Baby, ecco il Giro delle speranze e dell’avvenire apparecchiato da Mauro Vegni.

Nairo QUINTANA. 8. Vince sfruttando a regola d’arte il bonus offerto dalla discesa dello Stelvio, e facendo il vuoto sulla Val Martello. Si esalta nella crono di Cima Grappa e corre controllando senza strafare sullo Zoncolan. Quello che abbiamo apprezzato è stato un Quintana molto tattico. Tutto lucidità e poco spettacolo. Tanta potenza e poca agilità. Meno scalatore e più cronoman. Proprio perché è di un'altra categoria, tengo volutamente più basso il mio giudizio.

Rigoberto URAN. 7,5. Si esalta sul mangiaebevi da Barbaresco a Barolo, e poi soffre tanto. Finisce nel caos sullo Stelvio e poi difende il secondo posto dal ritorno di Aru sullo Zoncolan. Forte, simpatico, tenace e filosofo. Bravo lui e tutta la squadra (si aggiudica la classifica a punti per team), una delle più forti in assoluto. Applausi a Wouter Poels (voto 8).

Fabio ARU. 9. Si trova capitano suo malgrado, dopo la caduta di Scarponi. Vince alla grande a Montecampione e disputa la crono di Cima Grappa da grande campione. Anima in più di un’occasione una corsa al limite della sonnolenza e sullo Zoncolan vive la sua giornata di sofferenza gestendosi con esperienza e acume, non comuni a ragazzi così giovani. Se non ci fosse stato lui, che Giro avremmo visto?

Pierre ROLLAND. 6. Attacca appena si alza la strada. L’impressione che ho avuto è che si sia gestito non benissimo. Nonostante il bonus dello Stelvio, perde il podio.

Domenico POZZOVIVO. 5,5. Anche lui fa più male nella prima settimana che nella terza. Arriva dopo una buonissima primavera e il suo Giro è chiaramente in calando. Un bel 6,5 alla squadra che si aggiudica la classifica a tempi.

Rafel MAJKA. 5,5. Dopo il buonissimo 7° posto di un anno fa non penso che si consideri soddisfatto per aver chiuso al 6°. Io mi aspettavo qualcosa di più, un salto di qualità che non ho visto.

Wilko KELDERMAN. 7. Il ragazzo è un ’91 ed era alla sua prima esperienza in una Grande Giro. Bravo. Molto bravo.

Cadel EVANS. 5. Quattro giorni in maglia rosa, poi nella crono di Barbaresco-Barolo intuiamo che qualcosa non va. Corre come sempre con grande determinazione e impegno. Ma non è sufficiente. Soprattutto ad una certa età.

Ryder HESJEDAL. 5. Nella tappa dello Stelvio fila via veloce con chi fa la corsa ed evita con astuzia il caos. A Val Martello arriva a soli 8” da Quintana (ci dice anche lo strapotere del colombiano…): questo è il punto massimo del canadese. Poi si ferma lì. Impiantato.

Robert KISERLOWSKI. 6. Viene al Giro per ottenere un piazzamento nei dieci. Lo dice lui. Lo dice il suo team-manager Guercilena. Lo dice il suo tecnico Adriano Baffi. Arriva decimo. Più che sufficiente.

Franco PELLIZOTTI. 6. Non riesce ad entrare nella top ten per un minutino e mezzo. Sfiora la vittoria sullo Zoncolan. Purtroppo gli anni passano anche per lui… Più che sufficiente la squadra, che dà battaglia per tutte e tre le settimane. Non vincono tappe, si devono accontentare di una bella classifica, quella dei Traguardi Volanti vinta da Marco Bandiera davanti a Andrea Fedi.

Ivan BASSO. 4,5. Conoscendolo, il primo ad essere avvilito è proprio lui. Prepara le corse come pochi sanno fare, ma in questo Giro non vediamo mai il vero Ivan. Peccato. Sulla squadra caliamo un velo. Basta dire che si aggiudica il Premio del Fair Play. Perdono, ma con eleganza.

Matteo RABOTTINI. 4. Un voto a lui, ma anche a tutta la brigata yellow-fluo della Neri Sottoli che fa davvero pochino. Unica gioia: la classifica del Gran Premio della Fuga con Andrea Fedi, che precede Marco Bandiera.

Michael ROGERS. 8. Vince due tappe: Savona e Zoncolan. Chiude al 18° posto: un Giro più che dignitoso.
 
Sebastian HENAO. 7. Il cuginetto chiude la sua fatica con un buonissimo 22° posto. Si mette in mostra, si butta nella mischia. Ci sa fare, questo ragazzino che compirà 21 anni il prossimo agosto. Nel team SKY applausi anche per l’indomito e sfortunato Dario Cataldo e per Philip Deignan.

Fabio DUARTE. 6. Per i ragazzi di Corti tanto movimento, ma nessun gol. Fabio ci arriva vicinissimo in due occasioni: a Montecampione, quando perde da un campione (Aru), e al Rifugio Panarotta (quando perde da Arredondo).

Orica GREENEDGE. 8. Arrivano e vincono subito la cronosquadre di Belfast. In Irlanda prendono la maglia rosa con Tuft e poi la tengono altri sei giorni con Matthews, che si vince anche la tappa di Montecassino, quella della rotonda. Visto che non si vogliono far mancare nulla vincono anche con l’olandese Pieter Weening. Poi per un virus carogna, vengono messi KO. Finiscono il Giro un due: Tuft e Hepburn. Eroici.

Marcel KITTEL. 9. Due volate due vittorie. Poi si ammala e se ne va. Alla fine ci pensa Mezgec. Tosto lo sloveno: voto 8.

Nacer BOUHANNI. 8,5. Vince tre volate, perde l’ultima, ma il suo Giro è superlativo.

Diego ULISSI. 8. Due vittorie di tappa, a Viggiano e Montecopiolo. Uno strepitoso secondo posto nella crono dei vini. Poi prende l’influenza e se ne va a casa a preparare il tricolore.

Mattia CATTENEO. 7. È il pupo della Lampre-Merida. In pratica è al suo primo Giro, visto che l’anno scorso ha chiuso anzitempo la corsa rosa per un brutto infortunio. Qui corre in crescendo, disputando una bellissima terza settimana che ci fa ben sperare.

BARDIANI-CSF. 9. Il loro Giro è stravinto. Tre vittorie di tappa con Enrico Battaglin (vince la classifica Energia), Marco Canola e Stefano Pirazzi. Manuel Bongiorno viene rallentato dal tifoso pirla sullo Zoncolan, ma la squadra, dal primo all’ultimo, è semplicemente da applausi. Solo Nicola Ruffoni non arriva a Trieste, ma è giovane e avrà tempo per rifarsi. Il talento c’è.

Julian ARREDONDO. 8. Si porta a casa una bellissima tappa, quella che si conclude al Rifugio Panarotta. È sua anche la maglia azzurra Mediolanum del Gran Premio della montagna. E anche la classifica della combattività. L’ennesimo colombiano che fa bene e rende felice Luca Guercilena.

Giacomo NIZZOLO. 7. Quattro secondi posti. È il migliore dei nostro uomini-jet. Gli manca solo un pizzico di buona sorte. Non ci pensi molto. Volti pagina e si dedichi subito alla prossima occasione.
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COMMENTI
Il voto più meritato
1 giugno 2014 20:11 falco
Zero. Alla regia della Rai che è stata capace di perdersi molte fasi importanti del Giro. Una per tutte la discesa dello Stelvio di Quintana.

Le Ns professional
1 giugno 2014 20:32 FrancoPersico
BARDIANI. 10. Hanno portato a casa 3 vittorie. Con atleti diversi. E sullo Zoncolan fino a prova contraria era possibile anche la quarta ciliegina. Ottimo lo staff, in particolare i pronostici di Roberto Reverberi. Hanno onorato al meglio la corsa rosa e meritano invito per il 2015.

ANDRONI. 8. Hanno corso bene. E' mancata la vittoria ma Pellizotti l'ha cercata sempre. Moralmente hanno vinto UNA tappa. Con Bandiera portano a casa anche il premio dei TV. Indubbiamente un bel Team leggermente sottotono in salita, per come ci avevano abituati negli anni passati ma sempre "produttivi" per lo spettacolo.

NERI. 2. Hanno fatto un giro anonimo. Inesistenti se non nelle tappe Irlandesi finchè Fedi aveva benzina nelle gambe. Monsalve ci ha provato ma la sua condizione non era da Giro. Gli altri una delusione. Ponzi e Finetto dov'erano? Colli a casa. Carretero che l'hanno portato a fare. Non meritano l'invito per il 2015 ammesso che siano ancora sulla scena. BOCCIATI. Scinto rifletti.

Franco Persico (IM)

Chi su chi giu
1 giugno 2014 22:23 venetacyclismo
Bardiani su su , Aru bravo , Roland il solo che ha avuto coraggio , Quintana al minimo per vincere e chi doveva vincere , il Giro lo vince sempre uno che non ha mai vinto un un Giro fateci caso , Pozzovivo poteva di più , Basso che tristezza come tutta il suo Team inesistente , ma non si vergognano , un pro-tour Italiano , ora al Tour se non vince Sagan sono proprio nel fango per non dire altro , del resto la Lampre si è salvata solo con Ulissi , Scinto e la sua Neri incalcolabili , inesistenti , peggio di un continental ....... altra cosa che boccio è questa moda della barba , non capisco come i team lo permettano , speriamo che venga vietato.

bonus
2 giugno 2014 00:00 aaaaa
fa molto fastidio sentire parlare di bonus riferito alla discesa dello stelvio sminuendo così una vera azione, quella degli attaccanti della tappa di valmartello, decisiva, emozionante, per ribaltare la corsa, che negli ultimi anni si era vista solo al tour (shleckino sul galibier e contador alpe d'huez senza successo). per ciò non condivido la linea del sito di descriverlo come un giro grigio. se è veroche il dilettantismo organizzativo e della giuria è stato evidente, il piagnucolio di qualche ds nostrano (di squadre straniere di primo livello) non può oscurare il coraggio e il rischio di quintana rolland e soci che, se prorpio li si vuole giudicare hanno fatto solo la loro corsa mentre gli altri si sono fatti "fregare" da delle vecchie volpi come dei bambini.
Gilberto Funghi

Kittel da 9? Ammazza che obiettività!
3 giugno 2014 19:44 Bartoli64
Ma come? Kittel vince due tappe e alla quarta si ritira con due linee di febbre prendendo 9 dal Direttore, mentre Bouhanni (tre vittorie) e Ulissi (2 vittorie) prendono rispettivamente 8,5 e 8 dopo aver fatto molti più km. (e fatica) del tedesco?

Ammazza che obiettività, vabbè che è alto biondo e teutonico mentre gli altri due sono meno “scenici” e più tracagnotti, ma questi sono voti da un giornalista sportivo o da uno che scrive su Eva3000?

Ma per favore!

Bartoli64

Ma che voti sono?
4 giugno 2014 08:54 runner
Ma che razza di voti sono questi?
Come si fa a dare un misero 5,5 a Pozzovivo, ottimo 5° in classifica generale con un Giro generoso al quale è mancata solo la vittoria di tappa?
E poi: finiamola di criticare i corridori (es. Quintana) perchè non fanno azioni eclatanti. Quel tipo di ciclismo è figlio di eccessi dovuti al doping, non lo avete ancora capito? Voi volete la moglie ubriaca e la botte piena. E' ovvio che con i maggiori controlli c'è un livellamento delle presazioni. E questo è un bene, mi pare.
Ma voi giornalisti da Bar Sport, seduti con le vostre pancette dietro ad una scrivania, questo non interessa...

Le pagelle del Direttore
4 giugno 2014 15:19 fulvio54
Non sono particolarmente d'accordo sui voti espressi ai protagonisti del giro
da poco concluso. Un 9 a Kittel mi sembra esagerato meglio Ferrari non avra' vinto ma era sempre nella mischia. Poi 5,5 a Pozzovivo ma andiamo! ha provato in qualsiasi occasione dimostrando grinta e classe e sono convinto che l'anno prossimo sara' sul podio. Poi un zero alla Cannondale.

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