Battaglin e Cataldo da 10, Uran insufficiente ma di poco

I VOTI DEL DIRETTORE | 24/05/2014 | 19:53
di Pier Augusto Stagi           -

Nella tappa del ricordo (Marco Pantani) è bene ricordare anche chi non è al Giro ma qualcosa per il Giro e il ciclismo ha fatto e sta facendo. Mi riferisco a Fabio Bordonali, ex professionista, team-manager di formazioni di buon livello per almeno quindici anni, ora un pochino più defilato con formazioni piccine, che spesso vengono considerate inutili o addirittura ingombranti. Bene, in questo giorno di ricordi, all’ombra del Santuario mariano dedicato alla Madonna Nera, vorrei attribuire un 8 pieno al manager bresciano. È lui che ha fatto passare professionista l’attuale maglia rosa Rigoberto Uran. E da lui sono passati corridori di buon livello come Damiano Caruso e Cristiano Salerno della Cannondale e Matteo Montaguti (Ag2r) e Roberto Ferrari (Lampre- Merida). Così, tanto per ricordare.

Enrico BATTAGLIN. 10. Perde almeno tre volte, prima di vincere. Soffre, barcolla, rallenta e riparte. Strige i denti e il manubrio. Tira, scatta e rilancia: alla fine rientra. Sembra spacciato, ma quando sente il profumo di vittoria è un gatto affamato; la zampata felina è un suo marchio di fabbrica. Vince ad un anno di distanza da quella dannatissima caduta che lo costrinse ad abbandonare il Giro d’Italia. Ci torna per riprendersi quello che aveva lasciato per strada. Ci torna per ricordare a tutti di cosa è capace. Vince dopo Marco Canola. Vince anche se nella fuga dovevano entrare Zardini e Bongiorno. È un gatto: veloce e con sette vite.

Dario CATALDO. 10. Come si può dargli di meno? Cosa gli si può dire dopo una corsa così. Dopo solo due chilometri è già in fuga con altri sei compagni di avventura. Dario pedala, rilancia, seleziona. Rimane da solo con Pantano e quando sente il profumo di vittoria si vede passare a doppia velocità da Battaglin proprio negli ultimi 100 metri. Dopo il traguardo si lascia andare a delle considerazioni a caldo: «Volevo riscattare il mio Giro d’Italia. Sono partito male e volevo vincere una bella tappa. Ho dato tutto, ma Battaglin è stato bravissimo». Come si fa a non dargli 10?

Jarlinson PANTANO. 8. Lo vedremo sulle salite più adatte a lui. Qui fa le prove generali, il ragazzo di Claudio Corti. Si limita a controllare, a non perdere contatto dai primi, e alla fine è il solo che resta attaccato a Cataldo. Anche lui come Dario non fa i conti con il ritorno di Battaglin. Ma anche Jarlinson tornerà. Presto.

Emanuele SELLA. 7. Lo si vede poco in mezzo al gruppo, difficilmente parla: ma sorride. Oggi si butta nella mischia e porta a casa un prezioso sesto posto che fa comodo a lui e alla sua Androni Giocattoli.

Mattia CATTANEO. 8. È uno dei più giovani del gruppo. Il pupo (ha 23 anni) della Lampre-Merida getta il cuore oltre l’ostacolo e va all’attacco. Ma quello che più conta è che nel finale, quando la battaglia si fa vera, è lì a lottare con i migliori. Conoscendolo dirà: ho fatto tanta fatica. Caro Mattia, anche tu ne hai fatta fare tanta agli altri. È il futuro.

Ivan SANTAROMITA. 7. Non sta bene, come quasi la totalità della sua squadra. Hanno preso quasi tutti una bruttissima gastroenterite, ma per dare un senso al suo Giro, va all’attacco. Raccoglie un decimo posto, con i denti, ma altri al posto suo sarebbero già a casa.

Ryder HESJEDAL. 6,5. È il migliore degli uomini di classifica. Cerca di risalire la china, di guadagnare qualcosa. Poco, ma guadagna. Da rivedere su salite più pendenti e lunghe.

Pierre ROLLAND. 6. Prende l’ascensore Hesjedal e si fa portare su. Non spreca una pedalata. Il terreno ideale per lui deve ancora arrivare.

Nairo QUINTANA. 6,5. Lo danno moribondo, ma forse sta meglio di quanto pensi e dicono. Quando scatta Pozzovivo è lesto ad andargli dietro. Vorrebbero che scatenasse la bagarre, ma la strada è lunga e per il momento il colombiano si accontenta di aver fatto una buona prova tecnica di trasmissione.

Fabio ARU. 6,5. Arriva con Quintana, dopo aver corso con grande attenzione.

Domenico POZZOVIVO. 6,5. È quello che scatena una bagarre: piccola, ma almeno ci prova.  Uno scattino, una piccola cosa, più dimostrativa che altro.

Albert TIMMER. 7. L’olandese della Giant giganteggia fin che può. Poi pensa a non sprofondare.

Rigoberto URAN. 5,5. Gli fanno passare cinque minuti bruttissimi, ma poi riesce con calma a non farsi prendere dalla frenesia e medica la situazione. Certo, non è un bel segnale, visto che era dato in grande condizione. Non dobbiamo aspettare molto per capire se la sua “crisi” è stata davvero una crisetta. Basta aspettare domani.

Ivan BASSO. 5. È acciaccato, livido, con l’anca dolente, per la caduta nella crono. Ce ne aveva parlato prima del via. La strada dice chiaramente che per lui questo Giro sarà più duro del previsto.

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La triste notizia l’ha diffusa con un post su Facebook suo figlio Giulio. A Cascina all’età di 69 anni dopo una lunga battaglia contro la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è morto Luciano Galleschi, personaggio conosciuto in tutto l’ambiente del ciclismo...


Una festa in grande stile, con tanti ospiti e tanto divertimento, d’altronde ormai Alex e Johnny Carera ci hanno abituato a fare le cose in grande e anche questa volta hanno centrato l’obiettivo. Dopo la partita a padel del pomeriggio...


Remco Evenepoel è senza ombra di dubbio uno dei cronoman più forti al mondo e i titoli vinti dimostrano chiaramente la sua classe. Il belga ha fatto vedere tante volte le sue qualità e in questo 2024 ha conquistato sia...


Protagonista assoluto della stagione 2024, Jonathan Milan aggiunge un'altra "maglia" alla sua collezione, quella bianca dell'Oscar tuttoBICI come miglior giovane della stagione. Nella graduatoria del Gran Premio ACM Asfalti, voluta dall'ex professionista Nicola Miceli, il friulano della Lidl Trek ha...


La storia del ciclismo italiano è ricca di corse che non si disputano più ma che hanno fatto la storia: per questo abbiamo pensato di proporvi una nuova rubrica che le tiri fuori dal cassetto dei ricordi. Se avete una foto...


«La passione per la bici, il divertimento e la felicità nel pedalare devono avere la priorità rispetto ai risultati, alle coppe e alle vittorie. Soprattutto tra i giovanissimi» Mauro Ulissi, padre di Diego e vicepresidente dell’Unione Ciclistica Donoratico chiarisce subito...


Se pensavate che Tadej Pogacar fosse un asso solo della bicicletta vi diciamo subito che vi sbagliate perché il campione del mondo ha molte altre carte da giocare. Dategli una racchetta, una pallina e un campo da padel e vedrete...


Il Consiglio della Lega del Ciclismo Professionistico si congratula con il presidente Roberto Pella, riconfermato nella giornata di ieri a Torino, per i prossimi cinque anni, nel ruolo di vicepresidente di ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Durante la cerimonia, Pella,...


Si è svolta questa mattina al Centro Congressi di Riva del Garda l'Assemblea AIOCC, che riunisce gli organizzatori di gare ciclistiche da tutto il mondo. Oltre al presidente Christian Prudhomme, direttore del Tour de France, sono intervenuti anche il Presidente dell’UCI...


Novità in casa Team Biesse Carrera, florida realtà ciclistica bresciana che ha terminato da poche settimane un 2024 da protagonista tra la formazione Continental e l'intero vivaio sia maschile sia femminile. Il sodalizio ciclistico annuncia la nomina a presidente di...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024