CASO GALLETTI. L'Uci scarica: non possiamo fare nulla

UCI | 11/04/2014 | 18:14
Vi ricordate che lo scorso 26 novembre ACCPI e CPA, con il sostegno di tutti i corridori professionisti italiani, avevano scritto al presidente Cookson per chiede di intervenire per trovare finalmente una soluzione al caso di Alessio Galletti? Bene, acinque mesi di distanza è arrivata la risposta che vi proponiamo.

Egregi Signori,
Vi ringraziamo per la lettera inviata al presidente dell’UCI, che è stata letta e seguita con attenzione.
Dopo aver esaminato i file in nostro possesso in relazione alla tragica morte del signor Alessio Gaietti, vorremmo fornire le seguenti informazioni:
Ai sensi dell'articolo 23 (1) degli accordi dell'UCI, ogni squadra deve stipulare, a
sue spese, una "assicurazione sulla vita, in virtù del quale una somma di € 100'000 sarà pagato ai beneficiari designati dal corridore in attività".
Sulla base di questa disposizione, che era già in vigore nel 2005, le squadre Pro e Continental avevano l'obbligo di stipulare un'assicurazione sulla vita per i loro atleti.
Tuttavia, e come correttamente indicato nella vostra corrispondenza, l’assicurazione sulla vita stipulata dal team Continental Naturino - Sapore di Mare a nome dei propri corridori - tra cui il signor Alessio Galletti - non copre a quanto pare i casi di morte da cause naturali.
Siamo spiacenti di informarvi che non siamo in grado di fornirvi ulteriore assistenza e vi consigliamo di chiedere il parere una consulenza ai legali di della signora Consuelo Saviozzi,  vedova del signor Galletti, che potranno fornirvi ulteriori chiarimenti.
Vi ringraziamo per la cortese attenzione e confidiamo nella vostra comprensione .
Cordiali saluti,
Nicolas Valticos
Inhouse Legal Counsel



Dear Sirs,
We thank you for your correspondence with the UCI President, the content of which received our full attention.
After having reviewed the files in our possession in relation to the tragic death of Mr. Alessio Galletti, we would like to provide you with the following information: According to article 23 (1) of the Joint Agreements of the UCI, every team must take out, at its expenses, "life insurance, by virtue of which a sum of € 100'000 will be paid to the beneficiaries named by the rider in the policy". On the basis of the above-mentioned provision, which was already in force in 2005, ali Pro teams and Continental teams were obliged to take out comprehensive life insurance for their riders.
Nevertheless and as correctly stated in your aforementioned correspondence, the life insurance taken out by the Continental team Naturino-Sapore di Mare on behalf of their riders - including Mr. Alessio Galletti - did not apparently cover the cases of death from natural causes.
We regret to inform you that we are unable to offer any further assistance and would recommend that seek advice from the legal counsel of Mrs Consuelo Saviozzi, the widow of Mr. Galletti, who may be in a position to provide you with some further clarification. We thank you for your kind attention and trust in your understanding.

Yours sincerely,
Nicolas Valticos
Inhouse Legal Counsel

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COMMENTI
COMPLIMENTI
11 aprile 2014 19:06 alessandro
Complimenti a tutti!
Ora voglio vedere tutta la solidarietà letta sul vostro giornale che fine farà!
Aprite una sottoscrizione per la vedova e le bambine: sono sicuro che le persone di buon cuore qualcosa faranno.
Per quanto riguarda il Sig. Santoni non è perseguibile?
Alessandro

Signori Ciclisti e Cicliste
11 aprile 2014 19:44 exciclistarosa
Questi sono i casi che veramente va fatto lo sciopero , una situazione vergognosa , il ciclismo fa proprio ridere ............ e vogliono fare i grandi.

Ma chi é questo che ha scritto queste fesserie
12 aprile 2014 06:31 angelofrancini
Avevo deciso di aspettare l’esito dell’impegno assunto dall’attuale dirigenza dell’UCI augurandomi una soluzione positiva per la Famiglia di Alessio Galletti.
So che in tale ottica si era mossa anche l’ACCPI ed il CPA di Gianni Bugno.
Ma oggi leggo questa notizia e resto deluso ed amareggiato: bisogna rivoltarsi contro queste gigantesche bxxlle ed ingiustizie! Non bisogna permettergli di gabbare la gente!
L’UCI ha la piena e totale responsabilità dell’accaduto, congiuntamente alla FCI ed alla LCP!
Le regole l’UCI, allora come oggi, le aveva e le imponeva: lei stessa faceva i controlli sulla gestione delle società, attraverso una società di controllo svizzera di Lugano!
Se le polizze non rispettavano quanto imposto da quelle regole, l’UCI doveva fermare la squadra: non dire oggi che la colpa è della squadra, comportandosi peggio di Ponzio Pilato!
E si smetta di dire che uno che é morto in corsa, sotto sforzo, come Alessio Galletti é morto per morte naturale.
Come nella storiella che si raccontava sulla Sicilia: quando trovavo uno con un pallettone in testa sotto una lama di un fico d\'india dicevano che era morto di morte naturale!
Altrettanto grave è la posizione della FCI e la LCP che, sanno che in Italia esiste la Legge 91 la quale impone ben precisi vincoli di legge che in Italia devono essere rispettati: se non ha eseguito questi controlli, o ne ha delegato l’attuazione all’UCI, la colpa è esclusivamente della FCI e della LCP!
Il corridore Alessio Galletti nel 2005 correva con tessera italiana n. 051262E e con una società che aveva questo codice 09U0901: questo vuol dire che qualcuno ha verificato che le norme imposte dalla Legge 91, non le sballate regole dell’UCI, erano state rispettate. E se tutto non era in regola, come la Legge italiana imponeva ed impone, non doveva essere rilasciata nessuna tessera a nessun corridore di quella squadra: ormai è chiaro che qualcuno ha sbagliato e oggi deve assumere le sue responsabilità.
Nelle norme dell’UCI, allora vigenti come oggi, si prevede che lo sponsor della squadra debba firmare gli impegni unitamente al team manager essendo solidamente responsabile, nei confronti dei corridori e dell’UCI, per tutto ciò che attiene alla gestione della squadra: le regole non valgono solo per chiamarli in causa per i fatti doping, come è accaduto con Sciotti!
Ed allora la squadra in cui correva Galletti, al di la di Vincenzino Santoni, aveva uno sponsor che è ancora vivo e vegeto e che, nel 2005, aveva la tessera FCI n. 573114J! Care UCI, FCI e LCP chiamatelo in causa voi, in base alle vostre regole, non lasciate sola la Famiglia di Alessio Galletti.
E se la FCI e la LCP hanno rilasciato la tessera, senza fare le opportune verifiche, ne rispondano: avevano ed hanno la polizza assicurativa (RC Amministrativa e di carica)che copre tale rischi!

Smettiamola di dire che l’UCI comanda: è tutto un “falso ideologico” il movimento creato dall’UCI!
L’UCI faccia ciò che è il suo unico compito: essere la Federazione internazionale delle Federazione ciclistiche nazionali.
Smetta di fare la super federazione. Non può permettersi di registrare società, corridori, creare le figure professionali tecniche: questo è un compito riservato ad ogni singola federazione nazionale, la quale nel suo Paese deve rispettare per prima cosa le Leggi imposte dallo stato e non quelle dell’UCI.
I corridori professionisti tesserati in Italia con un club italiano se oggi intentano una vertenza con il loro datore di lavoro, ossia un arbitrato in ambito UCI come prevedono le norme, saranno giudicati in base al diritto privato svizzero: questa è una bestemmia giuridica.
Si obbliga un dipendente cittadino italiano che lavora per un’azienda italiana a risolvere un suo problema di lavoro, regolato dalla Legge ’91 italiana, a farsi giudicare secondo le regole del diritto privato di un paese extracomunitario quale è la Svizzera?
E sono curioso di vedere se qualcuno vuole smentirmi su questa cosa!

Facciamoci sentire tutti per aiutare Consuelo ed i suoi due ragazzi, non lasciamoli soli.

PRESIDENTE COOKSON RIPENSACI…
14 aprile 2014 11:52 pietrogiuliani
Subito dopo essere stato eletto a nuovo presidente U.C.I. Cookson fece un intervento importante e significativo a favore della memoria (e soprattutto della famiglia) del povero ed indimenticabile Alessio Galletti.
Francamente - visto l’impegno che SEMBRAVA essersi preso per fare almeno un po’ di giustizia in questa lunga e triste storia - credevo (…o forse mi ero illuso…) che finalmente fosse arrivata la persona giusta grazie alla quale l’incubo vissuto dalla famiglia Galletti in tutti questi anni, sarebbe finito (anche se esistono somme di danaro che possano colmare una tale perdita).
Ed invece NO…anche le sue sono state parole. Solo parole. Forse faceva comodo all’appena eletto Cookson interpretare la parte “del salvatore” in un momento (per lui…) così particolare.
Purtroppo questo suo comportamento alla fine non ha fatto altro che peggiorare le cose, visto che la famiglia Galletti credeva in ciò che gli era stato promesso.
Adesso la risposta dell’UCI (nella quale si continua meschinamente con il gioco dello “scarica barile”), è un ulteriore pugno nello stomaco ad una famiglia che ha già sofferto troppo, è qualcosa immorale e inaccettabile!
A seguito di tutto quello che è già stato scritto e soprattutto agli interventi del dr Angelo Francini, è logico attribuire tutta la responsabilità all’U.C.I., alla Ernst&Young, a Vincenzo Santoni ed al presidente del team Preatoni.
E’ vero che Santoni e Preatoni NON stipulando le assicurazioni obbligatorie per un team, hanno commesso una gravissima negligenza ma, allo stesso modo però, l’imperizia è da addossare anche a coloro che vengono pagati per controllare che tutto sia corretto ed in linea con i regolamenti (Ernst&Young) ed ai capi di tutto, ovvero l’U.C.I.
Quando c’è da chiedere i soldi ai teams, questi sono sempre in prima linea ma quando commetto un errore (gravissimo come questo) e devono mettere “mani al portafoglio”, si tirano indietro e fanno peggio di Ponzio Pilato.
Pertanto, chiedo a nome di tutti coloro che volevano bene ad Alessio Galletti e vorrebbero vedere finalmente un po’ di serenità nella sua famiglia, che il presidente Cookson ritorni sui suoi passi, che dimostri di non essere soltanto uno “tutto chiacchiere e distintivo” e visto che sta facendo molto per combattere il doping (cosa che prima, con gli ultimi due presidenti, non ci sognavamo neppure) si impegni allo stesso modo per fare giustizia in questa infelice vicenda.
Infine chiedo al presidente che risponda personalmente, anche alle nostre osservazioni, anzi che delegare vergognosamente terzi. Lo deve ad Alessio e alla sua famiglia!

Bravo Fracini !
15 aprile 2014 12:43 renzobarde
Condivido quanto scrive con grande maestria Angelo Francini . Aggiungo solamente che l'inerzia e l'ambiguità dei dirigenti del ciclismo sono alla base della NON soluzione delle problematiche del doping nel ciclismo. Renzo Bardelli

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