Paolo Pantani. «Marco non era dopato e dava fastidio»

INTERVISTA | 09/02/2014 | 11:53
Dove sarebbe oggi, Marco, con un sole così?
«In bicicletta, fra i bambini, a insegnare la passione... Marco ce lo aveva sempre detto: ‘voglio far vedere ai giovani come ci si comporta nello sport’».

E invece?
«E invece a Madonna di Campiglio, quando gli hanno rubato il Giro, lo hanno fatto passare per un dopato. Lo insultavano se lo incrociavano in bicicletta. I carabinieri, alle sei del mattino, gli venivano a notificare gli atti di sette procure, sette, dico sette, neanche fosse stato un delinquente... A Marco il mondo è crollato...».

E com’era iniziato il Pirata?
«A 12 anni, per una presa in giro. Gli amichetti di una società ciclistica, prima dell’allenamento, l’avevano sfidato, lui che giocava a calcio nel Cesenatico. Prese la bicicletta di sua mamma e al primo cavalcavia staccò tutti di 150 metri. L’allenatore lo fermò e gli disse che gli avrebbe dato bici da corsa e maglietta a patto che io gli avessi comprato gli scarpini...»

E lei glieli comprò?
«Non subito. I soldi non erano tanti. Prima li chiese a mia moglie, ma io volevo che fosse lui a venire da me. Alla fine venne, ma accompagnato dall’allenatore, non si azzardava...».

La prima vittoria?
«Vicino a Cesena, l’anno dopo, il 1983... Veniva sempre battuto in volata, allora gli misi di nascosto un biglietto nella tasca della maglietta con scritto ‘attacca prima del traguardo’. Lui si ritrovò tra le mani quel foglio e partì. Non lo vide più nessuno».

Ma dopo il magico 1998, col Giro, il Tour, i 60mila a urlare ‘Marco-Marco’ a Cesenatico in una notte d’agosto non aveva per caso pensato al ritiro?
«E perchè? Marco non faceva mica fatica a correre. Aveva 34 battiti al minuto. Era andato anche a Quark. Al mondo c’erano meno di cento atleti come lui».

Perchè doparsi, quindi?
«Ma lui non si è dopato. Dopo la squalifica di Campiglio spaccò un vetro con un pugno per la rabbia. Si fece curare a Imola, sulla strada del ritorno. E lì gli fecero le analisi. L’ematocrito era 48, non sopra 50 e l’emoglobina era a posto. E con l’emoglobina non si bara».

Chi lo ama dice che lo hanno incastrato. E perchè?
«Perchè Marco dava fastidio. Stava oscurando il calcio, la Formula 1, tutto. E perchè Marco era un bersaglio facile, un puro. Ullrich, Armstrong sì erano dopati, lo hanno ammesso a fine carriera, ma non li hanno mai toccati...».

Dieci anni dopo cosa non rifarebbe. Magari lasciarlo solo in una camera d’albergo?
«Marco scappava da casa, dai carabinieri, dalle procure, da tutto. Ma non era arrabbiato con me. Anzi, vedeva che mi battevo per lui, io che volevo spaccare la faccia ai suoi spacciatori. Mi diceva di lasciare perdere... ‘Babbo, smetto quando voglio, ma così almeno così sto sereno per un po’. Ero stato anche a San Patrignano, mi avevano detto di non assillarlo, doveva essere lui a chiedere aiuto...»

Oggi quei bambini però corrono nel nome di Marco.
«Con la fondazione abbiamo realizzato il suo sogno. Due squadre di ragazzini, una qui e una in Croazia. Il Pirata è ancora un mito dappertutto, nonostante tutto».

da «Il Resto del Carlino» del 9 febbraio 2014 a firma Pier Luigi Martelli

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COMMENTI
Il solito disco
9 febbraio 2014 23:24 pickett
I coniugi Pantani accusano il mondo intero per non fare i conti con la propria coscienza,E I PROPRI RIMORSI.E dopo 10 anni,possiamo dire che hanno stufato?E diciamolo,su...

Riscriviamo la storia?
10 febbraio 2014 09:57 Bastiano
Ma come non era dopato? Per favore non continuiamo a giocare sulla pelle di un ragazzo morto per colpe sue, di un sistema e di tante persone che ci hanno speculato (e continuano a farlo)sopra.
E' arrivato il momento di chiudere una pagina di ciclismo che non è molto edificante e di pensare a rendere migliore il ciclismo odierno, senza voler raccontare un passato diverso da quello che è stato.

@pickett, e non solo
10 febbraio 2014 10:00 angelofrancini
Credo che il tuo commento dimostri perché sarebbe obbligatorio imporre che l’autore debba firmarsi con nome e cognome!
Dietro l’anonimato sovente si cela la mancanza di coraggio di esprimere le proprie idee o, in alcuni casi, ci si sente autorizzati a scrivere qualsiasi caxxxta solamente perché tanto nessuno individuerà l’autore.
Non voglio riparlare di alcune situazioni particolari della vicenda che ho già espresso, ma trovo scorretto e non condivido che si addebiti ai genitori di Marco responsabilità che, semmai, non sono certamente loro.
Voglio quindi esprimere con tutta la mia forza piena solidarietà a Tonina e Paolo Pantani perché il dolore di una mamma e di un papà vanno rispettati: da TUTTI!

Per pickett
10 febbraio 2014 10:07 Melampo
Indipendentemente dalle eventuali responsabilità della famiglia nella oramai arcinota vicenda, bisognerebbe per lo meno portare un umano rispetto a chi ha visto morire un figlio a 34 anni.

Pickett, tu hai figli?

In ogni caso, io non cambio la mia idea sulla vicenda, tanto più a quasi dieci anni dalla scomparsa: lasciate riposare in pace Marco Pantani, che almeno il riposo eterno gli sia lieve ...

DOV\'ERAVATE QUANDO E\' MORTO?
10 febbraio 2014 11:41 tonifrigo
E' ora di smetterla. Cominciate voi a dare pace a vostro figlio e sm3ettetela di voler essere ancora protagonisti:a pedalare era lui, a portarvi tanti soldi a casa era lui. Lasciatelo stare. La preghiera dice "riposi in pace". IN PACE, capito?

quoto
10 febbraio 2014 13:35 bertu
non posso che concordare con picket, bastiano e tonifrigo.

Alberto Vico

Chiarezza
10 febbraio 2014 13:40 Ruggero
Separo le due cose, il ragazzo e quì mai mi permetterò mai di giudicare ciò che dice un genitore, sono io stesso un genitore e non mi riesce nemmeno immaginare il dolore che hanno provato, che provano e proveranno, penso che venga a mancare anche la necessaria lucidità.
Sullo sportivo qualcosa vorrei dire, non al povero Marco vittima di un sistema falso, ma a tutti quei finti tifosi che continuanoa dire "giù le mani dal Tour di Pantani"......e perchè mai ?????
Il Tour di Pantani era falso al pari di quelli prima e di quelli dopo, oppure era favoloso al pari di quelli prima e di quelli dopo.
Solita storia ragazzi, tutti ammettono porcate a non finire tranne i nostri che pure in quegli anni soprattutto nelle classiche hanno vinto a mani basse tutto quanto si poteva vincere, ripeto come siamo fortunati, gli altri si dopavano per perdere noi eravamo puliti e vincevamo !!!!!
Coerenza.......

Risposta
10 febbraio 2014 13:49 pickett
Se avessi un figlio,e fosse nelle condizioni disperate in cui si trovava Pantani negli ultimi mesi di vita,non lo abbandonerei certo al suo destino PER ANDARMENE A PRENDERE IL SOLE IN GRECIA!Coi soldi del figlio,ovviamente.E questo é ciò che ha pensato,subito dopo la tragedia,tantissima gente,senza avere il coraggio di dirlo.

X Pickett
10 febbraio 2014 14:34 Ruggero
Sostanzialmente sono d'accordo con te, ma penso che certe situazioni chi le vive è convinto sempre di agire nel modo corretto, almeno penso e spero, comunque è chiaro che ora la disperazione dev'essere devastante.

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