SAVOLDELLI. «Non è detto che vada alla Procura Antidoping»

GIUSTIZIA | 31/01/2014 | 16:56
Paolo Savoldelli non nasconde la sua perplessità per la convocazione ricevuta dalla Procura Antidoping del Coni e raggiunto telefonicamente da tuttobiciweb spiega: «Sono molto sorpreso, mi hanno chiamato dalla Procura del Coni dicendomi che mi dovevano mandare una mail... Sto cercando di darmi una spiegazione e penso che questa convocazione arrivi in seguito alle dichiarazioni rilasciate alla Iene da Di Luca. Le parole di Danilo sono state molto pesanti - ha spiegato il campione bergamasco -, lui ha detto che il 90% dei corridori che disputano il Giro sono dopati e che non è possibile arrivare nei primi dieci senza far ricorso al doping. Visto che io di Giri ne ho vinti due e che ho corso un anno insieme a Di Luca (alla LPR), penso proprio che mi abbiano chiamato per questo».

Poi il Falco bergamasco aggiunge: «Devo confessare che questa convocazione, che ha creato tanta agitazione e tanto rumore, non mi è piaciuta molto. Voglio pensarci con serenità e non è detto che io decida di andare a Roma e rispondere alla chiamata. Io potrei anche essere disposto ad offrire la massima collaborazione possibile, ma non ci sto se vogliono solo farsi pubblicità e far vedere che agiscono dopo quanto è successo. Ripeto, voglio pensare bene prima di decidere».

ARTICOLI CORRELATI

CONI. La Procura convoca Paolo Savoldelli
Copyright © TBW
COMMENTI
Salvoldellli, facci un favore!
31 gennaio 2014 17:58 Bartoli64
E risparmiaci le tue lagne che tanto le abbiamo già sentite tutte!

E già che ci sei risparmiale anche alla Procura Nazionale Antidoping, tanto si sa già che andresti li per dichiarare il nulla.

Mò avete capito perchè lo hanno epurato dalla Rai? E se non lo avete capito ancora rileggetevi le sue dichiarazioni "pro-Armstrong", rese prima che il texano ammettesse le sue responsabilità.

Bartoli64

da ridere
31 gennaio 2014 17:59 geo
A questo punto chiamate a deporre Bugno, Chiappucci, Simoni, Chioccioli, e poi anche Osler, Bortolotto, Bertoglio, Battaglin, Bergamo, Algeri, Natale, Patellaro, Lualdi, e poi chi??? Cambiate registro per favore!

sei un mito
31 gennaio 2014 18:01 sasa
Paolo, se nulla hai da nascondere devi andare e dire tutto quanto sai, altrimenti crolla un altro mito e le illazioni diventano ancora più pesanti.

convocazione
31 gennaio 2014 18:07 siluro1946
Non conosco le implicazioni penali nel non andare alla convocazione ma sicuramente sarebbe un comportamento corretto non prostrarsi ogni volta
che qualche cretino per "tredici denari" sputa sentenze.
Bravo Savoldelli.

SAVOLDELLI
31 gennaio 2014 18:22 specialized
La Gazzetta riporta che è stato chiamato in seguito agli sviluppi della vicenda Armstrong e non alla vicenda DI LUCA ..... magari richiamatelo!!!

Paolo pensaci non una ma dieci volte!
31 gennaio 2014 18:22 angelofrancini
Paolo giorni orsono, prima della messa in onda dell'intervista a Danilo, espressi alcune convinzioni e, dopo pochi giorni da quell’intervista arrivò a Danilo la convocazione dalla Procura Coni: io espressi la ferma convinzione a Danilo di non rispondere a quella convocazione per tre motivi:
1° perché il suo status di tesserato alla FCI era cessato al 31.12.2013
2° essendo un radiato (con sentenza passata in giudicato) non poteva più comunque essere tesserato per una Federazione nazionale.
3° perché semmai avrebbe dovuto rispondere, ove convocato, solo alla Magistratura ordinaria.

Ora la stessa cosa capita anche a te (convocazione Procura antidoping Coni): senza alcun specifico riferimento da quanto mi risulta.
E ti chiedo: perché dovresti rispondere e, per gli interessi di chi?
Mi chiedo se la procedura è identica in tutti gli sport e di fronte a notizie riferentesi a fatti che sono non più perseguibili: ma questi signori della Procura antidoping sanno quali sono i limiti del loro operare che è molto diverso da quelli della Giustizia ordinaria.

Credo che così non sia e quindi, per rafforzare il detto “mal comune mezzo gaudio”, invito i lettori di Tuttobiciweb a leggere i seguenti articoli di cui posto i link.
Articoli pubblicati da “La Repubblica”, a firma di Eugenio Capodacqua alla fine del 2000, dei quali forse ci siamo dimenticati:
http://www.repubblica.it/online/sport/pantapro/farmacia/farmacia.html
http://www.repubblica.it/online/sport/pantapro/capo/capo.html
http://www.repubblica.it/online/sport/pantapro/con/con.html
http://www.repubblica.it/online/sport/pantapro/banda/banda.html

I nomi degli atleti (di livello qualitativo e dirigenziale – poi - di livello mondiale) che figurano negli atti, riportati negli articoli sopra richiamati, sono stati mai convocati dalla Giustizia sportiva del CONI o da quella ordinaria?
I chili di droghe pesanti rinvenuti nel laboratorio dell’Acqua Acetosa a Roma che, a seguito di quell’inchiesta, portarono alla chiusura dell’omonimo laboratorio antidoping ed alle conseguenti dimissioni del Presidente Coni dr. Pescante sono finiti, nell’immaginario comune, come un fatto conseguente del doping proprio del mondo del ciclismo che, in quel periodo fu pesantemente accusato e martoriato, anche con alcuni fondati motivi!
Come si evidenzia dai predetti articoli però le colpe erano, maggiormente, da attribuire a quelle Federazioni nazionali che “pagavano” gli studiosi ferraresi.
Però solo la Federazione Ciclistica fu colpita, poiché era la meno attaccabile fra tutte quelle che erano coinvolte e quindi la più “sacrificabile”, per la propria tutela, da parte del Palazzo H!

Oggi come esce una notizia, che riguarda il mondo ciclistico, subito scatta la convocazione della Procura: credo che questi signori sarebbero felicissimi di poter convocare (se fosse ancora fra noi) anche il grande GINO BARTALI, per chiedergli se per caso avesse mai rinvenuto (nelle sue memorabili intrusioni nelle camere ove dormiva Fausto COPPI, alla perlustrazione nei cestini dei rifiuti) qualcosa di illecito. Se fosse ancora fra noi “Lo” convocherebbero certamente!
Mi chiedo se non fosse stato meglio, qualche volta, convocare qualche dirigente dell’Ente Coni o di quelle Federazioni (so che qualcuno avrebbe potuto rifiutarsi invocando lo status di Parlamentare della Repubblica), ma almeno avrebbe dato una parvenza di uguaglianza e di equità di trattamento davanti alla Giustizia sportiva.
Ma forse ciò non è possibile finché qualcuno è considerato figlio di buona dxxxa più di altri: specialmente se tesserato alla FCI!

Per cui Paolo pensaci non una volta, ma dieci volte. Serve solo ad accrescere il terrorismo nei confronti di chi pratica il ciclismo per la tutela di altri (e non mi riferisco agli atleti di altri sport)!

OK Angelo
31 gennaio 2014 20:01 emmemme53
La tua descrizione e le tue motivazioni sono molto più dettagliate e sicuramente più obbiettive di quelle dello "sputasentenze" Bartoli64, che fa' sempre il primo della classe ed il saccente di turno, con ironie che rasentano la maleducazione ed il finto perbenismo.

E vai con la solita tesi complottistica!!
31 gennaio 2014 21:51 Bartoli64
Ed eccolo qua, puntuale, circostanziato (e meschino) il solito post anti-Procura Nazionale Antidoping.

Una volta il bersaglio era sempre lui (l’orco-Torri), ma ora che quel validissimo Procuratore a cui lo sport (specialmente il ciclismo) deve molto non è più a capo della PNA, la sostanza non cambia... PNA - per qualcuno - fa sempre rima con STASI, KGB, CIA e chi più ne ha più ne metta.

Ecco allora che il povero “convocato” di turno (povero si fa per dire) viene subito allertato del fatto che le temibili spie del controspionaggio di Palazzo H vogliono rovinarlo con qualche oscura manovra complottistica, addossandogli colpe non sue per poi ridurlo a vittima sacrificale del ciclismo più buio (quello di Armstrong) dove il buon Savoldelli è stato splendido protagonista... MA PER FAVORE!

Punto primo la PNA NON invade nesuna competenza della Magistratura Ordinaria, ma compie solo un atto dovuto nelle sue attribuzioni nei confronti di un ex tesserato che – molto probabilmente – è persona informata dei fatti, e non mi riferisco solo a quelli personali (leggasi collaborazione con il Dott. Ferrari).

Ovvio che il Falco bergamasco ha tutto il diritto di non rispondere alla convocazione di un Giudice Sportivo, tanto è un ex tesserato, però, in fondo, perchè non andare? “Se male non fare paura non avere”, recita un vecchio proverbio... già (se male NON fare).

Sinceramente trovo semplicemente disgustoso che, al di la delle facoltà e dei compiti della PNA, ogni volta i soliti noti armino la solita manovra di delegittimazione nei confronti di questo Organo di fondamentale importanza per la credibilità dello sport italiano.

I motivi di queste manovre? Sempre gli stessi: ce l’hanno sempre con i tesserati della FCI e con il povero ciclismo, e via-via la solita lagna (trita e ritrita) che mira a dipingere il ciclismo come l’incolpevole vittima sacrificale, l’incosapevole pietra dello scandalo di tutto lo sport di tutto lo sport italiano; ed allora via con le solite speciose contromisure, via col rievocare gli scandali (parliamo dei lontani anni ’80) che coinvolsero il CONI ed il laboratorio dell’Acqua Acetosa, come se la FCI (e quindi tutto il ciclismo) in quegli anni avessero vissuto al di fuori dal Comitato Olimpico Nazionale!

Cosa posso dire più? Nulla, se non che che mi viene un autentico SCHIFO per questo tipo di interventi, che a circa 30 anni da quei fatti ancora vedono (o meglio vorrebbero far vedere) complotti terroristici ai danni del ciclismo, tesi che non esistono e non sono nemmeno mai esistite.

Tutto ciò mentre la Commissione di Vigilanza sul Doping (CVD) - un giocattolino da 2 milioni di euro l’anno - non riesce ad operare come dovrebbe (e come prevede una Legge dello Stato): http://www.sportpro.it/#1801

Qui, però, sto parlando di un fatto REALE e ATTUALE, non di fantasie... però (sempre i soliti noti) in questo caso tacciono in maniera assordante.

Una buona serata a (quasi) tutti.

Bartoli64

Paolo fallo almeno tu
31 gennaio 2014 22:35 venetacyclismo
Ma li mandi tutti al quel paese ? c'è un ciclismo che sta andando allo sfascio , stanno a rivangare vecchie storie , guardate gli iscritti alle prossime gare alle squadre agli atleti , quello è professionismo ? Finitela e fate i seri , stiamo affondando .

Terrorismo di Palazzo
31 gennaio 2014 22:52 ruotone
Ormai appare chiaro come questi annunci siano vero e proprio terrorismo di Palazzo.
Bene, dico io, che si accetti la sfida e si alzi l'asticella del livello del confronto, anzi dello scontro.
Apriamo gli armadi!

So che tra chi legge ci sono tanti ragazzi, oggi anche 40enni che si sono affidati alle "cure" dopanti pagate direttamente dal Palazzo, come l'emotrasfusione (anche da juniores). Ragazzi non sentitevi isolati e colpevoli. Nessuno ha il diritto di mettere in dubbio il vostro valore sportivo. La vergogna non è vostra ma di chi allora pagava le cure ed ora si riempie la bocca di valori, di antidoping ipocrita E FA ANCORA IL DIRIGENTE DI QUESTO SPORT.

Se vogliamo un volte per tutte liberare il nostro sport dalla schiavitù dello sfruttamento politico dell'antidoping, aiutare la dignità di chi inizia questo sport adesso e anche dare un seguito alle vostre storie sportive, è necessario denunciare cosa facevano il Coni e la Federazione.

Chi pagava quelle schifezze allora, NON HA IL DIRITTO OGGI DI GIUDICARE E DARE PATENTI DI CREDIBILITA'.
Quelle che sono le mezze ammissioni di tantissimi devono essere raccolte in un libro bianco (ma meglio sarebbe nero) per denunciare lo schifo della nostra dirigenza sportiva e sollevarla immediatamente dall'incarico a furor di popolo.

I ragazzi di Lugano 1996, delle nazionali juniores e dilettanti, delle nazionali della pista devono smettere di friggere sotto la brace per la rabbia di dover ascoltare certi ipocriti.

E' il momento di tirare fuori le paxxe da grandi atleti e DENUNCIARE!

Se continuerete a vivere i vostri piccoli scheletri soffrendo nel vostro piccolo, continuerete ad essere considerati acriticamente tutti come dei dopati (c'è il solito idiota che in questo eccelle sempre), e chi ha fatto di tutto per raccogliere medaglie a qualsiasi costo per spenderle politicamente continuerà ad usarvi come zerbini.

Giornalisti non andate a chiedere a Tredici, un medico, se avrebbe denunciato casi di doping di cui sarebbe venuto a conoscenza. Chiedetelo ai dirigenti, fatevi dare una bella risposta elegante e poi chiedete ai tanti ragazzi curati a partire dagli anni 80.

Diamo un segnale forte per salvare il nostro sport e le storie sportive di tanti ragazzi avviati al doping da coloro che oggi usano l'antidoping a distanza di decenni (per far terrorismo).

@bartoli64@angelofrancini@ruotone
1 febbraio 2014 09:31 lluca
Il suo discorso, come d'altro canto quello del Sig. Francini, non fà una piega. Nulla da eccepire, ma adesso vorrei porle all'attenzione una metafora, che per lei sarà stupida, ma che almeno giustifica la mia piena condivisione al discorso del Sig. Francini e non concordi con il suo, non per quello che riguarda i singoli punti ma piuttosto, per un discorso generale.
Mani Pulite, Craxi, La Procura di Milano, Antonio Di Pietro, il PSI.
Premettendo che un mio vecchio professore di Storia al Liceo Scientifico per 5 anni ci ha sempre ripetuto che la storia và giudicata sempre dopo almeno 50 anni, forse esagerava, perchè a caldo siamo portati a dare giudizi sull'onda emotiva e non in modo razionale,
le domando se è stato possibile che in Italia nessuna procura in 45 anni si sia accorta che i partiti politici si spargevano le tangenti ?
Le risposte sono due: o tutte dormivano o la procura di Milano è stata fenomenale, perchè si è presa tutti i meriti e le onoreficenze del caso, spalleggiata dalle migliaia di vassalli, valvassori e valvassini.
Repetitia Juvant mi verrebbe da dire ma non lo posso dire perchè la traduzione dal latino sarebbe "le cose ripetute aiutano", ma non è così.
Doveroso P.S.; non ho mai votato per Craxi, ma tengo a mente le parole del mio professore di storia.
Un'ultima cosa, superflua, a proposito di carrozzoni: mercoledì mattina ore 6:30 suonano alla porta di un mio compaesano (neoprof ed in attesa del terzo controllo antidoping per il passaporto biologico prima dell'inizio dell'attività) tre individui con targa tedesca. Erano tre tedeschi venuti per il controllo; ne avrebbero fatto un'altro, e poi sarebbero rientrati in Germania. Tre dalla Germania fino alla Toscana per due domande e due cose: Sei stato in altura ?. Hai fatto camera iperbarica all'estero ? Piscia qui dentro. Dammi il braccio che ti preleviamo il sangue. Danke und auf Wiedersehen. Comunque gentili perchè pioveva e si sono tolti le scarpe prima di entrare in casa. Tranquilli il doping ci sarà sempre perchè porta lavoro e soldi.

Al "Difensore d'Ufficio"!
1 febbraio 2014 10:32 angelofrancini
Se leggessi bene ciò che da tempo affermo e scrivo ti saresti accorto che non è mai contro nessuno in particolare e, quando alcune volte parlo di qualcuno, riporto fatti di cui sono stato testimone diretto!
I miei post sono contro quel sistema che, per difendere gli interessi di altri sistemi, nel passato ed oggi continua ad usare le colpe di un mondo - quello ciclistico - che certamente di colpe ne ha. però uguali a quelle degli altri sistemi.
A differenza di molti scrivo sempre con il mio nome e cognome: quindi semmai “meschino” è il post anonimo o non riconducibile ad un autore certo, o “meschino” è colui che non ha il coraggio di mettere il proprio nome alla fine di ciò che scrive!
Però forse potrebbe esserci una vera spiegazione!
E se magari dietro, a questo anonimo “difensore d’ufficio” e “affossatore” di ogni post che parli dei complotti del Palazzo H, si celasse proprio uno di coloro che hanno tratto giovamento da quei “complotti” pilotati sul ciclismo?
Sottolineo che ho scritto “magari”.

Ed i complotti erano ben motivati, ed è qui che ci si deve domandare: perché solo il ciclismo?
La Federazione del ciclismo che interessi avrebbe avuto, all’epoca dei fatti ferraresi, a pagare le cure per migliorare le prestazioni di un qualsiasi atleta che come federazione usava (convocava) un solo giorno all’anno: nessuno!
Le altre Federazioni, in cui gli atleti erano impegnati dalla preparazione iniziale al termine della stagione facendo attività esclusivamente con la squadra nazionale, questo interesse lo avevano oppure no?
I fatti dimostrarono che tali interesse esisteva, ma da parte del famoso palazzo romano cosa si fece: nulla! Ed è qui che si deve porre la domanda: perché il ciclismo?
All’inizio, quando scoppiò la “vicenda Conconi” qualcuno pensò bene di fare una sorta di depistaggio che portasse l’indagine, sul cosi detto “sistema doping di stato”, lontano dai reali responsabili di tale sistema!
Il ciclismo di suo certamente ha favorito tale fatto: come Di Luca ha affermato, nell’intervista alle Iene, nel gruppo i corridori un tempo si confidavano fra loro! Tale affermazione – che ritengo la più importante fra quelle che ha fatto – è un’assunzione diretta di responsabilità di quelle pratiche, ed esclude la responsabilità della Federazione!
Come si evidenzia nessuno sostiene che il “complotto” consista nell’affermare che nel ciclismo esista il doping, ma certamente non lo era (o solo in minima parte) solo per la FCI, come si volle far credere all’epoca.
Le altre sorelle della FCI potevano sostenere lo stesso?
Ed il Coni poteva e/o voleva davvero uscisse ciò che era successo! No: quindi addosso al mondo del ciclismo, tanto la FCI sarebbe uscita a testa alta! Ed era l’unica cosa che interessava al Palazzo H.

La corazza al Palazzo H
1 febbraio 2014 11:14 ruotone
D'accordo Francini, ma non è possibile negare che allora vi fosse nella Fci un qualcuno (alle strette dipendenze del Coni), che so magari un direttore generale, che pagava le "cure ferraresi" ed altro, proprio perché il ciclismo doveva dare al Coni quelle medaglie.
Oggi quel qualcuno dà licenze di credibilità a quei ragazzi che lui stesso ha contribuito ad avviare su quella strada sbagliata.
Se Il Coni favoriva le cure, cosa doveva capire un ragazzo che diventava prof negli anni 80-90 ed inizio 2000? Doveva capire che per vincere (dalla medaglia in avanti) era necessario doparsi.
Ora è tollerabile che costoro (gli stessi!) si permettano di distruggere ragazzi, colpevoli sì, ma del solo loro doping, mentre nel contempo abbiamo dirigenti che hanno fatto dopare per ragion di Stato decine di atleti?
E' vero certamente che la Fci era ed è l'anello debole, ma nel contempo non tutti nella Fci erano anelli deboli, qualcuno aveva la corazza del Palazzo H.
Angelo, mi perdoni, ma vediamo di non offrire la corazza a costoro.

Chiacchere...........
1 febbraio 2014 11:54 gass53
C'è UN DETTO CHE DICE: IL PESCE PUZZA SEMPRE DALLA TESTA(o qualcosa del genere.
DETTO QUESTO è CHIARO CHE FINCHE LA/E CODA/E SI PRENDERA LA COLPA, LA TESTA Nè SALVA! LO SANNO TUTTI CHE è LEI CHE PUZZA,MA NESSUNO LO DICE!!!
IL DOPING FINIRA(forse)QUANDO QUESTE CODE AVRANNO IL CORAGGIO DI FARE NOMI E COGNOMI DI TUTTI QUELLI DI SOPRA(le teste) E NON DIRE SOLAMENTE. SONO TUTTI DOPATI, NON SERVE A NULLA FARE LE INERVISTE E/O DICHIARAZIONI A VANVERA.

@Ruotone
1 febbraio 2014 13:49 angelofrancini
Ripeto ciò che ho scritto: è evidente che l’attenzione era sugli atleti di vertice del ciclismo su strada!
Ed è qui che è dimostrabile come la FCI non aveva alcun interesse alle pratiche dopanti: nel professionismo, a quell’epoca ed oggi, porta un corridore in nazionale solo per un giorno, quello del Mondiale.
Quindi se uno risultasse positivo a giugno al Giro d’Italia quale era la colpa della F.C.I.?
Diverso, invece, potrebbe essere il discorso per alcune specialità del ciclismo, poche per la verità, in cui era richiesta una forte e determinante presenza nell’ambito di preparazione della nazionale: in modo similare a quello che avviene nelle “altre Federazioni”.
E questa non è una difesa della FCI, sia ben chiaro, semmai un’accusa a quel mondo dirigenziale (di cui, seppur come minoranza inascoltata, facevo parte) che non ha saputo difendere non tanto i corridori, ma l’immagine generale del ciclismo.
Noi, ciclismo, avremo avuto sicuramente le nostre indubbie colpe, ma perché gli “altri” che facevano le stesse nostre cose hanno subito un trattamento diverso?
E tornando all’intervista di Di Luca ed alla sua affermazione che in gruppo si confidavano, pongo ai corridori di quell’epoca un’altra domanda.
Nelle frequentazioni che facevate nei tempi delle pratiche illecite sicuramente avrete incontrato anche personaggi di altri sport ed allora parlate: o pensate che Donati ha il diritto di parlare solo di voi!

@Ruotone 2
1 febbraio 2014 14:09 angelofrancini
Mi è sfuggito un particolare del suo commento.
La FCI non é stata attaccata perché era l'anello debole del sistema, ma perché per il CONI rappresentava l'ANELLO FORTE: come ho spiegato non era riconducibile alla stessa FCI la responsabilità di ciò che gli atleti facevano. Come invece succedeva nelle altre "note" consorelle della FCI, dove tutto era riconducibile all'organizzazione federale!
Credi di essere stato chiaro del perché la FCI o meglio il ciclismo, fu usato dal palazzo romano .....

Quanta ipocrisia.....
1 febbraio 2014 16:40 glennpeter
La FCI ha appena nominato come CT della Nazionale uno che ha corso nel periodo dove l'EPO andava presa come acqua fresca dal 99% dei corridori, quindi finiamola con questa inutile e stucchevole "caccia alle streghe del passato". Se uno non è risultato positivo al controllo anti-doping al momento della corsa, la corsa è sua, punto e basta. Se poi ha utilizzato sostanze che al momento del controllo non erano riscontrabili, beh, ne renderà conto alla propria coscienza. Ripeto, se corri (e vinci) nell'anno X e non risulti positivo al controllo effettuato nell'anno X, la corsa è tua. Non ha senso togliertela nell'anno X+10.....

@ Francini
1 febbraio 2014 16:49 ruotone
Non mi dia del lei Angelo. Ho corso in gare dove lei era direttore di corsa.
Capisco perfettamente le sue parole e sappiamo tutti delle inchieste sul Coni insabbiate dalla politica. Quelle inchieste erano scomode per la destra (del presidente del Milan) e per la sinistra del mortadella amico di Conconi.
Oggi ne paghiamo le conseguenze, dove i furboni della testa dello sport processano gli atleti (del ciclismo e poco altro in verità) che hanno contribuito ad avviare al doping.

Però Francini lei non può negare che anche la Fci ne ha fatte di cotte e di crude.
Ho amici ex nazionali che si sono fatti l'emotrasfusione da juniores sotto disposizione della federazione, dopo il 1985 ovvero quando quella pratica era già vietata. Chi non si adeguava usciva dalla nazionale.
Quei ragazzi, oggi uomini, si ricordano benissimo i nomi e le facce di quei dirigenti federali.
Se le Iene andassero ad ascoltarli, credo che alcuni non avrebbero problemi a raccontare i fatti, esattamente come fanno alle corse confidandosi con gli amici.
E a vedersi dare dei dopati senza credibilità da questi mascalzoni che comandano lo sport non ci stanno più.
Sono decine gli ex corridori delle nazionali pista e strada che sono stati "trattati" su disposizione federale e poi per "esigenze olimpiche" del Coni.

Tutti hanno capito che queste convocazioni di vecchi corridori servono a far tacere alcuni che potrebbero raccontare tutti i retroscena. Savoldelli è del 1973 e nel 1991 o 1992 era già in nazionale.
Mi ricordo che durante la cronaca del Giro dell'Emilia del 2012 Savoldelli pose una domanda sibillina a Di Rocco sulla retroattività del divieto dell'accesso alla nazionale (anche ad indagati). La cosa infastidì parecchio il Presidente, che scaricò su Bettini il risultato di Valkenburg. Tanti dicono che lì il rapporto fra i due (Bettini e Di Rocco) si incancrenì quel giorno. Dopo la domanda in diretta tv, Di Rocco molto infastidito (perché in campagna elettorale) continuò a discutere in modo acceso con Savoldelli.

Finché ciascuno continuerà a preoccuparsi solo del proprio piccolo orticello, osservando le disgrazie mediatiche degli altri, non si uscirà da questa politica perversa ed ipocrita ed il ciclismo continuerà a prestarsi al gioco.

@ruotone Precisazione...
1 febbraio 2014 17:24 glennpeter
Una piccola precisazione. Paolo Savoldelli non ha mai corso in Nazionale nella sua carriera, neanche nelle categorie giovanili.

@Glenn
1 febbraio 2014 20:47 ruotone
Fai benissimo a precisare Glenn. Avevo citato imprecisamente Savoldelli in quel quadro con un generico 91-92.
L'importante è per l'appunto il concetto e mettere a fuoco ciò che avvenne nell'ambito federale e Coni.
Richiamare in Procura persone che hanno smesso da anni, di cui tutti più o meno possiamo immaginare i peccati, è un non senso assoluto. A meno che lo scopo non sia il perseguire la notizia di reato sportivo (vecchia quasi di due anni, visto che le carte di Armstrong le abbiamo lette tutti), ma appunto ottenere il silenzio dei diretti interessati e deviare l'attenzione da altri grossi problemi di assetto dirigenziale.

Sappiamo che questa volta non succederà perché ormai in tanti abbiamo scoperto il gioco e questa volta si ritorcerà contro chi fa queste porcate.

Fortunatamente abbiamo almeno l'Uci che ora sta lavorando per far ripartire questo sport.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Una bravata, qualcuno parla di spregio, sicuramente un furto e comunque un gesto deplorevole. Una mano ignota ha portato via la piccola statua raffigurante un ciclista in bici poggiata sul basamento in pietra con tre bulloni (vedi foto) presso il...


La VF Group Bardiani-CSF Faizanè ha annunciato il roster per il 2025, che comprenderà ben 23 atleti, di cui 20 italiani. La squadra si distingue come il team professionistico più giovane al mondo, con un’età media di 21,...


La UAE Team Emirates ha completato la sua formazione per il 2025 ingaggiando per una stagione il danese Julius Johansen, il cui arrivo porta a 29 il numero di corridori del team emiratino per la prossima stagione. Il 25enne Johansen ...


Come vuole la prassi,  le selle Prologo garantiscono prestazioni elevate,  una caratteristica che possiamo ritrovare in ogni prodotto dell’azienda, sia che si tratti di modelli unisex, adatti sia per gli uomini che per le donne. Oggi Prologo ritiene essenziale soddisfare...


A soli 66 anni, vinto da una malattia muscolare degenerativa, si è spento ieri pomeriggio l’ex professionista olandese Jos Lammertink. Già da giovane si era messo in luce conquistando il titolo nazionale olandese tra i dilettanti ed è stato tra...


Sette trionfi, sette Oscar! Elisa Longo Borghini eguaglia il record di Fabiana Luperini e torna su quel trono di miglior ciclista italiana che aveva ceduto momentaneamente lo scorso anno, al termine di una stagione difficile, conclusa anzitempo a causa di...


La nebbia mattutina avvolge l’ombra del Vigorelli nella tipica atmosfera d’autunno ormai inoltrato. Tutto è silenzio intorno, ma laggiù in lontananza, al bordo della pista umida e sdrucciolevole, si scorgono quattro figure che, leggere, diremmo quasi eteree, fanno capannello intorno...


Ottantatrè anni, fiorentino, campione italiano dilettanti nel 1962 e una settimana dopo già professionista fino al 1978, Roberto Poggiali fa parte della commissione che aggiudica i premi del Giglio d’oro. Questa è la seconda puntata dei suoi ricordi e racconti,...


E’ stata una grande sorpresa per Ivano Fanini l’arrivo di una troupe della televisione tedesca ARD, ovvero la Rai teutonica, per intervistarlo sul tema del doping nel ciclismo professionistico.  Sullo slancio anche dell’interesse sollevato nel mondo del ciclismo per...


Non sono buone le notizie in merito al numero delle gare per élite e under 23 in Toscana per la stagione 2025. Si tratta è vero di una bozza del calendario, e quindi sono possibili variazioni ed inserimenti di...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024