Mercoledì 29 gennaio 2014, in diretta alle ore 21.10, secondo appuntamento con il doping a “Le Iene show”.
Enrico Lucci intervista il Professor Giovanni Tredici, Responsabile Medico del Giro d’Italia e Stefano Feltrin, Lega Ciclismo, in merito alle dichiarazioni sul doping nel ciclismo rilasciate settimana scorsa alle Iene da Danilo Di Luca, che hanno scatenato molte polemiche nel mondo del ciclismo.
A seguire alcuni stralci dell’ intervista al Professor Giovanni Tredici, da 30 anni medico del Giro d’Italia.
Professor Giovanni Tredici: Non deve passare assolutamente il concetto che il doping sia privo di rischi. Il doping è pericoloso.
Lucci: Perché è pericoloso il doping?
Professor Giovanni Tredici: Perché altera gli equilibri tra cellula e cellula tra organi e organi. Può provocare dei danni irreversibili e si vedono a distanza di tempo.
Lucci: Quali?
Professor Giovanni Tredici: Le neoplasie, i tumori.
Lucci: Secondo lei c’è qualcuno che vince senza essersi dopato?
Professor Giovanni Tredici: Io sono convinto di sì, il campione nasce campione.
Lucci: Lei ha fatto 30 anni di Giro d’Italia. Non ha visto la situazione raccontata da Di Luca?
Professor Giovanni Tredici: Non è tutto cosi come dice Di Luca.
Lucci: Se lei vedesse cose strane, buste di sangue, fiale, cose che non vanno bene, lei denuncerebbe?
Professor Giovanni Tredici: Non è compito del medico.
Lucci: Ma se lei vedesse queste cose non le denuncerebbe?
Professor Giovanni Tredici: No, perché il medico è tenuto ad una privacy.
Lucci: E’ come il prete che sa il peccato…
Professor Giovanni Tredici: Sì, certo. Il mio compito è un altro. Devo convincerlo a non doparsi.
Lucci: Sì, però lei verrebbe a conoscenza di un illecito. Non dovrebbe denunciarlo?
Professor Giovanni Tredici: Io non posso e non devo.
Lucci: E le sono capitati casi simili in cui s’è accorto che qualcuno si dopava?
Professor Giovanni Tredici: Non rispondo a una domanda del genere perché non è corretta.
Lucci: E non ce lo dice se le è capitato qualche caso?
Professor Giovanni Tredici: No, non lo dico.
A seguire alcuni passaggi dell’ intervista a Stefano Feltrin, Lega Ciclismo:
Enrico Lucci: Secondo te una denuncia come quella di Di Luca può avere una funzione positiva?
Stefano Feltrin: Fatta in maniera qualunquistica come è stata fatta, secondo me, no. Io dico che il ciclismo ha vissuto negli anni dei momenti molto bui, che però sono il passato.
Lucci: Il presente è già differente rispetto al passato?
Feltrin: Assolutamente sì. Il ciclismo ha fatto degli sforzi enormi. È lo sport con maggior numero di controlli, sangue, urine. Il passaporto biologico permette di controllare tutti, sempre, in qualsiasi momento. I ciclisti 365 giorni l’anno hanno 24 ore su 24 la reperibilità completa. Non è possibile dire che non ci sono i bari oggi. Ci sono, e infatti vengono scoperti, ma è molto importante che non passi un messaggio in cui si dice in maniera qualunquistica che tutti lo fanno. Non è vero che tutti lo fanno e io non ho alternative e lo devo fare. Non è vero.