Istituito
nel 2006 grazie all’intuizione di un gruppo di grandi appassionati di ciclismo
legati al Pedale Fusignanese, questo prestigioso ed ambitissimo Premio debuttò
nel panorama ciclistico nazionale con l’assegnazione del riconoscimento a Piero
Pieroni, uno che nel ciclismo ci stà da quando aveva i calzoncini corti.
Tra i
promotori del Premio, Pieroni fu votato da una Giuria che lo indicò meritevole
del riconoscimento, all’unanimità.
Da subito
il Premio spiccò un volo che lo portò ad essere conosciuto e apprezzato da
grandi Campioni del Pedale ma, anche da sempre più numerosi appassionati che,
annualmente, si iscrivono alla serata di gala che si tiene presso il Ristorante
“La Campaza” di Fosso Ghiaia, nei dintorni di Ravenna.
Quello
che sembrava un po’ come un volo pindarico e che aveva da subito creato
preoccupazioni negli animi degli Organizzatori, ben presto, si rivelò come un
vero e proprio volo spaziale grazie al grande impegno degli stessi ideatori
che, con la signora Silvia Geminiani in testa, seguita a ruota dal marito Aldo
Benedetti, dal grande Stefano Ronchi, con Piero Pieroni nelle vesti di trait
d’union con le varie componenti del ciclismo internazionale e tanti Volontari
impegnati come Collaboratori.
Un
successo sempre più evidente perché ogni anno bisogna aggiungere qualche tavolo
in più anzi, anche qualche sala sempre più grande per potere accogliere tutti i
richiedenti l’iscrizione per partecipare alla serata di gala.
Fortunatamente
Silvia ha trovato questo importante Ristorante, “La Campaza” fino ad oggi
sempre all’altezza della situazione.
E dopo il
primo vincitore della “Caveja”, Piero Pieroni, nel 2007 fu premiato il compianto
Franco Ballerini seguito nel 2008 da Giuseppe Saronni che dichiarò
goliardicamente….”Ancora una volta, sono riuscito a battere Francesco Moser…che
soddisfazione…!
Moser che
nel 2009 seguì subito l’acerrimo rivale di un tempo nell’Albo D’Oro della Caveja.
Siamo nel
2010 quando la Caveja varcò le Alpi per essere assegnata a Bernard Hinault,
primo straniero ad iscrivere il suo nome nell’Albo D’Oro che diventava sempre
più prestigioso.
Nel 2011
la Caveja fu assegnata a Vittorio Adorni che la ricevette nella stessa serata
in cui il riconoscimento dell’anno precedente non potè essere consegnato ad
Hinault, che, per blocco dei voli tra la Francia e l’Italia, fu bloccato a
Parigi ma, da signore quale si è dimostrato, l’anno seguente ha risposto
“Presente” ed è stato accolto da una standing innovation da tutti i presenti.
Nel 2012
la caveja fu assegnata ad un altro grande del ciclismo mondiale, Roger De
Vlaeminck, corridore che si è poi fortemente legato oltre che agli
Organizzatori, anche alla Romagna, questa terra che, da sempre, è vicina al
ciclismo e ai lavoratori dei campi che, fino a qualche decennio fa, avevano un
contatto quotidiano con la “Caveja” che è uno strumento del lavoro contadino.
E
quest’anno la Caveja si fa in due!
Si perché
quest’anno gli Organizzatori hanno voluto accomunare nella premiazione due
corridori, due acerrimi rivali per qualche…minuto…Franco Bitossi, il corridore
che a Gap nel Mondiale del 1972 venne raggiunto e battuto dal compagno di
squadra…Marino Basso, a pochissimi metri dalla linea del traguardo iridato..
Dopo 42
anni, non è proprio il caso di accendere polemiche inutili tanto più che, i due
corridori, allora guidati da Piero Pieroni, fautore di questa unione agonistica
tra i due campioni, hanno anche corso nella stesso Team (Gis Gelati) nel 1978,
anno in cui, entrambi, conclusero la loro carriera agonistica, Bitossi con 146
vittorie e Marino Basso con 80.
E sabato
25 Gennaio 2014 i due corridori si stringeranno cavallerescamente la mano
mentre riceveranno la prestigiosa Caveja dalle mani di Silvia Geminiani, Aldo
Benedetti e Stefano Ronchi, con Piero Pieroni che, a 42 anni di distanza,
dedicherà ancora un grosso abbraccio ad entrambi.
Appuntamento
dunque per le ore 19,30, Sabato 25 Gennaio 2014 presso il Risorante La Campaza
a Fosso Ghiaia di Ravenna.
Nei
prossimi giorni seguiranno altri comunicati stampa per completare il programma
della serata nei minimi dettagli.
Vito Bernardi
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