Il ricordo più bello di quest'anno? «Della stagione da poco conclusa conservo tanti ricordi molto belli, ma quello che prediligo di più è l'arrivo trionfale a Brescia al termine del Giro. Ricevere il Trofeo senza fine davanti al pubblico festante è stato spettacolare e lo è ancora tutte le volte che lo vedo in casa tra i due Tridenti di Nettuno vinti alla Tirreno-Adriatico e gli Oscar tuttoBICI conquistati in questi anni (domani riceverà il quarto in carriera, il terzo tra i professionisti dopo quello vinto nel 2002 da junior, ndr). Dopo una stagione lunga e ricca è giusto essere presenti per i tifosi in occasione di queste premiazioni, è un impegno ma anche un piacere. Sono felice di essere dei vostri a Verona anche questa volta e ho visto che alcuni dei premiati più piccoli hanno delle curiosità da chiedermi quindi sono pronto oggi a rispondere alle tue domande, domani alle loro!».
A rendere speciale il 2014 c'è già una vittoria sicura: a febbraio diventerai papà. «Sì, io e Rachele siamo felicissimi. Una bimba allargherà la nostra famiglia, non vediamo l'ora di averla tra noi. Mi ruberà qualche ora di sonno? Può essere, ma sarà una gioia così grande che non comprometterà in alcun modo la mia serenità di corridore, anzi mi darà un ulteriore motivo per andare forte».
Per vincere il Tour de France, ti sei già rimesso al lavoro? «Dopo una breve vacanza, sto riprendendo ad allenarmi gradualmente. Come avete letto abbiamo rinforzato la squadra con innesti importanti, come Michele Scarponi, e abbiamo proprio voglia di rimetterci in gioco: al Giro con il giovane Fabio Aru che sono certo un giorno vestirà la maglia rosa e alla Grande Boucle con il sottoscritto. Ci stiamo rimettendo al lavoro con la Specialized e con Paolo Slongo, mio preparatore alla Liquigas che dopo un anno torna al mio fianco, sono convinto che possiamo migliorare in tanti aspetti. Oltre a far bene al Tour spero di essere costante durante l'intero anno, come nel 2013, così magari riuscirò ad aggiudicarmi un altro Oscar (sorride, ndr)».
Fine anno è tempo di propositi e bilanci. Il ciclismo italiano appare sempre più in crisi, come ti immagini il futuro del nostro movimento? «Stiamo vivendo un momento difficile, è innegabile. Ci sono meno sponsor, meno squadre e tanti corridori a piedi ma sono convinto ci rialzeremo. Toccato il fondo si ripartirà, no? Mi auguro accada il più presto possibile. Ci vuole costanza, buona volontà e pazienza. Buoni corridori ne abbiamo. Io ho fatto il mio, Ulissi nel finale di stagione ha raccolto buoni risultati e i giovani talenti non mancano, penso a Moser e Battaglin per esempio. Non bisogna chiedere loro troppo, diamogli del tempo. Io sono l'esempio che lavorare senza fretta alla lunga paga».
Giulia De Maio
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.