Saiz: «Chiusa l'Operacion Puerto, voglio tornare in ammiraglia».
PROFESSIONISTI | 14/05/2013 | 13:50 L'ex menager spagnolo Manolo Saiz, assolto dalle accuse contro la salute pubblica nel processo della 'Operazione Puerto', in un'intervista rilasciata oggi a Bilbao al sito Deia.com ha espresso il desiderio di dimenticare gli ultimi sette anni e la voglia di tornare nel mondo del ciclismo. «Il giudizio, almeno nel mio caso, è chiaro. Le carte dicono chiaramente che in alcun modo io centro con tutta questa vicenda. Per questo voglio solo dimenticare questa storia. Il ciclismo è uno sport che ha una grande memoria, in cui la gente difficilmente dimentica, quindi non so se mi lasceranno iniziare una nuova vita. Non so cosa accadrà nel mio futuro, ma voglio voltar pagina e ricominciare. Se mi si presenterà una buona occasione per tornare a svolgere il mio lavoro nel mondo del ciclismo la valuterò. Quando dovetti lasciare il mio incarico ero uno dei numero uno al mondo. L'ultimo contratto collettivo l'ho firmato io. Anche la carta etica che ho sottoscritto io esiste ancora. Ci sono molte cose "mie" nel ciclismo di oggi. Sono curioso di vedere se c'è qualcuno che vorrà darmi fiducia, mi sorprende che a dire che io non meriti di tornare siano dei colleghi che non sono ne più ne meno colpevoli di me. I vari Riis, Unzue, Madiot, Legay, Holzer e Martinelli non possono opporsi a chi è come loro o anche meglio di loro. Che contributo potrò portare in gruppo? La mia esperienza. Ho 53 anni e negli ultimi sette ho imparato molto. Sì, potrei anche fare altro nella vita, in questi anni l'ho fatto, ma le uniche cose di cui posso essere orgoglioso oltre ai miei due figli sono legate al ciclismo. Nel calcio (era al Racing Santander l'anno scorso, ndr) avrei potuto fare bene, come nel basket o nell'atletica, perchè il mondo dello sport mi calza alla perfezione ma nel mio cuore in particolare resta il ciclismo».
A questo link l'intervista integrale in spagnolo: deia.com.
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