Danny Mills: «Nel calcio si prende di tutto per vincere»
DOPING | 10/02/2013 | 16:28 Il difensore del Leeds e della nazionale inglese Danny Mills ha rilasciato un'intervista a The Telegraph squarciando il velo di omertà che esiste riguardo al doping nel calcio. A Henry Winter l'ex calciatore ha dichiarato che nel corso della sua carriera (si è ritirato nel 2009, ndr) ha visto da vicino quanto l'uso di iniezioni e farmaci sia diffuso nei campi da gioco.
«I giocatori sono disposti a tutto per ottenere un minimo vantaggio rispetto ai compagni di squadra, compresi viaggi all'estero per ottenere consulenze e trattamenti illeciti da medici stranieri» ha spiegato, mettendo in guardia dalla mentalità della "vittoria a qualsiasi costo", che a suo dire caratterizza il mondo del calcio inglese. «Oramai le partite sono di un'intensità così elevata che un giocatore deve essere in grado di competere sempre ad alto livello, a costo di assumere qualsiasi prodotto. Tutti pretendono di essere i più in forma, i più forti, cercando di prevenire gli infortuni, o nel caso non ci riescano, provando cure miracolose per guarire nel minor tempo possibile. Se si gioca mercoledì, sabato e domenica, non ci sono altre possibilità: o si riduce la frequenza degli incontri o agli atleti saranno sempre tentati dalle scorciatoie illegali». E riguardo alla sua esperienza personale: «Prima della Coppa del Mondo 2002 ci siamo sottoposti a sei mesi di test della saliva, delle urine, del sangue e ci sono state somministrate pillole per migliorare i valori in cui eravamo carenti. Una mattina scesi per la prima colazione e trovai una tazza di pillole con il mio nome sopra. Dovevo prenderne sei al mattino e sei alla sera. Non chiesi cosa contenessero. Uno si fida di quello che gli viene dato. (…). Volevo essere il migliore. Mi guardai intorno e pensai che tutti gli altri facevano lo stesso. Questa consapevolezza non rende giusto quanto ho fatto, ma all'epoca la mia unica preoccupazione era di non restare indietro. Degli effetti che queste sostanze avrebbero potuto provocare sul mio corpo in seguito non me ne preoccupavo, era qualcosa a cui avremmo pensato dopo 10-15 anni. I club non erano preoccupati. Se avessi svolto un buon torneo con l'Inghilterra, da lì a poco mi avrebbero potuto vendere per un'interesse maggiore». Dopo aver elencato sostanze legali (magnesio, ginseng, iniezioni di antidolorifici e cortisone) e illegali (creatina, iniezioni di plasma arricchito di piastrine) utilizzate in carriera ha spiegato perché molti giocatori vanno all'estero per sottoporsi a certi trattamenti. «Non è perché non hanno fiducia nei fisioterapisti o nei trattamenti del loro paese, vanno in Spagna e in Germania per ottenere iniezioni differenti, come quelle di siero di vitello e altri prodotti di origine animale». Mestamente chiosa dicendo che il barare nel calcio continua a convenire: «Ogni giocatore a un certo punto usa dei trucchi. Chiedendo una rimessa in gioco che sa di non essere sua o fingendo di aver subito un fallo. La vita di uno sportivo è così: sei un talento naturale, nato e cresciuto per vincere, la morale prima o poi finisce fuori dalla finestra».
... Domani la gazzetta dello sport sbatterà in prima pagina il calciatore in questione.
vero?
Maurizio.
Illusione
11 febbraio 2013 11:01Cristallo
E' solo un'illusione, perchè il calcio ha troppi e dico troppi sponsor che pagano molto ma non vogliono problemi. Quindi...............
Ma non vi siete mai accorti che le prime pagine dei giornali sportivi sono sempre tappezzate di calcio, come se esistesse solo quello. Gli altri sport relegati tutti nelle altre pagine e per leggere le notizie sul ciclismo bisogna mettere gli occhiali e andare nelle pagine in fondo (a meno che siano notizie BOMBA).
Vale anche per i telefiornali in TV tutti, fateci caso.
Più guardo il calcio e più amo il CICLISMO.................
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