
Avrebbe voluto e dovuto tornare a correre nelle prossime settimane, sognava già di volare in Ruanda per disputare il mondiale invece la vita pone un nuovo ostacolo sulla strada di Jilke Michielsen.
Non è facile raccontare la sua storia, come non è facile raccontare nessuna storia di malattia. Non importa quale sia l’età, l’ambizione, il sogno, la realtà di chi la vive in prima persona: non è facile raccontare una storia così.
Come tutte le storie, anche quella di Jilke ha un inizio: c’era una volta una ragazza di 16 anni che aveva vinto la maglia di campionessa belga a cronometro, aveva appena conquistato una tappa della Due Giorni Kontich ma che soffriva di dolori alla schiena. Visite, esami, analisi più approfondite - questa è la parte della storia comune a tutte le storie così - finché a settembre 2023 le viene diagnosticato il sarcoma di Ewing, un tumore maligno all'osso.
Alla diagnosi seguono 14 trattamenti di chemioterapia e 33 di radioterapia: il corpo di Jilke si ribella, sviluppa ascessi di vario tipo che devono essere rimossi chirurgicamente. L’oncologo le dice che può interrompere la chemio, ma lei decide di andare avanti e sopporta tutto perché le hanno spiegato che così facendo può ridurre al minimo la possibilità che il tumore si ripresenti.
L'estate scorsa Jilke si è sottoposta all'ultimo ciclo di chemioterapia e due settimane dopo era di nuovo in sella alla sua bici da corsa. All’inizio dell’anno il magazine del quotidiano Het Nieuwsblad - i cui giornalisti Thibaut Renson e Kim Clemens hanno raccontato questa storia con grande sensibilità - le ha dedicato la copertina e raccolto i suoi sogni: «Voglio partecipare ai Mondiali in Ruanda, ma prima voglio concentrarmi sulle gare belghe».
Non solo, domenica scorsa la storia di Jilke è finita su Zamana TV, un talk show che racconta di persone affette da malattie croniche in onda su Eclips TV. Un’intervista solare, inb cui la ragazza parla del suo ritorno alle corse ma anche dell’attesa di sostenere l'esame di ammissione alla facoltà di medicina e del desiderio di trascorrere più tempo con la famiglia: «La vita non si limita solo alle corse».
Era un’intervista registrata, quasi beffarda. Perché pochi giorni fa Jilke ha accusato nuovi dolori, si è sottoposta ad una tac e a nuovi esami. E sulla sua pagina Instagram con incredibile e drammatica lucidità racconta: «Tutti conosscono lo stress che precede l’arrivo dei risultati di una Tac effettuata qualche giorno prima. Mentre fai il tragitto verso l’ospedale parli di tutto, cerchi di dtstrarti ma non c’è nulla che conta davvero. Se non quei maledetti ultimi secondi che trascorri finché non ti ritrovi seduto nella sala d'attesa e devi trattenere le lacrime. La dottoressa viene a chiamarti, ma non riesci a leggere nulla sul suo viso. Le dici che il dolore si è attenuato nel corso degli ultimi giorni, ma poi lei infrange il tuo sogno: "Il cancro è tornato"».
E Jilke aggiunge: «Se vuoi, puoi ricominciare la chemio, mi ha detto la dottoressa. Sono rimasta seduta lì per cinque minuti senza dire nulla. Incredula su come ciò sia potuto accadere, ma sono determinata a fare tutto il possibile per farcela. Sarà dura, ma mi godo ogni momento perché le erbacce non muoiono mai.
P.S. Goditi ogni momento e smettila di lamentarti per le piccole cose».
Jilke, come scrivono i colleghi belgi che hanno redatto l’articolo insieme a lei, racconta la sua storia sui social media e per il momento non ha voglia di entrare nei dettagli né di aggiungere altre parole: «È ancora tutto troppo fresco».
Ma di una cosa siamo sicuri, Jilke: ci sono ancora tantissime pagine da scrivere, nella tua storia.
foto tratte da Instagram