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Dopo un finale di 2024 convincente in cui è riuscito in più d’un occasione a mettersi in mostra, Marco Frigo ha scelto la Spagna, e in particolare la O Gran Camiño, per riprendere il discorso lasciato in sospeso lo scorso anno e continuare il proprio processo di crescita. In terra iberica, in particolare, il portacolori della Israel-Premier Tech si è riattaccato il numero sulla schiena con l’idea di iniziare a cementare, assieme ai compagni, la chimica necessaria per fare un Giro d’Italia da protagonisti con Derek Gee, capitano al servizio del quale il bassanese inseguirà non solo esperienze utili per la sua carriera ma anche quella costanza per ritagliarsi uno spazio ancora più importante in gruppo.
Di questo, come della sempre attuale questione dei punti UCI, dell’intenso inverno appena trascorso e del rapporto con alcune personalità di spicco degli sport invernali, abbiamo parlato con lui al via del suo primo impegno stagionale.
Questa O Gran Camiño è la tua prima gara del 2025: che sensazioni hai?
“Le sensazioni, come è normale alla prima gara dell’anno, sono un po' un punto di domanda. Ovviamente sono contento dell’inverno che ho trascorso perché è stato molto regolare, tranquillo e senza intoppi e questa penso sia la cosa più importante”.
Ecco, hai vissuto i mesi invernali in maniera molto attiva visto che ti abbiamo ammirato sia sugli ski roll che sugli sci di fondo. Da dove nasce questa voglia di integrare l’attività in bici in questo modo?
“Tutto parte da mio nonno paterno che sciava quando era giovane e mi ha messo sugli sci da fondo quando avevo circa 7-8 anni. Ho mantenuto quest’abitudine in inverno ma con sempre meno frequenza finché due anni fa non ho conosciuto Simone Mocellini (fondista con 31 presenze in Coppa del Mondo, ndr) con cui siamo diventati veramente amici e abbiamo costruito un bel legame: grazie a lui e alle uscite che abbiamo fatto insieme, mi sono riavvicinato al fondo. Quest’anno in particolare, dopo che io l’ho spinto ad usare la bici un po' più assiduamente, è stato lui a dirmi di usare sci e ski-roll in inverno”.
Hai sentito dei benefici?
“Ci sono molte similitudini con il ciclismo, si integra molto bene ma certamente lavori in modo diverso. Queste due attività danno benefici a livello aerobico ma anche a livello muscolare, soprattutto alla parte superiore del corpo. A parte ciò, personalmente, le uscite con Simone e il fondo mi hanno fatto bene anche a livello mentale, mi hanno dato più tranquillità, più serenità”.
Assieme a Mocellini, abbiamo notato che sei uscito anche con Tommaso Giacomel (punta del biathlon italiano a livello maschile): che rapporto c'è tra di voi?
“Sia Tommy che Simone vivono un po' più a nord rispetto a Bassano, dove sono io, ma dopo esserci conosciuti capita di uscire in bici tutti assieme, di sentirci su Whatsapp e sui social, di farci gli “in bocca al lupo” prima delle gare…Gli sport invernali sono una mia grande passione e avere l’opportunità di parlare con due persone del genere mi gasa molto”.
Hai finito la scorsa stagione in crescendo e mettendoti più volte in mostra. Per quest’anno quali sono i tuoi obiettivi?
“La costanza, soprattutto ad alti livelli, è qualcosa che i primi due anni non è facile trovare. Quest'anno spero, avendo finito il 2024 in maniera ottima e dopo aver fatto un buon inverno, di ripartire su quel livello. Obiettivi stagionali? Mi concentrerò sui Grandi Giri: correrò il Giro e poi eventualmente la Vuelta. Per la Corsa Rosa, dove il capitano sarà Derek Gee e l’obiettivo sarà fare una buona classifica con lui, abbiamo un bel gruppo e in questi giorni, essendo già qui a una parte della squadra che lo supporterà a maggio, cominceremo a lavorare in quell’ottica. Per me sarà il primo GT in cui sarò a supporto di un leader e questo, secondo me, rappresenterà un altro importante tassello per la mia crescita. A differenza del passato dove abbiamo corso le grandi gare a tappe un po' alla garibaldina, quest'anno avremo una mentalità improntata alla generale, dovremo essere sul pezzo ogni giorno e ciò trovo per certi versi che mi responsabilizzi di più. Sarà un bel test”.
Si parla tanto di punti UCI e di questo sistema improntato su di essi. Qui, a questo proposito, abbiamo sentito il parere piuttosto netto di Ezequiel Mosquera. Voi come vivete in squadra questa situazione?
“Noi per i punti siamo retrocessi due anni fa ma, secondo me, abbiamo affrontato la cosa nel modo giusto, ripartendo dalle basi. Al momento in squadra siamo abbastanza tranquilli perché abbiamo fatto due anni buoni ma ovviamente dobbiamo continuare a spingere. In generale si è comunque più consapevoli che bisogna andare alle gare preparati: ad oggi, infatti, pur essendo a inizio stagione ci sono corridori che hanno già 10-12 giorni di gara sulle gambe proprio perché c'è necessità di accumulare punti. Noi stiamo lavorando forse un po’ più tranquillamente, andando alle gare in un certo modo, fiduciosi riguardo a ciò che stiamo facendo e un esempio può essere appunto la squadra che con cui affronteremo il Giro a maggio e che qui alla O Gran Camino proverà a far bene. In sostanza, vediamo i punti come più una conseguenza del buon lavoro che facciamo, non tanto come un'ossessione”.
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