LAGOS DE COVADONGA. Dopo l’esperienza “mondiale” tra i master, Mario Cipollini è tornato a godersi la Vuelta davanti alla tv. Torna quindi anche “La zampata di Re Leone”.
Mario, cosa mi dici della tappa di oggi?
«I fatti importanti sono due: Roglic e Van Aert».
Concordo. Avanti con il primo.
«Non ho capito come mai Roglic non abbia dato gas e sia stato sempre a ruota. Forse è stata una giornata no o forse pensa di attaccare la prossima volta. Però attenzione perché i calcoli vanno bene se non sono troppi. A volte il tutto troppo studiato non riesce».
Passiamo a Van Aert.
«Prima di tutto ti dico che mi dispiace vederlo così. Non mi pare sia una cosa semplice, un infortunio da poco. Spero di sbagliare. Però dico anche una cosa. Vieni da stagioni dove sei andato veramente forte e da una caduta, la scorsa primavera, che ti è costata molto. Hai fatto fatica a tornare in alto. Ora che sei in super forma perché cerchi sempre l’estremo? Hai davanti due appuntamenti come Europeo e Mondiale che puoi vincere, non serve andare a inseguire chissà cosa, magari una condizione esagerata perché poi puoi solo calare. Certo, capita a tutti di cadere ma frena. Frena un po’ di più. Se anche vai uno all’ora in meno cosa ti cambia? Hai uno davanti che esagera e che se non cade in quella curva cade in quella dopo, perché lo devi seguire?».
Dimmelo tu: perché?
“Non lo so. Forse sente la pressione, crede di non essere considerato alla pari di Pogacar, Evenepol e Van Der Poel: è come se avesse sempre bisogno di dimostrare di essere fortissimo. Ma lo è già. Davvero mi spiace che si sia fatto male».