VILLABLINO. È da venticinque anni in ammiraglia ed è uno dei tecnici italiani più apprezzati. Soprattutto con i giovani è un maestro. Vincenzo Nibali, per esempio, lo ha sempre portato in palmo di mano. Lui è Bruno Cenghialta, 61 anni, vicentino, alla sua ottava stagione in Astana che forse si può considerare la squadra più italiana del gruppo. Questa mattina, a Villafranca del Bierzo, partenza della 14a tappa della Vuelta, abbiamo bevuto un caffè assieme. Un’occasione perfetta per fare il punto sulla corsa spagnola.
Bruno cosa può succedere nell’ultima settimana?
«Credo che già domani (domenica) ci sarà un cambio di leader della generale. Ieri ad Ancares abbiamo già visto la facilità con cui Roglic pedala. I calcoli che la Red Bull ha fatto sono corretti visto che O’Connor ha perso parecchio in poco spazio. La settima prossima è abbastanza impegnativa perché questa Vuelta è molto dura. Rispetto al Giro ci sono circa diecimila metri in più di dislivello. Non sono mica pochi. Poi questa Vuelta è stata corsa molto veloce e questo ha affaticato tutti. Nelle prime nove tappe, in più, c’è stato un caldo molto forte. La stanchezza comincia ad arrivare però chi ha saputo fare i calcoli bene, come ti ho detto la Red Bull di Roglic, potrà fare una settimana che cambierà completamente la classifica».
Chi può essere l’avversario più duro di Roglic?
«Non vedo nessuno in particolare. Gli avversari mi sembrano un po’ sparsi. La Uae ha buoni corridori ma sta sparando da tutte le parti e Yates non è da classifica. Ha trovato una giornata super e l’ha sfruttata. Che corrono un po’ a risparmio sono gli Ef. Carapaz ha fatto una sparata dietro a Yates, è quarto in classifica e potrebbe salire ancora. Ma pensare di dare fastidio a questa Red Bull è difficile. Roglic ha una squadra forte con Lipowitz, Vlasov, Aleotti… sono ragazzi bravi e corrono bene».
Mas e Landa?
«Sono in difesa. Sono limitati a cercare il piazzamento. Soprattutto Landa, che non ha una grande squadra. Non lo potrebbero appoggiare più di tanto semmai in uno di questi giorni arrivasse alla maglia rossa. Mas ad Ancares ha stretto i denti, ma ha perso. Può darsi che sia stato il suo giorno storto, ha una squadra discreta, ma non lo vedo oltre un piazzamento sul podio».
E la tua Astana?
«Noi siamo venuti a questa Vuelta con cinque giovani per fare esperienza e per capire le loro reali potenzialità. Se sono corridori che hanno un futuro. Tutti i giorni cerchiamo di inserire qualcuno nella fuga ma ovviamente siamo un po’ limitati. Siamo giovani».
Fortunato?
«È un po’ magrino rispetto ai corridori potenti che ci sono qui».
In che senso “magrino”?
«È un corridore di 53-54 chili. Quelli attorno ai 60 chili hanno una struttura diversa, più potente. Nel ciclismo veloce di oggi Lorenzo arriva ad affrontare le salite che ha già speso tanto. Paga gli sforzi fatti in pianura. Questo lo penalizza».