CASTELO BRANCO. Marco Frigo ha fatto una buona crono, 19° a 28” da McNulty. Un buon segnale, chissà che a 24 anni e alla terza stagione tra i grandi, non sia arrivato il momento del salto di qualità. Il vicentino si porta dietro tante speranze, nel 2019 è stato anche campione italiano under 23 e buone prospettive. Ma, d’altro canto, i risultati finora non sono stati del tutto soddisfacenti. Come miglior risultato vanta un terzo posto nella Seregno-Bergamo al Giro 2023 dietro McNulty e Healy.
Marco, dopo la buona crono d’apertura di Lisbona terrai d’occhio la generale della Vuelta?
«No anche se ho fatto una buona crono. Quello di Lisbona era un percorso adatto a me, quindi ho provato a dare tutto. Mi piacciono le gare a tappe, credo di essere anche adatto, ma non sono qui per fare classifica».
Perché?
«In squadra (Israel-Premier Tech, ndr) abbiamo George Bennett e Matthew Riccitello. Il primo è esperto, il secondo è giovane tutto da scoprire. Proveranno a tenere duro nelle prime tappe e io li aiuterò».
Quindi per te solo compiti di appoggio?
«No, avrò le mie opportunità, a inizio della seconda settimana soprattutto. Le tappe 10, 11 e 12 sono buone per me. Anche nella terza settimana vedo un paio di possibilità per me. Insomma, in cinque-sei tappe potrò giocare le mie carte».
Visto da dentro il gruppo, chi pedala meglio tra i big?
«È troppo presto per parlarne e la crono non credo sia stata indicativa. Di certo mancando un corridore come Tadej la corsa è più aperta. Ma anche più difficile, sotto un certo punta di vista. Però di certo Roglic non è qui per pettinare le bambole. Vedo una sfida tra Red Bull e Uae. Hanno squadre e corridori fortissimi».