Remco EVENEPOEL. 10 e lode. Era l’uomo da battere e nessuno lo batte, anche se forse il 24enne fuoriclasse belga sognava qualcosa di più e di meglio, che si chiama maglia gialla. Rosicchia 12” a Pogacar, 34” a Roglic, 37” a Vingegaard, ma per oggi va benone anche così. Elegante ed efficace come pochi, con il suo body bianco è ancor più elegante. Teme d’aver forato a -2,6 chilometri dal traguardo, invece è solo un falso allarme. Corre con il monocorona da 62 denti e fila via verso un successo che fa bene a lui e a tutto il Tour. Si prende anche i complimenti dal principe Alberto di Monaco, ma oggi è lui ad essere RE…mco.
Tadej POGACAR. 9,5. Era nel mirino di tutti, soprattutto di REmco. Corre per difendersi, ma tutti gli altri li mette all’angolo, guadagnando ancora un po’. Sulla sua Colnago anche lui mette il monocorona da 60, ma lo spinge con grandissima efficacia. Fortissimo nei dritti, pazzesco in curva, a dimostrazione che è un fuoriclasse assoluto anche nella governabilità del mezzo. Per questo guadagna qualcosa a REmco in discesa, ma il belga poi recupera nel finale.
Primoz ROGLIC. 5,5. È chiaro che va bene, perché chiude con il terzo tempo, ma perde anche oggi da quei due ragazzotti davanti. Sempre poco fluido, sempre poco efficace, sempre poco composto soprattutto nel tratto in discesa. L’unica nota positiva è che recupera qualche secondo a Vingegaard.
Jonas VINGEGAARD. 5,5. Il Tour non solo è ancora lungo ma lunghissimo, lo sa bene Pogacar, lo sa bene lui, lo sanno benissimo tutti, oggi però il danese parte forte e poi cala. Porta a casa ancora una giornata di sacrificio, dove si trova a limitare i danni, in attesa di giorni migliori, che forse arriveranno e forse no. Oggi è un giorno no.
Victor CAMPENAERTS. 6,5. Sta quasi tutto il giorno sulla sedia che scotta, grazie ad un finale d’autore, ma prima non è il massimo.
Kevin VAUQUELIN. 8,5. Viene superato da Campenaerts per soli 76 centesimi, ma questo 23enne ragazzo transalpino della Arkea B&B Hotel ha stoffa da vendere. Atleta di grandissimo valore, oggi si fa apprezzare in sella alla sua Bianchi anche in una crono di assoluto valore tecnico. Fa una gran crono dal primo terzo di gara in poi. È il primo a scendere sotto i 30 minuti, ma questo ragazzo è destinato a salire, salire, salire.
Matteo JORGENSON. 7,5. È la spalla di Vingegaard, ma non è detto che non sia l’uomo in più, quello che in caso di emergenza può anche sostituire in corsa il danese per le zone alte della classifica. Fa una crono da protagonista, perché questo 25enne americano la comparsa non la sa proprio fare
Joao ALMEIDA. 7. Fa il suo anche oggi, con grande concentrazione e dedizione. Buonissima prova contro il tempo: lui lo governa, senza subirlo.
Ben HEALY. 6. Parte fortissimo, come un saetta, poi tutto quello che guadagna lo perde. In ogni caso è tra quelli che oggi si distinguono e per oggi va bene così.
Stefan KÜNG. 5. Il 30enne cronoman svizzero nel tratto in salita finisce alle prese con la caduta della catena (aveva il monocorona). Praticamente deve fermarsi e perde per questa operazione almeno una trentina di secondi (fonte Davide Cassani): quindi il primo posto visto che in quel momento ha un ritardo di 8 secondi da Campenaerts.
Julien BERNARD. 8. Fa registrare il 61° tempo, a 3’11” dal REmco, nonostante sulla salita che portava al rilevamento di Curley Julien la affronta salutando i suoi tifosi e dando il 5 (stile arrivo di gara mtb). Si ferma persino a baciare la moglie e il loro bambino. Spettacolo.
Wout VAN AERT. 5. Se questo era un test, è un brutto test. Convocato da tempo con Evenepoel per le Olimpiadi, arriva a 1'51" da REmco e a 59” da Campenaerts, che invece ai Giochi non ci andrà. C’è da lavorare.
Juan AYUSO. 5. È un atleta di assoluto livello, su questo non ci piove, ma oggi il suo livello non è assoluto.