Entusiasti della tappa? Si bella, però… Si è già visto che per il trionfo di Nizza (quest’anno non si arriva a Parigi) sarà solo Pogacar contro Vingegaard? Mah, forse no. C’è tempo e tanta salita. Attenzione però a quello che dice Re Leone.
Allora Mario, cosa pensi della tappa di oggi?
«Mi aspettavo di più, invece fino all’attacco di Pogacar è stata abbastanza ferma».
Sul San Luca Pogacar, come da attese, ha dato gas. Tra l’altro con 5’02” ha strabattuto il record di scalata.
«E ci ha fatto divertire nonostante sia stata un’azione di soli 600 metri. Vingegaard è stato bravissimo a rispondere immediatamente all’attacco. È stato molto reattivo. Però poi in alcuni momenti, in salita, ha esitato a dare il cambio. Un fatto abbastanza strano. Tadej mi è sembrato più sicuro tanto che il lavoro, più o meno al 70%, lo ha fatto lui. Ho notato che tra i due c’è stato anche un differente approccio tecnico».
Quale?
«Pogacar ha corso con ruote da 60 millimetri, Vingegaard con quelle da 25. A meno che non sia un’imposizione dei team, cosa che non credo, è una scelta importante. Anche in questo Tadej, scegliendo una ruota meno vantaggiosa per la salita, dimostra di essere molto sicuro».
Secondo te Pogacar stasera sarà contento della maglia gialla o avrà qualche pensiero in più dopo avere visto questo Vingegaard?
«Pogacar avrà sicuramente tutte le incombenze della maglia gialla che il danese è contento di non avere. Dal punto di vista psicologico credo sia un po’ sorpreso dalla reazione rapidissima di Jonas. Però ha anche visto che poi il suo rivale faceva fatica».
Mario ti confesso una cosa. Ancora più di prima, credo poco al referto medico disastroso emesso dopo la caduta del danese ai Baschi. Costole rotte, pneumotorace… E dopo due mesi e mezzo vola?
«Ti ricordi cosa ti dissi a metà aprile quando eravamo a colazione a Porto per la granfondo? Ti dissi: ‘E se i Visma stessero giocando ma in realtà il danno non è così grave?’. C’è stato tanto silenzio attorno alle condizioni di Vingegaard. Sarà vero quello che ci hanno detto? Io ho parlato con un amico medico molto bravo. Lui mi ha detto che un pneumotorace lascia un segno, una cicatrice, nel polmone. E la funzionalità del polmone in questi casi peggiora».
Roglic?
«Doveva essere con Evenepoel invece l’ho visto un po’ titubante così come i suoi compagni Hindley e Vlasov. Il San Luca, come sappiamo, è perfetto per lui. Però per questa corsa potrebbe avere fatto una preparazione specifica per avere una ‘super resistenza’ e questo a discapito della sua esplosività sulle salite corte. Tieni conto che il San Luca non fa riferimento rispetto a quello che è il Tour. Qui sono 5 minuti di sforzo, la maglia gialla si deciderà su montagne da decine di minuti. Un altro mondo. Oggi stiamo analizzando la corsa con il microscopio, nelle tappe vere serviranno gli occhiali da sole tanto forte sarà il bagliore».
Chiudiamo con Evenepoel. Piaciuto?
«Bravissimo, ma questi sono percorsi per lui. Bisognerà vedere se le cose cambiano quando il ritmo sarà ridotto e protratto per ore. Certo che intanto, rientro che ha fatto è stato spettacolare».
Se Ganna ha guardato la tv gli sarà venuto il mal di testa
«Eh, battere Remco a Parigi non sarà facile per niente. È una Formula 1».