All'arrivo aveva l'umore talmente nero da non voler parlare con nessuno, poi una volta fatta la doccia Alberto Bettiol ritrova un piccolo sorriso e accetta di commentrae quella che comunque resta una giornata speciale, prima di dare un bacio alla fidanzata Lisa e firmare qualche autografo ai tanti tifosi che lo attendono vicino al bus della squadra.
«Sono contento per come mi sono sentito e per il calore che ho avvertito lungo tutta la strada: è stata una giornata unica che ricorderò per sempre. La corsa? Un po' di rabbia c'è: a volte basta poco, oggi sono stati bravi Bardet e Van den Broek, noi forse abbiamo sbagliato a far muovere Ben Healy e avremmo fatto meglio a tirare più a fondo. Ma le corse sono così...»
E ancora: «La corsa più dura? In realtà sapevo che sarebbe andata così, con un ritmo forte ma non eccessivo. Siamo al Tour, il livello è altissimo e avete visto che siamo arrivati quasi in cinquanta praticamente in volata. Se fai questa tappa in una qualsiasi altra corsa a tappe, trovi un corridore per ogni angolo... Purtroppo per come abbiamo lavorato noi della EF Education Easypost, avremmo meritato di più. Ma devo essere fiducioso, con la condizione che ho e con questa maglia possiamo davvero divertirci per tre settimane».
Ti vedremo già domani?
«Ci proverò tutti i giorni, ma credo che domani sia difficile. Se dovessi giocarmi un nome per la seconda tappa, direi Pogacar».
Cosa prometti ai tifosi italiani che potevano sperare in 8 carte, già oggi ridottesi a 7 per il ritiro di Gazzoli?
«Che darò il massimo per onorare la maglia tricolore che indosso. Prima che a loro l'ho promesso a me stesso».