Lacrime e commozione per Filippo Ganna, che al termine della cronometro di Desenzano sul Garda ha finalmente potuto festeggiare la sua vittoria alla corsa rosa. Nella prima cronometro a Perugia, il piemontese era arrivato secondo alle spalle di Pogacar, una delusione per lui, che in questa specialità ha vinto veramente tanto.
Ganna ha seguito la prova di Pogacar, ultimo a partire, con Jonathan Milan, amico e collega che insieme a lui corre in pista nel quartetto azzurro. Quando è arrivata la certezza della vittoria c’è stato subito un grande abbraccio tra Milan e Ganna e qualche battuta per abbassare la tensione, poi il silenzio e la difficoltà a parlare, perché la testa del campione si era riempita di pensieri.
«Dietro alla vittoria di oggi c'è tanto lavoro, soprattutto quando sai che è difficile fare la differenza al giorno d'oggi. La differenza la fai con piccole cose. Siamo stati nella galleria del vento prima di venire al Giro e abbiamo cercato di migliorare la posizione e di fare tutto al meglio» .
Quella di oggi è la seconda cronometro in questo Giro d’Italia e la scorsa settimana anche a Perugia c’è stata una prova contro il tempo, ma il finale non era piatto e c’era una lunga salita che favoriva Tadej Pogacar.
«Nella cronometro di Perugia quando ero nella parte più veloce non riuscivo a mantenere gli standard di velocità. C'era una salita che qui non abbiamo avuto. Devo poi dire grazie a quel ragazzo con la maglia rosa, Pogacar, che mi ha fatto soffrire tanto, ma che mi ha stimolato giorno dopo giorno per arrivare a questo obiettivo per cercare di vincere».
Nelle prove contro il tempo Ganna parte sempre da favorito, ma la vittoria non è mai scontata e il piemontese, troppe volte sente una pressione che mentalmente non lo aiuta a raggiungere il miglior risultato.
«Sembra facile se c'è Ganna in corsa e dire: c'è Ganna adesso, arriva la crono e vince lui. In realtà non è così, se lo fosse anche io andrei a dormire molto più rilassato e la mattina mi sveglierei meglio. Però la vittoria non è mai scontata e non è mai semplice riuscire a centrarla. Comunque questa vittoria serve a darmi morale e a sopportare le salite dell’ultima settimana di corsa».
Essere dei campioni non è sempre facile, ma il piemontese ha trovato molto supporto dalla gente che lungo la strada lo incoraggiava. «Non mi sono mai risparmiato e sulla strada ho sempre trovato tanta gente che mi ha dato un supporto incredibile e forse è anche grazie a loro che oggi sono riuscito a portare a termine questa piccola impresa».
Per il ragazzone di Verbania, quella di Desenzano è stata una grande impresa, che per certi aspetti gli ha ricordato la Milano-Sanremo. «Sono stati soltanto 32 chilometri, ma sono sembrati molto più lunghi. Nella mia testa quei 32 chilometri si sono trasformati in una Milano-Sanremo. È stata dura per me, ma venire qui a Desenzano, per me è come tornare a casa, perché a pochi chilometri c’è il velodromo di Montichiari, dove mi alleno con i ragazzi della pista».
Il campione dopo lunghi mesi di digiuno, oggi è finalmente tornato a vincere e i ringraziamenti sono andati a tutta la sua squadra, allo staff e anche a Milan, che è rimasto con lui ad aspettare che anche Pogacar portasse a termine la prova.
«Voglio ringraziare anche tutta la squadra che mi ha permesso di arrivare qui con la miglior forza nella testa e nelle gambe. Mentre aspettavo la fine della cronometro, con me c’era Milan. Abbiamo avuto anche il tempo di scherzare in quei momenti. Gli dicevo che lui è fortunato, perché dopo una volata di 20 secondi sa immediatamente se ha vinto o perso, io invece devo aspettare due ore. Al momento penso a finire il Giro d'Italia e non guardo alle Olimpiadi e poi una volta finita la Corsa Rosa penserò anche a questo appuntamento. Io e Milan siamo stati gli unici italiani ad aver vinto una tappa in questo Giro e speriamo che o con noi o con altri azzurri, arrivino altre vittorie per l’Italia».