All'uscita di Laigueglia, appena ha visto la strada alzarsi verso Capo Mele, Filippo Ganna è scattato in testa al gruppo, seduto, potente. Una progressione poderosa, un allungo deciso e poi via a tutta, in posizione da cronomen per tutta la salita e poi in discesa verso Andora. Più d tre chilometri allo scoperto, braccato da un gruppo lanciato a tutta veloctà e deciso a non perdere l'occasione di giocarsi il successo allo sprint.
Ad inseguire Top Ganna, in particolare la Lidl Trek dei suoi amici Consonni e Milan, amici al punto che Simone, dopo aver abbracciato un Milan vittorioso, è passato al bus della Ineos Grenadiers per parlare con Pippo, che però era già sotto la doccia.
Qualche minuto dopo il piemontese ha risposto alle domande di Ettore Giovannelli, inviato di Raisport, e ha faticato a nascondere il suo nervosismo. «Un grande attacco? Non è stato così grande, altrimenti avrei vinto. E per questo sono deluso. L'attacco non era programmato, è venuto così, ma alla fine i velocisti hanno avuto la meglio. Chissà, magari se fossi partito un po' più vicino allo scollinamento ce l'avrei fatta... Consonni e Milan? La gara è gara, in fondo sarebbe stato bello avere anche Lamon, per vedere cos'avrebbe fatto».
La risposta più secca riguarda la fuga di inizio tappa, quando dopo qualche chilometro si è rialzato lasciando i compagni di avventura De Bod, Muñoz e Calmejane: «Dovete chiedere alla squadra».