Thomas PIDCOCK. 10 e lode. Secondo, terzo, primo: boom! Finalmente il 24enne britannico della Ineos Grenadiers si prende ciò che meritava già di avere e per una ragione o per l’altra gli è sempre sfuggito. Secondo terzo primo: voilà! Ecco fatto, con una volata sontuosa, dopo una corsa attenta e concreta, su un percorso da montagne russe, da pallina da flipper che corre all’impazzata su quelle strade toboga che tolgono il respiro, il fiato, lucidità. Atleta poliedrico, polifunzionale e multidisciplinare, vince su strada, nel cross e nel cross-country. Oro a Tokyo nella Mtb, mondiale elite e under 23 nel cross, su strada ha nel suo palmares una Freccia del Brabante, una tappa al Tour, una Strade Bianche e adesso la classica della birra, che non sarà un Monumento, ma usando un linguaggio tennistico è per sempre un AtpMaster 1000. Diciassette giorni di corsa, prima vittoria di stagione, la quarta per la Ineos: non è tanta roba, ma è un buon inizio per la seconda parte dell'annata.
Marc HIRSCHI. 8. Era uno dei grandi favoriti della vigilia e si fa trovare pronto, anzi, prontissimo. Corre con grande lucidità ed è lui al secondo passaggio sul Cauberg a portare via la fuga che deciderà la corsa. Si porta dietro Pidcock, Benoot e l’indomito Vansevenant, nella volata se la gioca fino all’ultimo, ma all’ultimo gli manca qualcosa.
Tiesj BENOOT. 8. Il 30enne corridore della Visma Lease a Bike tiene alto il nome dello squadrone olandese decimato dagli infortuni. Corsa di alto contenuto tecnico e podio più che meritato.
Mauri VANSEVENANT. 8. Gladiatore assoluto, che lotta e non si arrende, insegue e rilancia, rintuzza e si accoda. Bravo a non cedere, bravissimo a non arrendersi, la sua è una corsa di grande sacrificio che meriterebbe il podio, invece ci resta appena sotto, ma la sua è comunque una prova da applausi.
Paul LAPEIRA. 7. Il 23enne transalpino della Decathlon Ag2r La Mondiale regola la volata degli immediati inseguitori. Buona prova, in prospettiva e non solo.
Bauke MOLLEMA. 6. Per il 37enne corridore olandese un 7° posto che vale punti, ma poco di più.
Michael MATTHEWS. 5,5. Controlla la corsa di MVDP e non capisce che il fuoriclasse olandese oggi fa un allenamento in prospettiva Liegi. Arriva decimo, regolando il gruppo del terzo gruppo inseguitori staccato di una decina di secondi. Una top ten che sa di poco e che sta stretta ad un corridore dato alla vigilia tra i grandi protagonisti di giornata.
Simone VELASCO. 5,5. Il campione d’Italia è il primo degli italiani (18°): un risultato che dice poco, forse anche a lui, che fino alla fine aveva dato l’idea di avere nelle gambe qualcosa di più.
Mathieu VAN DER POEL. 5. Dà un'accelerata sul Gulperberg, poi torna nei ranghi. A vederlo pedalare dà chiaramente l’idea di essere in controllo, intento a non sprecare una sola pedalata. Dopo il traguardo dirà di aver vissuto una giornata no e di non avere le gambe, ma a me resta l’impressione che oggi in chiave Liegi abbia usato solo la testa.
Louis VERVAEKE. 6,5. Il corridore della Soudal Quick-Step se ne va con Mikkel Frølich Honoré (EF Education - EasyPost) e Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale Team). Azione importante, prima di quella dei magnifici quattro, che poi andranno a giocarsi la vittoria finale.
Tosh VAN DER SANDE. 6. Il corridore della Visma Lease a Bike anima con Enzo Leijnse (Team DSM firmenich PostNL), Alexander Hajek (Bora Hansgrohe) e Zeb Kyffin (TdT Unibet) la prima fuga di giornata. La loro azione ha vita fino a 75 chilometri dalla conclusione.