Tadej POGACAR. 10 e lode. Parte al km 134, quando al traguardo ne mancano 81 abbondanti. Una progressione e via, fine dei discorsi: inizio dello spettacolo. So perfettamente che c’è chi obbietta: così si uccide lo spettacolo. Per me così lo si sublima, come sanno fare solo i campioni. Come sanno fare i fuoriclasse assoluti come Verstappen o Djokovic, Sinner o Valentino Rossi, Tomba o Shiffrin. Alla domanda dove staccherà tutti, prima del via Taddeo risponde sorridente “alle Sante Marie”, il settore di Cancellara, per tre volte vincitore della Strade Bianche. Lo dice o la fa, come peraltro gli riesce da cinque anni: vincere la prima corsa della sua stagione. È una garanzia, per non dire una sentenza. Nessuno come lui, nessuno come loro, come quei sei che da cinque anni costituiscono i FabSix: Pogacar e Vingegaard, Van der Poel e Van Aert, Roglic e Evenepoel. Sei ragazzi di un altro pianeta, di altra classe, di altro temperamento. Se ci sono loro lo spettacolo è assicurato. Se ce n’è uno solo si sa anche come andrà a finire. Proposta di un caro collega e amico del ciclismo, Gianni Visnadi: obbligare almeno due dei FabSix a correre assieme, per fare in modo che il risultato non sia segnato e scontato fin dall’inizio. Alfredo Binda obbligò gli organizzatori a pagarlo per non correre, qui c’è da pagare perché almeno due corrano uno contro l’altro. Troppo è il divario, però anche così è maledettamente bello.
Tom SKUJINS. 8. Primo lettone a finire sul podio della Strade Bianche. Per la Lidl Trek di Luca Guercilena, fra uomini e donne, due secondi posti che valgono oro. Perdere non fa mai piacere, ma essere sempre lì è motivo d’orgoglio.
Maxim VAN GILS. 8. Il 24enne belga fa un vero corsone, lotta come un leone, anche se alla fine, dopo una corsa così dura e fiaccante, sembra un gattino.
Thomas PIDCOCK. 5,5. Il 24enne britannico parte con il numero uno sulla schiena, ma il numero uno ce l’ha davanti e poi non lo vede più.
Matej MOHORIC. 6. Ha talento da vendere, corre con grande attenzione e lucidità, alla fine porta a casa un 5° posto che per uno come lui non è il massimo, ma non è nemmeno pochissimo e fa curriculum.
Davide FORMOLO. 6,5. Reduce dal Covid non può essere al top, ma è il migliore dei nostri con un 7° posto che dice molto di Davide: è un cagnaccio.
Lenny MARTINEZ. 7. Il figlio e nipote d’arte sta bene e, pur convocato in extremis, lo conferma in una corsa che non mente. Il ragazzo ha solo 20 anni, ma ha doti fuori dal comune.
Filippo ZANA. 6,5. L’ex campione d’Italia fa un corsone, su strade che non lo davano per super performante, ma il vicentino ha stoffa e forse anche qualcosa di più.
Ben HEALY. 5. Il 23enne irlandese dimostra d’avere gambe, ma in certe occasioni occorre avere anche un po’ di testa. Scatta a vanvera a più riprese, alla fine resta con il serbatoio vuoto, mentre gli altri fanno il pieno.
Francesco BUSATTO. 8. Al suo esordio in una grande corsa fa una grandissima corsa.
Fran MUÑOZ. 6. Il 22enne catalano della Polti Kometa è uno dei primi a scattare dopo soli 9 km. Parte con Oscar Riesebeek (Alpecin Deceuninck), Cristian Rodriguez (Arkea B&B), Mathias Vacek (Lidl Trek), Logan Currie (Lotto Dstny), Felix Engelhardt (Jayco AlUla) e Anders Johannessen (Uno X). Ci provano, troppo presto, ma ci provano.
Lotte KOPECKY. 10. La 28enne campionessa del mondo fa il bis sullo sterrato che più ama. Dopo il successo del 2022 ecco il bis dichiarato. Nonostante la marcatura stretta di Elisa Longo Borghini, la belga fa valere le sue doti di atleta completa, completissima, quindi anche veloce, scattante. È la campionessa del mondo in carica, c’è poco da aggiungere, se non che per lei questo ennesimo successo vale semplicemente una conferma.
Elisa LONGO BORGHINI. 9,5. Cosa le vuoi dire? Niente. Se non brava, bravissima, ancora una volta, come sempre. Tosta come poche, determinata come nessuno. Parte e sa che deve solo controllare la maglia iridata: dove va la Kopecky va lei. Entrambe sul podio, Elisa appena sotto. Di poco, molto poco.
Demi VOLLERING. 7. La 27enne olandese è sempre lì, anche se oggi deve pagare dazio, ma in una corsa di questo tipo, anche il podio vale molto. Pesa.
Marianne VOS. 5,5. È la regina, è l’indomabile e eterna Marianne, ma oggi cade nella polvere. La corsa è esigente, lei a 36 anni suonati arriva un po’ suonata.
Alena AMIALIUSIK. 6,5. La 35enne bielorussa della UAE Team ADQ ci prova, con Amber Kraak (FDJ - SUEZ) e Riejanne Markus (Team Visma | Lease a Bike). Sanno che non è facile, ma provano a far saltare il banco, poi saltano loro a 20 km dal traguardo. Ci sta.
Barbara MALCOTTI. 6,5. La 24enne trentina della Human Powered Health anima la prima fuga di giornata in compagnia di nove compagne di avventura: Mischa Bredewold (Team SD Worx - Protime), Kimberley Le Court (AG Insurance - Soudal Team), Neve Bradbury (Canyon//SRAM Racing), Amber Kraak (FDJ - SUEZ), Yara Kastelijn (Fenix-Deceuninck), Elizabeth Deignan (Lidl - Trek), Riejanne Markus(Team Visma | Lease a Bike), Alena Amialiusik (UAE Team ADQ) e Anouska Koster (Uno-X Mobility). La trentina poi fa la sua onesta corsa, dopo la Persico è la terza italiana meglio piazzata (26°): può essere più che soddisfatta.