Con lentezza inesorabile ed esasperante, sempre più carica di attese e aspettative, lentamente torna il Festival del ciclista lento, l’unica manifestazione dedicata al pedalare pigro e sornione, sfiatato e affaticato, spesso goffo e impacciato, sempre ritardatario e fuoritempomassimo, edonistico e non estetico, epicureo e non stoico, etilico ancora più che etico, epico e mai – mai! – epo, addirittura letterario e certo letterale, e sempre musicale, compresi scricchiolii e cigolii.
Da venerdì 27 a domenica 29 ottobre, a Ferrara, ecco la settima edizione del Festival del ciclista lento, quello ispirato alla convinta filosofia “beati gli ultimi che la vita sanno goder”, quello che ha fatto cantare Peter Sagan e Davide Cassani, Alessandra Di Stefano e Tiziano Dall’Antonia, quello che ha ingaggiato Silvio Martinello e Alan Marangoni, Gibo Simoni e Bruno Zanoni a cimentarsi nel record dell’ora alla rovescia (non il maggior numero di chilometri ma il minor numero di metri), quello che accetta qualsiasi tipo e genere di bici, dalla strada alla pista, dalla cantina alla soffitta, dal cargo al tandem, dal monociclo al triciclo, quello che esalta Luigi Malabrocca e celebra le sue maglie nere, quello che accoglie le cicliste afghane.
“Lentamente procediamo nella nostra opera di rallentare il mondo del ciclismo – spiega Guido Foddis, ideatore e organizzatore del Festival estense -. La bici è un modo di essere e non di avere, soprattutto fretta, è un modo di stare e sostare ma anche di viaggiare, dunque conoscere, esplorare, scoprire, anche inciampando, forando o cadendo, è un modo di cedere nel procedere, è un modo anche di suonare. Parola di musicista”.
Con chitarra, kazoo e altri strumenti, compresa una bici capace di sostenere il peso della sua – diciamo così – cultura, stavolta Foddis ha puntato su quattro grandi appuntamenti. Il primo, venerdì 27, alle 20, nella Casona di via Smeraldina, con la presentazione del libro “Rocky Marciano Blues” (di Marco Pastonesi, 66thand2nd) e la partecipazione di Massimiliano Duran, già campione europeo e mondiale dei massimi leggeri (che cosa c’entri con il ciclismo lento è tutto da scoprire); il secondo, sabato 28, alle 10, nel centro di Ferrara, con la pedalata più lenta del mondo, 5 km in 5 ore, con visite guidate e improvvisate, degustazioni e incontri con autori (c’è anche la scrittrice Sara Segantin); il terzo, sabato 28, alle 19, con il galà illuminato dal due volte campione del mondo Gianni Bugno; il quarto, domenica 29, alle 9, con la Granfondo del merendone, 50 km lungo argini e attraverso campi, borghi e boschi nell’Alto Ferrarese, ancora in compagnia di Bugno. Fra le “guest stars”, Serena Malabrocca, nipote del pioniere della lentezza, l’inarrivabile Luigi.
La partecipazione è libera, gradita, gratuita, benvenuta. Se lenta, lo è ancora di più.
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