Il Giro di Lombardia numero 117 ha emesso il primo vagito. L'ha fatto in una serena mattinata milanese dall'alto del Grattacielo Pirelli. E l'ha fatto attraverso la voce di protagonisti sia dell'organizzazione che della politica lombarda che della grande storia recente del ciclismo.
Barbara Mazzali, assessora al Turismo, Moda, Grandi eventi e Marketing territoriale di Regione Lombardia, si è fatta portavoce del governatore Fontana e ha sottolineato l'importanza di corse come il Lombardia per il territorio: «Fare attraversare a tante bici, sia agonistiche che amatoriali, la nostra Lombardia è uno strumento di promozione e valorizzazione formidabile. L'anno scorso il weekend attraversato da Giro e Gran Fondo ha riportato quasi 18 milioni di spettatori e quasi 50 milioni di euro di economia di scala, con oltre duecento Paesi collegati. I flussi turistici che registriamo sono sempre più outdoor, il turismo che ha voglia di conoscere il territorio "lentamente" e il modo migliore per farlo sono le due ruote della bici. E questa è una vetrina irripetibile, in occasione della quale oltretutto faremo una produzione digitale con un portabandiera lombardo come il campione Antonio Rossi.»
Le ha fatto eco la collega Lara Magoni, sottosegretaria con delega allo Sport e i Giovani: «Ringrazio la collega Mazzali per aver deciso di supportare economicamente l'iniziativa. Il ciclismo attraversando l'Italia e ogni territorio porta con sé i valori olimpici e di fair play in cui ho sempre creduto e che mi accomunano al mio predecessore Antonio Rossi, e ringrazio l'amministrazione di Bergamo e i comitati di tappa, oltre naturalmente a RCS Sport che crede negli atleti e permettere agli eroi della bici di continuare a entusiasmare le persone. Lo sport riesce a creare quel movimento che ci rende protagonisti nel mondo. Sostenere lo sport è significativo per l'economia e per i valori che trasmettiamo ai giovani e a tutti. Quest'anno tiferò per Giulio Ciccone dopo la maglia a pois al Tour de France.»
Non è mancato inoltre il saluto del sindaco di Como Alessandro Rapinese: «Abbiamo uno splendido territorio ed eventi come questo danno l'idea di quanto lo sappiamo valorizzare, siamo orgogliosi di ospitare il Lombardia» seguito dall'assessora allo Sport del Comune di Bergamo Loredana Poli: «La nostra città è capitale della cultura insieme a Brescia, e tutta l'amministrazione si è focalizzata nel tenere accesi i riflettori, aprendo il ventaglio della cultura fino a toccare lo sport. Quest'anno la tappa del Giro d'Italia è stata una fantastica scintilla, il Lombardia è una splendida conferma che non è mancata nemmeno nel terribile 2020. L'affetto della città nei confronti di questa corsa è sempre più solido.»
Lato RCS ha parlato per primo l'amministratore delegato Paolo Bellino: «Vorrei uscire dall'aspetto tecnico per sottolineare che l'Italia ha due classiche monumento ossia Milano-Sanremo e Giro di Lombardia, che hanno dei palmarès straordinari. Con Mauro Vegni stiamo lavorando per rafforzare l'importanza di questi eventi, perché il rischio di scordarsela è sempre dietro l'angolo. La vicinanza della Regione ci permette di raccontare a 360 gradi tutto ciò che sta intorno al fatto sportivo, le eccellenze paesaggistiche e gastronomiche che completano l'esperienza ciclistica. Per noi e per il territorio una gara come il Lombardia è un motivo d'orgoglio incredibile, oltre a essere la chiusura della grande stagione.»
Ed ecco Mauro Vegni, che ha svelato il percorso e alcuni protagonisti: «Sabato 7 ottobre saranno 238 chilometri da Como a Bergamo, seguendo l'alternanza di partenza e arrivo tra le due città. Dislivello di 4500 metri, partenza alle 10:20 e arrivo intorno alle 17. Sarà un continuo saliscendi: dopo la simbolica Madonna del Ghisallo, seguiranno Roncola, Berbenno, il passo della Crocetta, Zambla Alta e il passo di Ganda con scollinamento a una trentina di chilometri al traguardo. Nella città orobica, infine, si affronterà Colle Aperto: i chilometri finali, con anche il ciottolato del centro storico, renderà ancora più impegnativo il tutto. Fino agli 800 metri conclusivi pianeggianti. Non so se questo Lombardia sarà un esame di riparazione, ma sicuramente è un momento importante per le molte squadre alla ricerca di punti preziosi. Pure per questo vengono tanti corridori di alto livello, ma al di là di ciò il richiamo della classica delle foglie morte è costituito dal percorso che ricorda alcune delle tappe più dure del Giro d'Italia. Molto probabilmente ci sarà Tadej Pogacar per provare a fare tris. Ci saranno pure uomini del calibro di Remco Evenepoel e Primoz Roglic. E sarà l'addio definitivo di Thibaut Pinot, che vinse la corsa nel 2018 e quest'anno ha conquistato la maglia azzurra al Giro: a riprova di quanto lui sia affezionato all'Italia e al Lombardia, l'ha scelto per appendere la proverbiale bici al chiodo. Atleti che decidono loro di partecipare, noi non abbiamo bisogno di invitare nessuno.»
Ed ecco i grandi ex vincitori di Lombardia e tante altre corse di prestigio. A partire da Damiano Cunego, che ha vinto nel 2004, 2007 e 2008 la classica delle foglie morte, e nel 2004 lo fece in accoppiata col Giro nello stesso anno. Prima di tagliare la torta che a sorpresa gli è stata recapita per il suo 42° compleanno (che festeggia proprio oggi) ecco cos'ha affermato: «Parliamo di una gara importantissima nella mia carriera, mai un esame di riparazione per me, ma anzi l'ho sempre affrontata con la consapevolezza di poter far bene. Per le mie caratteristiche era perfettamente adatta, cercavo di metterla sempre nel mio calendario dopo la Vuelta e voleva dire affrontare alcuni tra gli avversari più forti del momento. Nelle settimane precedenti mi estraneavo totalmente, vivevo tutto in funzione della corsa, da quando mi svegliavo a quando andavo a dormire. Quest'anno penso che Pogacar potrà riuscire a fare tris, anche se la concorrenza è davvero spietata...»
Tra gli avversari in questione, seppur più giovane, Vincenzo Nibali, che ha all'attivo due successi e un secondo posto. Ecco cos'ha detto lo Squalo: «Mi innamorai subito del Lombardia da quando lo disputai per la prima volta nel 2005, e per me è stato importantissimo vincere sia la classica di apertura, la Sanremo, che questa di chiusura. Ho vissuto grandissime gioie qui, ed è stata anche la mia ultima gara in carriera l'anno scorso, come lo è stata per Alejandro Valverde e lo sarà quest'anno per Pinot. Io ho vinto sempre sul percorso verso Como, ma quello verso Bergamo ha un fascino tutto suo perché lascia incertezza fino alla fine e il bagno di folla è davvero speciale! Il Lombardia l'ho sempre sentita come una vera e propria gara di casa, per il calore particolare che ho ricevuto dalla gente. Quest'anno penso che lo spazio tra Ganda e Bergamo potrà essere teatro di bei duelli: in caso di arrivo a due, occhio alla gamba di Evenepoel.»
Chiamato in causa dall'assessora Mazzali e dalla sottosegretaria Magoni, un testimonial d'eccezione per lo sport italiano come Antonio Rossi: «Il mio compito sarà quello di illustrare la nostra bellissima terra, a partire dal percorso del Lombardia fino a percorsi ciclabili in Val Camonica, nel pavese e non solo.»
Presente anche Credit Agricole, sponsor del Tour da quasi 45 anni, e attualmente partner pure della maggior parte delle gare RCS. Attori che permettono allo spettacolo di proseguire e non essere più solo lo sport dell'antico eroismo, ma quello del moderno dinamismo.
[Nella prossima puntata di BlaBlaBike potrete ascoltare l'analisi tecnica di Cunego]