Remco EVENEPOEL. 10 e lode. È venuto per vincere almeno una tappa e la tappa non solo la vince, ma la stravince, con una progressione finale rabbiosa quanto letale. La mette subito, alla sua maniera, che è poi quella dei fuoriclasse. Remco è il simbolo dell’agonismo, dell’ingordigia e della fame. Si toglie di ruota Vingegaard, che comunque è lì, a pochi metri. Si veste di rosso, ma il rosso ce l’ha anche sul volto. Una ferita al sopracciglio dopo essere finito contro una ragazza dopo la linea del traguardo, così oltre alla maglia, forse guadagnerà anche qualche punto: al sopracciglio. Tre tappe, tre episodi che fanno parlare più della stessa corsa. Una corsa che sembra simbolo dell’approssimazione. Dicono di essere il secondo Grande Giro, per noi sono in cima alla lista, dei più bislacchi.
Jonas VINGEGAARD. 9. È venuto a farsi un giro alla Vuelta, per verificare la sua tenuta su due Grandi Giri, per provare a vincere anche quello di Spagna, prima di magari venire a farsi un giro al Giro.
Juan AYUSO. 8. Non difetta di personalità e nel finale mette la squadra a fare il ritmo. È uomo di battaglia e non si tira indietro neanche questa volta.
Primoz ROGLIC. 5,5. Non è pimpantissimo, forse la giornata non era delle più propizie, ma nel complesso si difende, anche se su un arrivo come questo di solito attacca e basta.
Marc SOLER. 7. Grande gioco di squadra della Uae che lo manda a più riprese in avanscoperta e là davanti alla fine ci resta.
Enric MAS. 7. Non è così esplosivo come gli altri, ma non scoppia nemmeno.
Lenny MARTINEZ. 9. Ha solo 20 anni il transalpino della Groupama, ma a dispetto di un cognome fin troppo conosciuto nel mondo del ciclismo ha tutto per diventare molto riconoscibile.
Cian UIJTDEBROEKS. 9. Altro ragazzino di 20 anni che nel suo palmares ha un Tour de l’Avenir. Corre con grande personalità, perché è destinato a entrare nel mondo dei grandi per restarci.
Joao ALMEIDA. 7. Fa un gioco di squadra perfetto e non è un caso che tre corridori della Uae Emirates concludano la loro prova nei primi nove.
Sepp KUSS. 7. L’americano prova il colpo nel finale, ma gli manca qualcosa, anche se ha sempre molto.
Santiago BUITRAGO. 5,5. È l’uomo di punta della Bahrain, ma oggi fatica un po’.
Lennard KAMNA. 8. Fa una corsa di assoluto livello, ma nel finale il livello delle sue forze è quello che è.
Juan Pedro LOPEZ. 5. Lo scricciolo della Lidl Trek è troppo leggero per tenere testa a uomini di peso come quelli di oggi. Ma forse il suo livello è questo.
Geraint THOMAS. 5. Fatica maledettamente, fin da subito, e alla fine è bravo a medicare le cose, anche grazie a Egan Bernal.
Andrea PICCOLO. 24. Era il leader della corsa e lo sapeva benissimo anche lui che oggi sarebbe stata dura. A 24 km dal traguardo, quando la situazione comincia a farsi spessa, alza il piede dall’acceleratore in attesa di rimettersi in mostra.
Damiano CARUSO. 8. Fa una corsa all’attacco e, alla fine, è quello che resiste con Kamna fin quando i big non li vanno a prendere nel finale. Il siciliano è in fuga fin dal mattino, in compagnia di Amanuel Gehbreigzabhier (Lidl-Trek), Pierre Latour (Total Energies), Eduardo Sepulveda (Lotto Dstny), Jasha Sütterlin (Bahrain Victorious), Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe), Andrea Vendrame (AG2R Citroën), Rune Herregodts (Intermarché-Circus-Wanty) e Jon Barrenetxea (Caja Rural-Seguros RGA), Mathis Le Berre (Arkea-Samsic) e Jose Manuel Diaz (Burgos-BH).