Un tweet, anzi una serie di tweet, che sono colmi d'amore e spiegano bene cosa sono il Tour e i Campi Elisi per un corridore. Jacopo Guarnieri è stato costretto ad abbandonare la Grande Boucle alla quarta tappa con una clavicola fratturata a Nogaro, ma oggi ha messo mano allo smartphone per aprire il suo cuore. E le sue parole meritano di essere lette e rilette. Perché aiutano a capire tante cose.
«Quello di oggi e un momento difficile da affrontare. Non è stato facile accettare il ritiro dal Tour, ho già ripreso ad allenarmi all'aperto in bici e questo sicuramente aiuta molto. Ma oggi si arriva sugli Champs Elysée, il Santo Graal dello sprint. Probabilmente lo sprint di gruppo più bello che si possa disputare o vincere.
Ho sognato di vincerlo così tante volte (tecnicamente aiutando a vincerlo...), ci sono anche andato vicino volte con Kristoff e Démare, ma non abbiamo mai avuto fortuna. Le voci al Tour dicevano che questa potrebbe essere l'ultima volta su questo traguardo, sembra che dopo le Olimpiadi questo spendido viale sarà trasformato in una splendida isola pedonale.
Quello che è certo è il tempo che passa: non sono più un ragazzino (così dicono gli "esperti", molto gentili) e sarete d'accordo sul fatto che le probabilità di vedere di nuovo i Campi Elisi per me si stiano riducendo. Ho sentito che era il momento giusto, ero convinto che fosse l'anno buono per me lavorando per un ragazzo come Caleb Ewan che su quel traguardo ha già vinto. Ma, come ha detto qualcuno, il nostro è uno sport crudele. Quindi sarò seduto sul divano con sentimenti contrastanti: invidia per i miei colleghi, tristezza per essere a casa, eccitazione, perché amo ancora questo maledetto ciclismo».