La polizia cantonale dei Grigioni sta indagando sul tragico incidente in cui è morto Gino Mäder, cercando di ricostruire la dinamica della caduta avvenuta giovedì scorso. Secondo la stampa svizzera a far luce su quanto è accaduto durante la quinta tappa del Giro di Svizzera, potrebbe essere Magnus Sheffield, il corridore della Ineos-Grenadiers caduto nello stesso punto di Mäder.
Per Sheffield la caduta è stata senza dubbio meno violenta e lo statunitense oltre a delle escoriazioni, ha riportato una commozione cerebrale, che lo ha costretto a trascorrere la notte in ospedale.
Gli attimi che hanno preceduto l'incidente e la caduta nel burrone, sono attualmente al centro degli accertamenti in corso da parte della polizia in collaborazione con il pubblico ministero. Non ci sono immagini televisive ufficiali e gli inquirenti stanno cercando dei testimoni che abbiano visto o addirittura filmato la caduta, ma ad oggi l’unico testimone sembrerebbe essere Sheffield, che forse sarà in grado di raccontare cosa è accaduto quando si sarà ripreso dallo shock.
Il mistero per il momento avvolge questo caso e come prima cosa, c’è da accertare se i due incidenti, quello di Sheffield avvenuto per primo e quello di Mäder, siano in qualche modo collegati tra loro. A tal proposito, il commentatore della SRF (la tv svizzera di lingua tetdesca) Marco Felder ha raccontato: «Giovedì ero in corsa con la mia moto ed poco dietro a Gino Mäder. Magnus Sheffield era più avanti in un gruppo con Remco Evenepoel e Mattias Skjelmose. I due a fine tappa hanno riferito della caduta di Sheffield, non sapevano nulla di Gino Mäder».
Il dramma si è consumato sulla discesa dell'Albula all'uscita di una lunga curva a sinistra, esattamente dopo 197 chilometri di gara. Il medico del Giro di Svizzera Roland Kretsch è stato il primo ad arrivare sul luogo dove erano caduti i due corridori e si è occupato immediatamente di Gino Mäder perché aveva subito capito che la situazione era grave. Probabilmente una velocità eccessiva o una frenata troppo ritardata o un guasto meccanico potrebbero essere la causa di questo dramma e non si può escludere, inoltre, che i due incidenti siano avvenuti indipendentemente l'uno dall'altro.
«Siamo stati fermati da un commissario di gara e da alcuni spettatori e siamo subito andati sul luogo dell'incidente – ha spiegato alla televisione svizzera il dott. Roland Kretsch -: siamo arrivati 1-2 minuti dopo l'incidente. Mi sono subito fermato per vedere dove fossero i feriti. Dall’alto non riuscivamo a vederli a causa della profondità del burrone e ho subito detto al mio autista: "per favore, organizza subito il REGA perché è successo qualcosa di grave"».
Il REGA è il trasporto sanitario in elicottero, arrivato sul luogo dell’incidente quando erano ancora in atto le manovre per rianimare il ventiseienne svizzero.
«Sono sceso con gli stivali e ho trovato due feriti. Da una parte c’era Magnus, che era già seduto e tremava in tutto il corpo. E Gino, che giaceva immobile in una sorgente d’acqua, tra le rocce. Era privo di sensi ed era senza polso. L'ho tirato fuori dall'acqua con un fisioterapista del team Bahrain e l'ho rianimato sul posto».
Le manovre di rianimazione sono durate 25 minuti e quando il battito è ripreso Mäder è stato trasferito sull’eliambulanza per raggiungere l’ospedale di Coira. Purtroppo la situazione è apparsa subito grave e nonostante i soccorsi tempestivi e l’intervento dei medici in ospedale, Gino Mäder è morto nella mattina di venerdì in seguito ai traumi riportati durante la caduta in gara.