EVENEPOEL. «SEI SECONDI DA KÜNG? UN BUON RISULTATO, PER LA MIA CONDIZIONE ATTUALE»

PROFESSIONISTI | 12/06/2023 | 08:10
di Francesca Monzone

Stefan Küng  è stato il più veloce al Giro di Svizzera, conquistando la cronometro d’apertura e lasciandosi alle spalle la concorrenza belga, con Remco Evenepoel che in seconda posizione ha chiuso davanti al connazionale Van Aert. Il giovane campione iridato non è pienamente soddisfatto del secondo posto ed ha ammesso che le sensazioni in bici non sono ancora quelle giuste.


«Mi sono fermato dopo il passaggio intermedio. Ho visto che le sensazioni in gara non sono ancora al punto che vorrei, ma posso essere contento di questo risultato». Remco Evenepoel si era ritirato dal Giro d’Italia al termine della seconda cronometro ed è tornato alle gare al Giro di Svizzera dopo lo stop del 14 maggio per positività al Covid19.  «Mi sono allenato solo per dieci giorni per questa competizione, quindi non credo che avrei potrei fare meglio di questo risultato. Inoltre, non era nemmeno la mia cronometro preferita, ma è comunque una buona prestazione».


La vittoria è andata a Küng, uno dei migliori cronometristi al mondo e per questo Evenepoel, non è troppo rattristato per la mancata vittoria. «A causa del cambiamento del vento, la gara è stata diversa rispetto alla ricognizione. Penso che anche Küng abbia corso con le stesse condizioni, quindi non ci sono scuse per il fatto che sono arrivato ​​secondo. Nell’ultima parte del percorso sono rimasto un po' in stallo per il vento, mi manca ancora un po' di ritmo, ma ho già guadagnando tempo sui rivali per la classifica genrale».

Evenepoel è sereno ed è certo che la condizione migliorerà nei prossimi giorni e che a breve sarà nuovamente al suo livello migliore. «Non posso essere deluso, non si può vincere sempre e penso che questo sia stato un buon inizio. Küng è un corridore di livello mondiale ed è stato il più forte oggi. È stato un percorso con un ritmo molto difficile, con pochissimi rettilinei, nel quale non si poteva continuare a spingere su curve lunghe, come ad esempio nella prima tappa del Giro. Sicuramente questo è stato un percorso molto tecnico».

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