Anche il mestiere del procuratore di ciclisti, che pure è un bel mestiere, conosce le sue giornate difficili. Lo scopri quasi per caso cercando al telefono di prima mattina Raimondo Scimone: è occupato. Ed è sempre occupato. Poi ti arriva un messaggio: "sto facendo il giro dell'infermeria".
Neanche fosse un primario ospedaliero alla Alberto Sordi nei panni del Prof. Dott. Guido Tersilli, in giro per le corsie con tanto di riverente codazzo al seguito...
Poi, finalmente, Raimondo ti chiama e spiega: «Ieri ne sono finiti a terra parecchi dei miei, stavo scambiando messaggi con tutti per sapere come hanno trascorso la notte e come si sentono questa mattina».
Ci racconti?
«Da dove cominciare... Partiamo con Pozzovivo: gli hanno dato dei punti al ginocchio, gli ho chiesto se riusciva a piegare la gamba. I punti, stavolta al gomito, se li è presi anche Mirco Maestri che anche da sdraiato mi ha regalato la prima top ten di questo Giro. Cristian Scaroni aveva diverse ferite e ha riportato una brutta botta alla schiena. Una bella lista, ma...».
Dicci.
«Non è finita perché Pietrobon è caduto ieri nella prima tappa del Giro di Ungheria, era al ritorno alle corse e lo ha bagnato con una bella serie di grattate...»
Un elenco niente male.
«Tanto è vero che ho scritto anche a De Marchi, ad Aleotti e ai fratelli Davide e Mattia Bais M, li ho pregati di fare attenzione! Ho scritto loro che comincio ad avere un’età, il cuore, per quanto forte e controllato annualmente, è stato messo a dura prova negli ultimi anni e vorrei godermela un pochettino! La raccomandazione per tutti? Stimm attent!».
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