L'ORA DEL PASTO. MA QUANTO E' BELLA “LA CORSA"...

LIBRI | 01/03/2023 | 08:06
di Marco Pastonesi

Dieci centimetri. E’ la distanza che separa il primo dal secondo, la felicità dalla delusione, le spiegazioni dalle giustificazioni. Dieci centimetri. E’ la distanza che distingue centotrentasette chilometri con cinque o sei salite fra cinquantatrè concorrenti. Dieci centimetri. E’ la distanza che rimane, ufficialmente, alla fine di una corsa. E del libro “La corsa”.


Non ricordavo che “La corsa” dell’olandese Tim Krabbé fosse così coinvolgente. La prima edizione originale nel 1978. La prima edizione italiana nel 2006, pubblicata da Marcos y Marcos. La più recente nel 2022, pubblicata da alvento per Mulatero, con la traduzione di Franco Paris e corredata da un’intervista del traduttore all’autore (216 pagine, 17 euro). “La corsa” è un titolo riduttivo. Perché sono tante corse in una sola corsa, forse anche tanti libri in un solo libro. Il libro è un romanzo. La cronaca del circuito del Mont Aigoual, in Francia, nel Massiccio Centrale, per cicloamatori: chilometro per chilometro, scatti e controscatti, e pensieri, attacchi e inseguimenti, e sensazioni, fughe e contropiedi, e confessioni. Fino alla volata finale, a due, con quei dieci centimetri. Ma fra una pedalata e l’altra, da un chilometro all’altro, le altre corse, le altre storie. Anquetil che “a ogni salita toglieva la borraccia dal portaborraccia e la infilava nella tasca posteriore della sua maglia di gara”, Graczyk che “tagliava in due una patata e andava a riposare mettendosene sugli occhi le due metà”, Coppi che “si faceva portare in braccio su per le scale dell’albergo”, Rivière che “gonfiava le gomme con l’elio”, Van Est che rimase senza freni e allora “cercò di fermare la ruota anteriore con le mani e siccome non bastava infilò pure un piede nei raggi”. E poi c’è anche la storia di Krabbé, la sua storia ciclistica. E se la cronaca della corsa va avanti dal chilometro zero all’arrivo, la storia di Krabbé va indietro dalla fine all’inizio, e tutte le altre storie vanno su e giù, s’infilano e s’intrecciano, fino a saltare e rimbalzare.


Gian Paolo Ormezzano sostiene che per scrivere di ippica non è indispensabile essere cavalli, ma fantini aiuta. Krabbé, del ciclismo, ha esperienze dirette. Che si leggono, si sentono, si vivono. E che rappresentano la parte più viva, più vera, più avvincente. “Scrolla le spalle e comincia a spiegarmi quanto poco tempo abbia per allenarsi. Lo dicono tutti i ciclisti, sempre, come se temessero di essere giudicati proprio sulla base delle qualità che più contano”. “Ha sempre una scusa, forze maligne votate a procurargli guai, mal di stomaco, mal di gambe, una gomma a terra, la catena saltata, qualcosa che si è rotto”. “Un momento grandioso. Mi sono preparato così a lungo per questa corsa, e questi sono gli ultimi secondi prima della mossa decisiva. Adesso che la decisione è presa sono anche in grado di spiegarla: Reilhan è l’unico che possa ancora battermi. A Camprieu si è rivelato vulnerabile. Quindi devo attaccarlo. Ancora tre secondi. Puoi pensare interi mondi in tre secondi. Adesso”. “Quante volte, lottando penosamente nel mezzo di un gruppo ormai battuto che però teneva un ritmo infernale faticosissimo da seguire, ho desiderato una foratura? Una foratura, un permesso per interrompere l’agonia”.

Dieci centimetri. “Saper accettare la sconfitta è una spregevole scappatoia, un’offesa nei confronti dello spirito dello sport. Chi sa accettare la sconfitta dovrebbe essere bandito dalla pratica sportiva”. Grande, Krabbé, grandissimo. Lo sport, dentro, è vita o morte, paradiso o inferno, tutto o niente. E amen.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
In Belgio e alla Lotto sono tutti felici per l’arrivo di Elia Viviani che nel team guidato da Stéphane Heulot, oltre ad avere un suo spazio da protagonista, potrà essere un valido insegnante per i corridori più giovani. Arnaud De...


Molto più di un campione del Mondo. Abbiamo raccolto le profonde riflessioni di Maurizio Fondriest sulla carriera passata e presente, prima da corridore e poi da agente di corridori, tra cui un Buitrago che ha cominciato bene la stagione. Dopodiché...


Tadej Pogacar ha iniziato la sua stagione con un successo all'UAE Tour e sta difendendo la sua maglia rossa in questi giorni sulle strade emiratine, il suo programma è già stato scritto fino ad aprile ma da dibverse settimane ormai...


Si apre la stagione dilettantistica con la classica Coppa San Geo e… si apre anche la grande stagione delle dirette streaming su tuttobiciweb. Sabato 22 febbraio, a partire dalle ore 15, trasmetteremo infatti la parte finale della classica di apertura...


Tra meno di dieci giorni cominceranno le Classiche di primavera e l'Omloop het Nieuwsblad, sarà la prima corsa che vedrà impegnati sia gli uomini che le donne. Nella gara maschile, Van Aert sarà il corridore più atteso, ma dovrà vedersela...


Senza la pretesa di scoprire nulla di nuovo ma, rifacendoci al collaudato detto che “non c’è nulla di più inedito della carta stampata” intendiamo puntare un momento d’attenzione sulla denominazione di una corsa, una classica del calendario chiamiamolo ancora dilettanti,...


Gran premio Burro Gigli del 1957, conosciuto anche come la Roma-Velletri, una semiclassica per i dilettanti. Scatti e controscatti, attacchi e contrattacchi, sulla salita di Rocca di Papa la selezione. Davanti rimasero in tre: Arnaldo Pambianco e i due fratelli...


Siete pronti? Domani scatta la stagione dilettantistica (la chiamiamo così per comodità e per... capirci, anche se ormai la definizione è anacronistica) e con essa prende il via la corsa all'Oscar tuttoBICI Élite che anche quest'anno potrà contare sul sostegno...


Beniamino Schiavon, laiguegliese, è stato direttore per molti anni della locale Azienda autonoma di cura e Soggiorno sotto la cui spinta nacque nel 1964 il Trofeo Laigueglia. Sono tanti i racconti delle prime edizioni raccolti dai figli Massimo e Roberto...


Si chiama Meron Teshome Hagos, ha 31 anni e nell’ormai lontano 2012 gareggiava per l’Eritrea al Tour del’Avenir. E’lui, sconosciuto ai più, l’apripista del cugino Biniam Girmay, l’esempio al quale il campione della Intermarchè Wanty si è ispirato, approdando al...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024