In casa Green Project Bardiani – CFS Faizanè i talenti sono tanti e tra questi c’è sicuramente Filippo Fiorelli, il palermitano che ha deciso di partire subito forte in questa stagione.
Nella prima frazione del Tour du Rwanda, il siciliano aveva tagliato il traguardo al quarto posto, a causa della confusione che si era formata nel finale, mentre ieri, nella seconda tappa, è stato l’uomo decisivo per portare sul podio del compagno Henok Mulubrhan.
«Nella prima giornata abbiamo lavorato tanto, ma con la squadra nel finale ci siamo persi un po’. Eravamo io ed Henok ma alla fine, quando eravamo a 200 metri dal traguardo ci siamo persi di vista, e mentre lui è riuscito a prendere il terzo posto, io mi sono dovuto accontentare del quarto».
Proprio su Mulubrhan Fiorelli aggiunge: «Henok ha corso tantissimo in Europa e in particolare in Italia e non ci racconta molto della sua terra di origine. E’ un bel corridore e in squadra va d’accordo con tutti e ci aiutiamo uno con l’altro. Sapevamo che nella seconda frazione avevamo buone possibilità di fare il risultato. Siamo andati in gara per vincere e abbiamo ottenuto ancora un podio. Siamo determinati e cercheremo la vittoria ogni giorno».
La Green Project Bardiani – CFS Faizanè, dall’Africa vuole portare a casa un risultato importante e Fiorelli, proprio insieme all’eritreo Henok Mulubrhan, punta ad una vittoria di tappa. «Naturalmente vogliamo fare un risultato importante e in questa corsa sono venuto con la voglia di crescere giorno dopo giorno. Non arrivo da un periodo facile e alla Valenciana ho avuto dei problemi ed è per questo che il Tour du Rwanda per me è un nuovo punto di partenza».
Correre in Ruanda non è facile perché non si scende mai sotto i 1500 metri di altitudine e alcuni corridori risentono di questa situazione. «Naturalmente si fa più fatica a corre in altura e poi c’è differenza tra quando si è in allenamento e quando si è in gara. Per questo siamo arrivati una settimana prima del via, in questo modo ci siamo abituati sia alle temperature che all’altitudine».
Il pubblico sulle strade è tantissimo e, a vedere la corsa, ci sono intere famiglie, che osservano con attenzione e curiosità il passaggio dei corridori. «In Ruanda si corre bene e sono rimasto sorpreso nel vedere tanta gente al bordo delle strade, tutti ci salutano e ci battono le mani. Non avevo mai visto una corsa così colorata ed è bellissimo. In Europa siamo abituati a vedere un ciclismo diverso e qui posso dire che ci troviamo di fronte a qualcosa di straordinario».
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