Filippo Ganna ha vissuto un finale di 2022 grandioso che l’ha visto vincere medaglie e conquistare uno straordinario record dell’ora. Il campione di Verbania è stato il protagonista di una bella serata condotta da Alessandro Brambilla e che ha visto la partecipazione di molti ex professionisti quali Gabriele Bosisio, Giairo Ermeti e Silvia Valsecchi.
Ieri sera il negozio Bicimania di Lissone è stato letteralmente invaso da un folto pubblico giunto ad applaudire il proprio beniamino che ha ripercorso la sua carriera tra aneddoti e considerazione come in una chiacchierata tra amici di lunga data.
Ha riso e scherzato Filippo Ganna ripensando a come è arrivato al ciclismo, perché di sport ne ha provati vari: il nuoto che non fa proprio per lui, il basket e poi la pallavolo dove costantemente lo facevano giocare con i ragazzi più grandi. Poi è arrivata la bici, un tira e molla un po’ complesso che poi l’ha portato ad essere il campione che è oggi.
«Il ciclismo è fatto di amore e di odio e spesso molte situazioni che sembravano negative hanno contribuito a formarmi. Mi ricordo il mondiale di Firenze del 2013, correvo tra gli junior e nella prova contro il tempo mi sono dimenticato di una curva e ho preso in pieno la transenna, ma ho comunque concluso la corsa. Ora ho una cicatrice sotto il mento che mi ricorda quello che ho imparato da quella lezione. Nemmeno il mio esordio tra i professionisti è stato fortunato: era il 2015, al Gp Arona e Cassani mi aveva inserito nella nazionale italiana. Mi ricordo che in corsa c’era anche Fabian Cancellara e quasi avevo paura a toccarlo perché qualche giorno dopo avrebbe corso la Sanremo. Io mi sono staccato sulla salita e sono arrivato attardato di almeno un quarto d’ora, è stata una giornata bruttissima, ma che mi ha insegnato tanto»
Ogni racconto viene accolto dal pubblico con una grande ovazione fino ad arrivare al 2020, a quella stagione segnata dal covid che Filippo non esita a dire sia stata la più bella della sua carriera. «Penso che il 2020 sia stato l’unico anno in cui sono salito in bici con leggerezza, non volevo fare risultato a tutti i costi, ma essere libero. Dopo il ritiro in altura sono stato scelto per andare al Giro e lì si è aperto un mese da sogno: ho vinto il mondiale a crono, poi ho preso la maglia rosa in una corsa che ha visto noi della Ineos Grenadiers prima perdere il capitano (Geriant Thomas, ndr) e poi vincere la generale con Tao Geoghegan Hart: è stato bellissimo».
Sono tante le emozioni che vengono a galla di fronte agli oltre 500 presenti, dal difficile 2022 in cui il campione ha ricevuto tante critiche e al riscatto che l’ha portato ancora di più nell’Olimpo con il nuovo record dell’ora con 56,792 km.
«Il 2022 è stato un anno travagliato e prima del Tour avevo detto alla squadra di non voler tentare il record - ha proseguito Ganna - in Francia è andata male e così anche al mondiale, dove sono stato sommerso dalle critiche. A quel punto la squadra mi ha spinto a provare, dovevo dimostrare chi ero veramente; non sono riuscito a prepararmi al meglio, ho provato l’ora soltanto una volta e un’altra volta la mezz’ora. Poi però il giorno della prova ho dato tutto me stesso e quello che non ero riuscito a dare prima. Ho dimostrato che molti su di me si erano sbagliati.»
Per Ganna la nuova stagione inizierà il prossimo 22 gennaio in Argentina con la Vuelta a San Juan, poi correrà la Volta ao Algarve, la Tirreno-Adriatico, la Milano-Sanremo, le corse del Nord con la Gent-Wevelgem, il Fiandre e la Roubaix e poi il Giro d'Italia. Un programma fittissimo per il campione piemontese che è chiamato a tante sfide a cui si aggiungono anche i mondiali ad agosto sia su strada che su pista.
«L’anno scorso avevo in programma le classiche, ma ho dovuto rinunciarvi a causa di una brutta influenza che ho contratto dopo la Tirreno Adriatico: quest'anno spero di avere abbastanza difese immunitarie e vedremo come proseguirà la stagione. Mi piace pormi degli obiettivi, ma non fare troppe promesse ai tifosi. Cercherò di impegnarmi al massimo per arrivare dove tutti si aspettano, farò tanta fatica e, se non dovessero arrivare dei risultati, non avrò niente da recriminarmi perché saprò di aver dato tutto me stesso» ha detto Ganna dimostrando ancora una volta lucidità e consapevolezza nei suoi mezzi.
Sarà l’ennesima annata in seno alla Ineos Grenadiers, la quinta per la precisione e sembra proprio che con il team inglese si trovi davvero bene, non per niente ha un contratto che lo sigilla fino al 2027. «Con la Ineos mi trovo davvero bene, forse posso rimproverare la loro pessima abitudine di mettere il ketchup sulla omelette e di fare la pasta scotta, ma sono inglesi e tanto simpatici qualcosa posso anche perdonarlo - ha proseguito - non escludo però che un giorno mi piacerebbe tornare in una squadra italiana, magari per concludere la mia carriera, ma non è una sfida così semplice, occorrono mezzi e investimenti, spero che qualcuno riesca veramente in questo progetto».
A fine serata Ganna ha ricevuto i saluti del patron Sergio Longoni e un regalo speciale: una picozza d’oro simbolo di chi nello sport combatte inseguendo i propri sogni e regalando emozioni.
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